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“Il giovane Nietzsche”

Il 5 novembre 2021, alle ore 16,30, presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, nella suggestiva cornice storica di Palazzo Serra di Cassano, si è tenuta la presentazione del mio libro “Il giovane Nietzsche” (edito dalla Kimerik), con la partecipazione di colleghi, amici, studenti ed ex-studenti, tutti piacevolmente coinvolti dalle parole dei relatori, proff. Armida Parisi e Stefano Bellantoni, nonché dalle letture delle pagine più significative del libro da parte di alcuni studenti e studentesse del Liceo Scientifico “Salvatore Di Giacomo”.

Con grande emozione ho ringraziato tutti e ho spiegato quanto sia importante per me il legame tra la vita e il sapere, a partire dalla lezione nietzschiana, considerando l’unità complessa del vivere e del fluire di senso, auspicando una filosofia che sia autentica solo a partire dalla persona, perché è l’elemento umano che va indagato, poiché il senso non è fuori dell’uomo, non è dentro di lui, ma è l’uomo stesso.

Bisogna recuperare il senso della terrestrità, riportare gli “idoli” all’altezza dell’essere umano, rieducare lo sguardo, perché ciascuno possa imparare a vedere la “filigrana delle cose” e fare della propria vita uno stile di vita, libero di accadere nell’accadere del mondo.

 

Dopo aver letto e studiato per anni il pensiero di Friedrich Nietzsche, le cui opere sono state per me un mezzo per indagare sempre più a fondo il divenire dell’essere e il tentativo dell’uomo di rimanere fedele a se stesso, ho voluto scoprire questo filosofo attraverso il suo Epistolario. E’ nel mese di ottobre 2019 che ho cominciato  a scrivere un testo sulla formazione e sul pensiero del giovane Friedrich Nietzsche (dagli anni di Pforta fino alla carriera universitaria), interessata a far emergere la sua complessa personalità fin da giovanissimo, il suo desiderio di affermarsi come filosofo, già durante gli anni d’insegnamento come professore di filologia classica, il suo temperamento “aristocratico”, ma anche la sua “semplicità”. So benissimo che su Nietzsche è stato scritto un fiume infinito di opere e di saggi da parte di intellettuali di alta levatura sia italiani che stranieri, ma questo non mi ha impedito di mettere su carta quanto penso su questo filosofo, che m’illudo di aver compreso, come un’anima che riconosce un’altra fatta della sua stessa aria.

Mi sono calata fra le pieghe dei suoi pensieri, della sua sensibilità, del suo desiderio di essere riconosciuto, del suo studio profondo, meticoloso e sempre originale dei classici greci. Ho imparato a conoscere la persona Fritz, i moti dell’animo, i momenti terribili della malattia, la ricerca di una solitudine feconda d’idee, ma anche la necessità di amicizie autentiche e solide. E poi il suo amore per la musica … per la stagione autunnale … per le passeggiate quotidiane sotto cieli sempre tersi e azzurri. Insomma mi sono messa di lato e l’ho osservato, cercando di comprendere la linfa che alimentava il suo pensiero.

Il mio testo nasce dal desiderio che altri possano intravedere quanto abbia intravisto io, rivolgendomi soprattutto al mondo dei giovani studenti, abituati al grande pensatore nazificato prima, denazificato dopo, infine esaltato come filosofo della libertà.

 Ho voluto raccontare cosa ci fosse dietro il grande pensatore, un giovane studioso con le sue ambizioni e le sue incertezze su un futuro sconosciuto, la stessa inquietudine per la vita che attraversa ogni giovane …

Certo lui era geniale, una natura poliedrica con tante sfaccettature ed un pensiero profondo, ma fragile e sensibile come un uomo semplice.

Virginia Varriale

 

Dalla quarta di copertina

“L’opera Il giovane Nietzsche è un nuovo tipo di saggio critico, poiché non risponde solo a rigorose esigenze storico- interpretative, ma si apre ad un intimo dialogo con un giovanissimo studioso, immerso nei gorghi del suo genio e del suo febbrile delirio pensoso: Friedrich Nietzsche.

Fritz, così chiamato da famigliari e amici, è un giovane brillante che ama la musica, la poesia e i classici, tanto da abituarsi a pensare in latino o in greco per meglio cogliere la forza vitale degli antichi. È spiritoso ma scontroso, generoso con i compagni ma introverso fino a chiudersi in lunghe passeggiate solitarie, meglio sotto cieli autunnali, canticchiando fra sé un ritornello “diventa ciò che sei”, che sarebbe diventato il leitmotiv delle sue riflessioni filosofiche.

L’opera è divisa in due parti. La prima parte - Frammenti di vita e pensiero - ripercorre, attraverso il filo delle lettere scritte dal 1850 al 1869, le vicende di Nietzsche da studente liceale a professore ordinario di Filologia classica di Basilea. Nella seconda parte -Ecce Nietzsche -, attraverso una forma nuda, rischiosa e totalizzante, è Fritz che parla in prima persona rivelando pensieri, gesti quotidiani, dubbi e ambizioni. Emerge la sua complessa personalità, il suo desiderio di affermarsi come filosofo, la ricerca di una solitudine feconda d’idee, ma anche la necessità di amicizie autentiche e solide.”