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“La donna dalla chioma rossa”


(sintesi  dell’intervento di Anna Nappo  - Incontro del 9 maggio 2008 - Libreria “Feltrinelli” di Napoli) 

Negli anni '70 seguivo il movimento femminista, le mie motivazioni partivano da un desiderio di giustizia. Non sentivo, in quel periodo della mia vita, l'appartenenza al mio genere, non sapevo che c'era una differenza di pensiero e di politica tra me, le altre e il mondo degli uomini. Ad una manifestazione di sole donne sono approdata con passeggino e bambina: era il 1976 e si manifestava per la legalizzazione dell'aborto. All'angolo di via Monteoliveto una donna sovrasta le altre con la sua chioma rossa, con la sua andatura altera, vestita con raffinata eleganza.
Per la prima volta mi appare la forza femminile incarnata, trasmessa con una consapevole leggerezza, vedo l'essere fiera della propria differenza. La sua presenza, lì fra le tante, mi emoziona, la sorpresa di quella sensazione  mi mette in un agire nuovo. Quel giorno mi sono imbattuta in Lucia.
Da allora l'ho seguita, cittadina del mondo, Lucia ama le donne, ama Napoli, tanto da essere protagonista speciale creando cultura, confronto, sradicando quel provincialismo che è proprio dell'humus di questa terra. In me rinasce la passione del politico e le nostre vite si ritrovano per condividere pubblico e privato, slogan caro in quegli anni, che con Lucia si realizza a pieno titolo: con lei si è solo al 100%.
Che cosa mi ha dato? Lucia ha fatto mondo. Valore per noi tutte, esercizio nello stare insieme, ricerca di autenticità, passione per lo stare al mondo con regole e sapere altro, attenzione verso l'amore. Maestra di vita, la sua costante ricerca nel conciliare passione ed etica ricadeva su ognuna senza mai sfiorare l'arroganza e, con amore, cura, attenzione riusciva a farci comprendere dove era il nostro desiderio, dove  era la nostra virtù e soprattutto ci dava le parole, gli sguardi per capire qual' era  la nostra necessità di libertà. Ognuna di noi, che ha condiviso la vita con lei, sa come le sue parole arrivano alla mente e aprono il cuore, l'anima ne trova giovamento. Non si fermano all'ascolto, entrano nell'oltre, nel mistero della profondità di senso del vivere di ognuna. Io, mai sazia, andavo avanti nella mia ricerca, per un lungo periodo compagna di alcuni suoi progetti, per altri, lettrice dei suoi scritti fonte per me sempre di conoscenza della mia anima e del mondo.
Il 1 gennaio 2007 una telefonata mi fa sospendere i contatti con la realtà, vivo come se stessi al di là della terra. Tutto mi appare nebuloso, il reale non c'è più, giù in un baratro di dolore immenso, senza fine; ritorno a quell'indistinto che conoscevo e che avevo elaborato grazie a lei. Ora mi ritorna graffiante il doloroso ordine di cui lei mi aveva dato esercizio, metodo. Tutto ripiomba nel nero della mia oscurità, ma ecco che incomincio a pensare alle sue parole, parole che si inanellano in un percorso, che inseguono il pensiero che diventa etica, valore per sé e per le altre. Me le riprendo quelle parole, le ricerco fra i suoi scritti che avevo conservato, le riscrivo come un'amanuense per riscolpirle nella mia mente, per riconfermarle al mio cuore ed ecco che piano piano, come per mistica magia penso che quelle sue parole, quel suo pensiero possono contaminare altre/i.
Lucia non può rimanere solo nella vita di chi l'ha conosciuta. Lucia è illuminata e vive nell'impermanenza della vita stessa, non ha categorie temporali, sa continuare a infondere fragranza, grazia meraviglia, sa dare guida per amare la vita e per dar senso all'esistenza.
La nascita dell'associazione “Madrigale per Lucia” mi fa condividere con Cinzia, Patrizia e Maria Vittoria il mio profondo dolore per la sua assenza, per la mancanza dei suoi giudizi, delle sue opinioni sul mondo, della sua guida nella materialità del mio quotidiano. Con le altre sto riattraversando le sue parole, insieme stiamo riordinando i suoi scritti. Il nostro è l'incontro con l'amore di Lucia che esercitava nel mondo. Tra noi creiamo un luogo di emozioni e di studio: siamo severe, ci attraversa un controllo disciplinato per non interpretarla. Il suo metodo ci permette ancora di proseguire, di testimoniare il suo pensiero, di risentire la grazia aleggiare nell'aria e di vivere con lei la vita e la morte senza confini materiali.

articolo pubblicato in "sociale"



Anna Nappo 20.10.12