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L’ Assenza (Guido Gozzano 1911)

       Un bacio. Ed è lungi. Dispare

       giù in fondo, là dove si perde

       la strada boschiva, che pare

       un gran corridoio nel verde.

5     Risalgo qui dove dianzi

       vestiva il bell’abito grigio:

       rivedo l’uncino, i romanzi

       ed ogni sottile vestigio...

       Mi piego al balcone. Abbandono

10   la gota sopra la ringhiera.

       E non sono triste. Non sono

       più triste. Ritorna stasera.

       E intorno declina l’estate.

       E sopra un geranio vermiglio,

15   fremendo le ali caudate

       si libra un enorme Papilio...

       L’azzurro infinito del giorno

       è come seta ben tesa;

       ma sulla serena distesa

20   la luna già pensa al ritorno.

       Lo stagno risplende. Si tace

       la rana. Ma guizza un bagliore

       d’acceso smeraldo, di brace

       azzurra: il martin pescatore...

25   E non sono triste. Ma sono

       stupito se guardo il giardino...

       stupito di che? non mi sono

       sentito mai tanto bambino...

       Stupito di che? Delle cose.

30   I fiori mi paiono strani:

       Ci sono pur sempre le rose,

       ci sono pur sempre i gerani...

 

Segnalato da Michela Conte