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Perché non farle


Un’esortazione. Perché non fare qualcosa di veramente utile per il paese? L’attuale governo è nato storto, frutto di un pensiero ancor più distorto: vale a dire evitare  l’ennesima sconfitta elettorale,  per PD e 5 stelle, evitare dunque di andare a votare subito. Questo è, al di là di chiacchiere ed ipocrisie, il dato che cementa l’attuale maggioranza e che, con tutta probabilità, consentirà al governo di durare altri tre anni. 
Dunque visto che, da separati in casa, continueranno nella loro unione, perché,  invece di scimmiottare la destra,  non provare a fare qualcosa di utile? Cose che, se realizzate, costituirebbero un vero cambiamento e lascerebbero  il segno, come lo fu la legge sulle unioni civili.  Una prova di forza per raggiungere risultati utili,  al di là di ideologie e paure. Mi limito a 4 esempi, tutti a  costo zero o che potrebbero addirittura portare a maggiori introiti per le casse dello Stato:
1. Lo Ius Culturae, vale a dire l’applicazione del diritto secondo cui i minori stranieri possono acquisire la cittadinanza Italiana, a patto che siano nati in Italia, abbiano frequentato le scuole e concluso un ciclo di studi. L’attuale governo ha la maggioranza per approvarlo, metterebbero così  l’Italia al passo con i paesi più avanzati ed adotterebbero un provvedimento cui, buona  parte degli italiani e la chiesa cattolica, sono favorevoli.
2. Una diversa politica sull’immigrazione: vale a dire non occuparsi solo degli sbarchi ma concordare, con i Comuni che si rendessero disponibili, il ripopolamento delle aree interne. Programmare cosa fare con i migranti arrivati in Italia, invece di demonizzarne l’arrivo;  calcolare l’effettivo fabbisogno di quanti servono per i lavori che gli italiani non vogliono più fare; quanti vanno riallocati negli altri paesi europei disponibili; quanti rinviati nei paesi d’origine. Programmi credibili, non ideologici, che possano essere spiegati e compresi, se non dalla maggioranza degli italiani, almeno da una buona parte di essi.
3. Legalizzare l’uso della marijuana. Non liberalizzarne l’uso ma renderlo legale. Al pari dell’uso legale della nicotina,  dell’alcool, sostanze che, se abusate, producono danni forse maggiori della marijuana. Marijuana della quale, da tempo, si conoscono anche gli effetti terapeutici in determinate patologie. Lo Stato toglierebbe  un importante mercato alla criminalità e farebbe cassa. Molti soldi potrebbero arrivare allo Stato come già succede per altre sostanze o usi dannosi come sigarette, alcool, gioco d’azzardo. Lo Stato dovrebbe occuparsi della commercializzazione,  tassazione e controllo dei derivati della marijuana. 
4. Ridurre alcune disuguaglianze: è ormai chiaro che le differenze tra nord e sud Italia sono enormi e spietate. Tutti dicono di volere fare qualcosa per accorciare il divario tra regioni del nord e regioni del sud. A chiacchiere. Nella realtà la forbice continua ad allargarsi e sempre a svantaggio del sud. Il governo potrebbe fare una cosa pratica per ridare fiato alle regioni del sud. Far uscire dai “Piani di rientro” sanitari,  regioni come il Lazio, la Campania, la Sicilia,  la Puglia che hanno mostrato, negli ultimi anni, di aver migliorato l’assistenza sanitaria e di aver messo sotto controllo la spesa.
Sono quattro esempi di cose utili sul piano civile, etico e politico. Così facendo il governo smetterebbe di mostrare che si occupa solo di misure economiche, di tassazioni varie, questioni di certo non gradite alla maggioranza degli italiani. Visto che continuano a perdere, in ogni passaggio elettorale, come è possibile che a nessuno viene da pensare di fare qualcosa di nuovo e diverso?
Poi, quando si andrà a votare per le politiche, si vedrà. Se vincerà il centro destra, come pare altamente probabile, almeno l’attuale governo avrà  fatto alcune cose buone. Se non le fanno, per paura di perdere, si mostrano poco lungimiranti. Quattro cose fattibili, perché non farle?

Roberto Landolfi