tratto da Avvenire del 26 maggio 2024
Da bambino
voleva fare il Papa, ma poi tutti si mettevano a ridere quando lo diceva e
allora ha deciso di fare il comico. «Se si fossero inginocchiati, avrei fatto
il Papa». È la battuta con cui il premio Oscar Roberto Benigni ha introdotto il
suo monologo davanti a Francesco e ai 50mila bambini di piazza San Pietro nella
Giornata Mondiale dei Bambini. Tante le battute, un fiume in piena come al
solito l'attore. Con il fuori programma di un bacio al Pontefice: «Due guardie
svizzere mi hanno detto: "Può fare ciò che vuole, ma non può toccare il
Papa". Ma io, Santità, come un bambino al quale si dice non fare quello e
lo fa, come Adamo ed Eva che gli dissero non mangiare la mela e loro zac a
mangiarla, avrei voglia di abbracciarla e di darle un bacio». Detto, fatto, con
grande gioia di Francesco.
Poi però
arrivano anche appelli seri alla pace e il riferimento a Gesù e alle
beatitudini. «L'unica cosa sensata che ho sentito in tutta la mia vita l'ha
detta Cristo nel Vangelo, il discorso della montagna. È un incanto di bellezza,
di una bellezza che non si resiste - ha sottolineato -. Quando Gesù dice tutti
gli elenchi da imparare a memoria: "Beati i miti, gli operatori di pace, i
misericordiosi". Ecco, beati i misericordiosi, che poi vorrebbe dire
prendersi cura del dolore degli altri, essere sensibili, perdonare, essere
profondamente buoni. Siate profondamente buoni. Questo ha detto Gesù. Questa è
l'unica buona idea che sia stata espressa nella storia dell'umanità. Che la
vita è questo: amore, conoscenza e una compassione infinita per il dolore che
attraversa l'umanità. E allora - ha aggiunto Benigni - non aspettatevi che il
mondo si prenda cura di voi, prendetevi voi cura del mondo, almeno di quello a
portata di mano. Amate chiunque avete a portata di mano». «I bambini sono amore
diventato visibile. Ha detto un grande poeta: la mano che dondola la culla
governa il mondo. Ed è vero».
Una grande performance,
insomma, tenuta nel giusto equilibrio tra il serio e il faceto. Come quando per
esempio il comico, per sottolineare la sua grande ammirazione per papa
Bergoglio, ha detto: «Quasi quasi per le prossime elezioni mi presento io,
insieme a lei, facciamo insieme il campo largo. Mettiamo sulla scheda il nome
Jorge Mario Bergoglio, detto Francesco: vinciamo subito». E poi: «Questo è lo
Stato più piccolo del mondo, ma c'è la persona più grande del mondo il Papa.
Quasi quasi Santità vorrei fare un tango con lei».
«I bambini - ha
sottolineato ancora Benigni - sono il nostro futuro, la gioia di domani, una
cosa meravigliosa. Magari in mezzo a voi c'è il nuovo Michelangelo, il nuovo
Galileo, la nuova Rita Levi Montalcini. O magari c'è il nuovo papa, non si sa mai.
Questa è la città del signore, il regno di Dio, tutto è possibile, anche che
uno di voi diventi Papa, magari il primo africano o asiatico della storia, o di
Testaccio, e una donna, il primo Papa donna della storia, pensate che roba».
«Insieme a voi - ha detto ancora il comico - siamo tornati tutti bambini, e il
più piccolo è papa Francesco, che ha tre anni e tanti giorni, è un bambino, è
puro, ha la purezza, se venite a mezzanotte ha un'aura luminosa intorno perché
è puro, come Campanellino di Peter Pan, ha la polvere magica, anzi la polvere
di Papa».
Ancora ai
bambini. «Ognuno di voi è un eroe, protagonista di una storia che non si
ripeterà mai più: siete gli eroi della vostra vita, fate le cose difficili, più
difficili sono e meglio è. E se sbagliate non vi preoccupate, riprovate, gli
errori sono necessari, utili e qualche volta anche belli». «Divertitevi - ha
aggiunto - e qualsiasi cosa facciate, amatela, non accontentatevi di fare un
buon lavoro, fatelo al meglio, amate ciò che fate". E ancora: "Vi dicono
di andare avanti sicuri? Io dico l'opposto: dovete essere insicuri, più siete
incerti, indecisi, scettici, dubbiosi e meglio è, l'incertezza è più bella.
Chiedete aiuto e non abbiate paura, come diceva papa Wojtyla, Giovanni Paolo II
(era il suo motto) perché siamo tutti insieme. Vi sento che nei vostri cuori
pulsa l'intera umanità. E allora prendete il volo. Prendete in mano la vostra
vita e fatene un capolavoro. Costruite un mondo migliore. Voi fatelo diventare
più bello che noi non ci siamo riusciti. Il mondo ha bisogno di essere bello. E
voi potete portare il vostro piccolo contributo verso il bene. Rendete gli
altri felici. Non più buoni. C'è una sola persona che bisogna rendere più
buona. Se stessi. Gli altri bisogna renderli felici. E per farlo bisogna essere
felici. Siate felici e diventate l'adulto che avreste voluto accanto quando
eravate bambini, cioè ora».
La conclusione
del monologo, durato oltre venti minuti, è una visione di pace ispirata al
grande poeta Gianni Rodari: «Non c'è niente di più bello al mondo della risata
di un bambino. E se un giorno tutti i bambini del mondo, nessuno escluso,
potranno ridere tutti insieme, quel giorno, ammettetelo, sarà un bellissimo
giorno, sarà un grande giorno, sarà il giorno più bello della storia del mondo.
Grazie Santità, grazie a tutti».
Al termine il grazie di padre Enzo Fortunato, coordinatore della Giornata: '«Grazie a Benigni che ha invitato i bambini a prendere in mano la loro vita e a farne un capolavoro e a portare il bene e rendere gli altri felici E grazie a Papa Francesco - ha scritto il francescano - per aver annunciato la data della prossima Giornata mondiale dei bambini e delle bambine, a settembre 2026».