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Ancora su città e cittadinanza. Due poesie segnalate da Cinzia Mastrodomenico (NdR)

 Star di casa

“E fuggendo Napoli, per

inseguire un Nord mitico, che

quasi sempre non oltrepassava

Roma, (i giovani intellettuali

napoletani) venivano a loro 

volta inseguiti da Napoli, come

da una segreta ossessione. Che

Napoli usa seguire i suoi

concittadini dovunque, come 

un’ombra se si trasferiscono 

altrove…Così Napoli, dove è

così difficile vivere e che

invoglia tanto a partire, che è

così difficile abbandonare e che 

costringe sempre a tornare,

diventa, più di molti altri, il 

luogo emblematico di una 

generale condizione umana nel 

nostro tempo: trovarsi su un

inabitabile pianeta, ma sapere

che è l’unico dove per ora

possiamo star di casa”

 

Fabrizia Ramondino, “Star di casa”, Garzanti, Milano,1991

 


In Kurdistan


Giugno 2003. La guerra è finita, ritorno a casa.

Ancora non ci sono voli diretti.

Andrò in un paese vicino e passerò il confine

Riempio borse di piccole gioie per le mie nipoti

magliette e pantaloni per i maschi

orecchini d’oro per le mie cognate

due libri e un abito per mia sorella

rossetto, smalto, profumo e gioielli

per le compagne di scuola che ancora mi ricordano

per i vecchi vicini di casa, per lontani parenti.

Ogni giorno mi preparo a ritornare,

la notte sogno sempre le guardie di frontiera.

Vorrei poter portare indietro qualche libro

ma poi ricordo tutti i libri scritti in curdo

strappati e calpestati a quel confine.

“Insegni il curdo ai tuoi figli in occidente.

E’ qui il problema,

che ai tuoi figli insegni il curdo”

Farò come mi hanno più volte consigliato:

quando mi chiederanno dove vado non dirò “in Kurdistan”

Mi sottrarrò all’umiliazione di essere portata davanti alla

 mappa del mondo

E di farmi chiedere, “Mi puoi mostrare dove si trova?

Non ricordo di averlo mai sentito”

 

Choman Hardy, La crudeltà ci colse di sorpresa, poesie dal Kurdistan.