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Maddalena Cerasuolo

 


"Maddalena Cerasuolo"
 
tratto dal sito dell’A.N.P.I.
 
Nata a Napoli il 2 febbraio 1920, deceduta a Napoli il 23 ottobre 1999, operaia, Medaglia di bronzo al valor militare.
 
Lenuccia, come veniva familiarmente chiamata, è stata una delle tante donne protagoniste delle “Quattro giornate di Napoli” che, dopo la Liberazione, sono valse alla Città la Medaglia d’oro al valor militare.
Nei giorni della rivolta contro i nazifascisti, che cominciò il 28 settembre 1943 e si concluse vittoriosamente il 30 settembre, caddero in combattimento 168 patrioti (tra i quali il dodicenne Gennaro Capuozzo), 162 furono i feriti, 140 le vittime civili. Gli Alleati arrivarono nel capoluogo partenopeo il 1° ottobre.
La Cerasuolo si distinse, mentre si sparava contro i nazifascisti a Capodimonte, Foria e Chiaia, negli scontri a Materdei, per impedire che i tedeschi depredassero una fabbrica. La motivazione della medaglia al valore concessa alla giovane operaia ricorda che “dopo aver fatto da parlamentare dei partigiani con i tedeschi al Vico delle Trone, si distinse molto nel combattimento che ne seguì. Nella stessa giornata coraggiosamente partecipò anche allo scontro in difesa del Ponte della Sanità, al fianco del padre, con i partigiani dei rioni Materdei e Stella”.
Oggi a Napoli (dove nel dopoguerra Maddalena si è maritata Morgese), è molto attiva un’Associazione di volontariato che porta, appunto, il nome di Maddalena.
 
 
"Maddalena Cerasuolo (Lenuccia) - Napoli, 2 febbraio 1920 - Napoli, 23 ottobre 1999 - Partigiana"
 
di Rosa Bianco
tratto dal sito www.chiesadinapoli.it
 
Napoli fu la prima città italiana a liberarsi dall’occupazione nazifascista, ancor prima dell’arrivo delle truppe americane. La rivolta popolare contro l’esercito tedesco, che si realizzò dal 27 al 30 settembre 1943, è nota come le “Quattro giornate di Napoli”. Maddalena Cerasuolo (Lenuccia, come veniva familiarmente chiamata) fu una delle tante donne protagoniste di questa insurrezione.
Era nata a Napoli il 2 febbraio 1920, nel quartiere Stella in una famiglia numerosa. Il padre Carlo, cuoco, militante antifascista, durante la seconda guerra mondiale, gestiva la mensa dell’Ansaldo e quando gli fu tolto il lavoro, finì per vendere pizze fritte per strada. Maddalena era un’operaia “apparecchiatrice di scarpe” in un calzaturificio.
Durante gli scontri armati nel quartiere Materdei, Lenuccia, per impedire che i tedeschi depredassero una fabbrica, si offrì volontaria per andare da sola in avanscoperta, al fine di valutare l’entità delle forze tedesche, mettendo a rischio la propria vita. In seguito partecipò coraggiosamente anche allo scontro in difesa del Ponte della Sanità, al fianco del padre, con i partigiani dei rioni Materdei e Stella, per difenderlo dai tedeschi che volevano farlo crollare.
Maddalena Cerasuolo fu una vera e propria eroina e, per il suo contributo nelle “Quattro Giornate di Napoli”, il 24 maggio del 1946 fu insignita della Medaglia di Bronzo al Valor Militare, con questa motivazione: «Dopo aver fatto da parlamentare dei partigiani con i tedeschi al Vico delle Trone, si distinse molto nel combattimento che seguì. Nella stessa giornata coraggiosamente partecipò anche allo scontro in difesa del ponte della Sanità, al fianco del padre, con i partigiani dei rioni Materdei e Stella».
Finita la guerra, ritornò alla sua vita di sempre, si sposò e ebbe due figli. Morì a Napoli il 23 ottobre 1999, divenendo una delle testimoni più famose della Resistenza napoletana e il simbolo delle donne della Resistenza meridionale.
Il 27 gennaio 2011 il Comune di Napoli ha intitolato a Maddalena Cerasuolo il ponte che sovrasta il rione Sanità. Il Ponte rappresenta un luogo simbolico per la città ed è uno dei pochissimi ponti intitolati a una donna.