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Che follia...


Che follia la guerra! Papa Francesco ci ricordava sovente che, in guerra, non vince mai nessuno.
E di guerre è costellata la cronaca di questi anni 20 del 2000.
Il pezzo che segue, tratto da “Valigia Blu” illustra quanti e quali sono le vittime russe della guerra in Ucraina. I potenziali vincitori stanno facendo pagare un prezzo altissimo al proprio popolo.
Pensavamo che la democrazia, pur assoggettata alle dinamiche del mercato, potesse continuare a garantire pace, welfare e benessere, quanto meno alle popolazioni del nord del mondo.
 Così non è!
Il paventato e richiesto aumento delle spese militari produrrà nuovi armamenti, sempre più sofisticati. Poi questi armamenti verranno utilizzati, con sempre più distruzione e più vittime. Distrutti aerei, carri armati ed armi varie, prodotti cadaveri, bisognerà continuare a produrre ancora altre armi. Le industrie della guerra si arricchiranno sempre più e si avvierà una spirale incrementale (in parte già in atto). Risorse, soldi per armi e distruzioni che necessiteranno di ulteriori risorse economiche per la produzione di nuovi ordigni. Con buona pace, è il caso di dire, degli investimenti per la lotta ai cambiamenti climatici, per la spesa sanitaria e sociale.
Il nostro premier ci ha ricordato, qualche tempo fa, che la deterrenza militare era una delle strategie più utilizzate, dagli antichi romani (si vis pacem, para bellum) per garantire pace e stabilità. Meglio sarebbe stato se avesse detto: si vis pacem, para pacem!
Dimentica però di dire che, ai tempi dell’impero romano, quando scoppiavano le guerre, in battaglia ci andavano anche i re, i governanti e le loro famiglie. Che succederebbe ora se, in guerra, dovessero andarci anche gli attuali governanti, i politici e le loro famiglie?