Qualche sera fa ho partecipato ad un
vivace tavolo interculturale. Vi erano
rappresentate otto nazionalità che
andavano dai paesi Europei ed extra Europei, ai Paesi Arabi e dell’Africa
Centrale e ovviamente con la rappresentanza di due illustre napoletane.
Motivo dell’incontro: una rimpatriata per
mangiare insieme una pizza napoletana! Questa serata mi ha suscitato una serie
di osservazioni, forse un po’ leggere, su un tema molto complesso come
l’incontro fra culture! Volavano battute e risate sulle nostre differenze
culturali, ma anche osservazioni profonde e sincera preoccupazione condivisa
per l’attuale situazione nel mondo. Ciò che ci univa al tavolo non è stata solo
la pizza ma un percorso fatto insieme negli anni, con fatica, frustrazioni ma
anche grandi soddisfazioni ottenute lavorando insieme sul tema
dell’integrazione fra culture. Infatti, il gruppo era composto da sette
mediatori culturali, un medico dei servizi sanitari e due ex dirigenti dell’ASL
(le storiche del gruppo). Ruoli diversi ma uniti da un obiettivo comune: dare
servizi sanitari e sociosanitari a persone di tutte le culture, giunte in
Italia in condizioni di disagio sociale. Il nostro presupposto di partenza,
condiviso da tutti, era che “le differenze interculturali, se ben affrontate,
sono una ricchezza e non un problema”.
Torno al nostro tavolo… chi vedeva nella
situazione attuale l’ombra delle vecchie colonizzazioni e guardava verso di me:
la britannica (d’origine) presente al tavolo; chi faceva osservazioni sulle
diversità culturali dei paesi mussulmani e guardava verso i nostri commensali
arabi; chi parlava di guerre, di oscuri
poteri economici, di mass media con notizie svianti e tendenziose ... e ci guardavamo l’un l’altro annuendo.
Poi ci siamo guardati, noi Europei,
ciechi finora ai drammi delle guerre oltre confine, unica percezione: i
trafiletti dei TG sugli sbarchi, visti e raccontati senza empatia e solo con la
preoccupazione di come stravolgeranno il nostro statico mondo di “pace”, senza
scorgere il dramma umano nelle foto di chi fugge con i bimbi in braccio, i
nonni sulle spalle, straziati da separazioni e filo spinato!
È l’Europa che si sveglia con gli attentati. La “shock economy” descritta
da Naomi Klein che trasforma i nostri assetti approfittando dei disastri e
dando via libera alle armi ed alla guerra con l’imposizione della pace in nome
della democrazia. E chi sono le vittime? I mass media accendono la paura di noi
occidentali facendoci percepire solo gli attacchi al mondo occidentale ed alla
cristianità. Tacciono o danno meno
risalto che, prima di noi, il numero più
alto di vittime è proprio fra le persone di fede musulmana. Guerra di
religioni? O piuttosto “guerra alla religione”, alla spiritualità dell’uomo, a
quella parte etica del suo comportamento, là dove nascono la solidarietà ed il
reciproco riconoscimento e rispetto fra esseri umani, là dove le radici
culturali dei nostri antenati sono parte integrante e vitale delle nostre
culture. Il potere di oggi combatte contro questo tipo di cultura, contro
questo tipo di “uomo”.
Con questi pensieri e questi dialoghi
l’appetito se ne andava via! Ma ha vinto la nostra capacità di autocritica, di
saper fare ironia costruttiva, di stare al gioco senza offendersi per le nostre
diversità e per la nostra maturazione d’individui che lavorano insieme per il
bene comune, senza arrendersi.
E in più ha vinto la pizza! Il piacere di
mangiare insieme un piatto della cultura napoletana. Ma anche qui è stato
inevitabile commentare i mali di questa città dove viviamo insieme: della
condizione dei giovani napoletani, dell’arruolamento nella camorra e altro
ancora…
Dopo tanto discutere la cosa che mi piace
sottolineare è che, malgrado i disagi,
che affioravano dai nostri vissuti culturali, siamo stati bene insieme, ci
siamo salutati con affetto, ed ognuno è tornato ad intraprendere il suo
percorso individuale e di gruppo. La condivisione di un’esperienza attorno alla
tavola ed alla fragranza del buon cibo fa sì che ogni incontro è predisposto
bene.
Viva
gli incontri multiculturali ma soprattutto: Viva la pizza!
Christina
Harrison