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Parodi Agnese

Genova, sette di sera di una gran bella giornata di fine primavera. Lo studio del dott. Parodi è invaso dall’ accattivante luce di quando il sole tramonta. Puntuale entra Raffaella Agnese. La sala d’aspetto è vuota, il dott. Parodi le viene incontro, le da la mano  e le dice di accomodarsi nella poltrona alla sua destra, poltrona che assomiglia a una sdraio, braccioli alti, di tessuto pesante, seduta troppo calda d’estate.
Parodi esordisce con fare risoluto.
- Perché ha chiesto d’incontrarmi ?
- Malessere vecchio, quasi come me, ansia, insonnia ed attacchi di panico, mi dicono si chiama così quando una donna vive senza trovare un posto nel mondo dove  esser serena;  mi sento a disagio con tutti, il tempo scorre lentissimo e le giornate corrono via velocissime, non so cos’altro può accadere.
- Mi parli della sua famiglia;
- Ho due sorelle, la prima di 10 e la seconda di 8 anni più grandi di me. Loro sono sposate, io no. Terza figlia, nata per caso. I miei genitori volevano il maschio. Mio padre sarebbe stato felicissimo di avere il figlio maschio. Mia madre fin da subito è stata contenta della mia nascita. Educazione cattolica. Studi in scuole religiose per tutt’e tre. Educazione centrata sui sensi di colpa, piccole angherie e pentimenti, il paradiso non è qui da noi. Ma anche,  non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Non proprio “porgi l’altra guancia” ma quasi. Il tutto condito da insana ipocrisia, morale a senso alternato. Ma anche impegno sociale e sano rispetto per chi sta peggio di te. Le suore (che esperienza la scuola dalle suore) hanno, come in un calco, forgiato noi tre. Ho sessant’anni, spesso mi dicono che ho  gran fascino accentuato dai piccoli difetti dell’età. Piccoli per gli altri, per me pesanti fardelli.  Anche le mie sorelle sono giovanili per l’età che hanno. Una vita costellata di sacrifici, quanti sacrifici, di responsabilità, quanta responsabilità. Ma, si sa, per chi è credente, il tutto verrà ricompensato nell’al di là.
Le mie sorelle sono sposate con due uomini che potrei definire, laici. La prima, Anna, è sposata con uno che non è mai cresciuto, perenne adolescente; ha sempre lavorato poco o, meglio, guadagnato poco. Fa l’artista, vende poco e campa bene, sempre sorridente e comunicativo. Hanno due figlie alle quali lui si è dedicato pochissimo; loro lo amano alla follia e litigano con la madre solo quando  manda a quel paese il padre e gli ricorda che è stata lei a mandare avanti la famiglia. Lui dice sempre :”punto alla qualità, bado poco alla quantità” e tira fuori le sue realizzazioni : quadri, foto e statuette, alcune anche molto gradevoli ma che, definire fuori mercato, è un eufemismo. È convintamene ateo e profondamente egocentrico. Impegno sociale tanto a parole, poco nei fatti. Il marito della seconda, Rosa,  è un esempio di vuoto “troppo pieno per gli altri”. Nessuna educazione religiosa, beve fin da adolescente, alcol a volontà, fuma 40 sigarette al giorno, salute perfetta o quasi, tenuto conto che ha quasi settant’anni. La genetica lo aiuta senza dubbio. Sempre allegro, ride e fa ridere gli altri, con la dovuta superficialità,  necessaria in questi casi. Ingegnere idraulico è stato sommerso dalle acque delle tante aziende che ha fondato e che sono, dopo poco tempo, miseramente fallite. Ora ha una minima pensione e se la passano male; mia sorella ha sempre fatto lavori saltuari,  compreso domestica e commessa. Continua ad amarlo, come si può in vecchiaia. Lo adora. Come si può non adorare un fottuto egoista, allegro e simpatico che sa raccontare le barzellette come nessun altro.  Ogni tanto affiora in lui la depressione, ma voilà, due cognac e tutto torna a posto. Impegno sociale zero, come zero attenzione alla famiglia. Il figlio adottivo, hanno adottato un bambino di 6 anni, cresciuto grazie a mia sorella, ha trovato la forza di emigrare.  Adesso è lui ad aver adottato, a distanza, il padre. Un’adozione a distanza a tutti gli effetti : manda, quando può, soldi a casa, lo rassicura e spedisce bottiglie  di whisky quando si accorge che è troppo depresso.


- Mi faccia capire, perché mi ha parlato delle sue sorelle e non dei suoi genitori ?
- Per me sono loro molto importanti. Due sorelle con tante  attese per l’al di là; vivono male; due cognati, con attese per l’al di là, zero e vivono alla grande. Anche io con tutte le mie storie, con i miei tanti uomini, me la passo maluccio, mi preoccupo di tutto. Mi dica lei se è giusto. Se chi ha una coscienza civile, lavora per la famiglia, si occupa degli altri debba vivere peggio  di due strafottenti egocentrici. I due non avvertiranno mai il bisogno di parlare con qualcuno, di confrontarsi, di consultare uno psicoterapeuta. Mentre noi tre, quando una, quando l’altra, siamo sempre tra medici, psicologi, psicoterapeuti.
Parodi pensò : se è vero quel che dice meno male che esiste la religiosità con i suoi sensi di colpa, con il suo senso di responsabilità; al contrario correrei il rischio di rimanere disoccupato. Stette  qualche istante ad occhi chiusi, sembrava appisolarsi. Quando all’improvviso si scosse e chiese :
- se non ho capito male lei mi dice che chi è religioso, impegnato, soffre di più di chi è strafottente, ateo ed egoista. Mi sembra banale e riduttivo, però può rispondere a verità. Ma il suo compagno ?
- Odio questo termine : “compagno”, “compagna”, mica siamo appartenenti ad un partito politico. L’uomo che vive con me al momento non esiste.  Ci siamo lasciati da qualche giorno. Potrei dirle che era troppo poco egoista per poter continuare a vivere con lui. Le direi  una sciocchezza. Non avevamo più interessi comuni e poi era più nevrotico di me e mi metteva ansia.
- La solitudine la spaventa ?
- Come le pare? Vivere da soli ha i suoi vantaggi ma entrare in casa e trovarla vuota non è certo piacevole, specialmente nelle sere d’inverno.
Il carillon emise il suo dolce ritmico suono e Parodi aggiunse  :
- il nostro tempo è finito, ci vediamo la settimana prossima, stesso giorno, stessa ora. mi riprometto di riflettere a lungo sulla  sua storia.
Raffaella si alzò, aggiustò con le mani i neri capelli e si allontanò. Parodi pensò che era davvero una bella donna,  per la sua età.  E poi che grazia.  Di tutto rispetto!   

Lucia Rosa Mari