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Titina

È lì che la puoi trovare, praticamente da sempre, che fa capolino dalla sua edicola all’angolo di Portalba, cuore vero di quel centro realmente storico di Napoli. È piccola e fiera, le leggi nello sguardo quella accettazione, mai rassegnazione, della vita tutta napoletana. Tra i giornali ronfa il suo fedelissimo gatto che in inverno si ripara come lei nel piccolo abitacolo dell’edicola. Ci salutiamo due volte al giorno quando arrivo al lavoro e quando vado via; Titina ce lo prendiamo un bel caffè? lei spesso si schernisce ma altre volte accetta l’invito e così facciamo due chiacchiere, mi racconta di un mondo che sempre meno rassomiglia a quella movida che dopo una certa ora puoi trovare nella bellissima piazza antistante; da lei compravano il giornale famosi medici che lavoravano nel vicinissimo e storico policlinico, musicisti del Conservatorio, e  tutti i “signori”, come dice lei, che abitavano nel quartiere.

È parte del luogo dove tutti la conoscono e lei conosce tutti. L’ho vista piangere una mattina di metà settembre dell’anno scorso abbracciandosi il giornale con la foto di Tullio Pironti, libraio ed editore storico di piazza Dante morto il giorno prima. L’ho vista partecipare con gioia alla mia vincita di un concorso della settimana enigmistica.

Dal primo gennaio di quest’anno Titina non vende più i giornali, è troppo costoso e lei non ce la fa più con le tasse legate all’attività che rende sempre meno perché la gente i giornali li compra sempre di meno. Quando me l’ha detto qualche giorno prima a momenti mi mettevo a piangere, un altro pezzo della storia di questa città cancellato. Anche lei era commossa, forse pensava alle sue dita mai più nere di stampa a fine giornata. “Comunque l’edicola non la lascio, venderò qualcos’altro, ma resto qui dove sono sempre stata” poi mi ha detto indicandomi giocattolini ed ombrelli pieghevoli. 

Le ho sorriso e ci siamo strette le mani. “Buon Anno Titì!”

 

MVM