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Parodi – Russo

(secondo racconto con il  dott. Parodi; il primo è stato pubblicato il 28 novembre 2016 – NdR)

Il dott. Carlo Parodi è di origine genovese. Ama il mare e la sua passione per la vela è pari solo alla passione per la psichiatria, per lo studio della mente umana, delle sue funzioni e delle sue perversioni. È un gran curioso, eccessivamente attento ai dettagli, in maniera tale da farlo sembrare pettegolo. Una cosa è certa : è spesso assalito dai dubbi, ha poche certezze ed alle volte  si mostra titubante ma, ciononostante, è molto amato dai suoi  pazienti; le persone sono attratte più dalle sue domande, dalle sue pause  che dal suo carisma. Si appassiona alle storie di vita delle persone, alcune delle quali insopportabili e ripetitive, ma altre capaci di suscitare un transfert positivo che travalica la  professionalità e diviene libera relazione. E’ uno psichiatra molto particolare: ad esempio fa l’esame obiettivo ai suoi pazienti, li visita insomma, cosa che, di solito, gli psichiatri non fanno.
Di lunedì, in una splendida giornata di sole invernale, entra nel suo studio Luigi Russo, un uomo magro, occhi e capelli scuri, cappotto di lana pesante come di chi ha freddo interno.
P. Si accomodi, è la prima volta che c’incontriamo? mi ricorda il suo nome e l’età ?
R. Si è la prima volta che vengo al suo studio. Mi chiamo  Luigi Russo, 46 anni
P. il motivo per il quale è qui stamani ?
R. Dolori, egregio dottore, dolori allo stomaco ed alla pancia, difficoltà a digerire; i disturbi mi affliggono da molto tempo; pensavo di farcela da solo; poi mi sono rivolto a vari medici, specialisti ma con scarsi risultati; ecco ecografia, TAC con e senza contrasto, analisi del sangue; nulla, mi dicono che non c’è nulla; il mio medico di base è gran bella persona, ma non mi ascolta, il gastroenterologo, una donna molto affascinante,  continua a darmi farmaci che mi fanno star meglio  al momento e poi i dolori  ritornano. Alla fine mi hanno detto : sarà lo stress, il super lavoro, forse le conviene consultare uno  psichiatra, saranno disturbi nervosi. Ed eccomi qui da lei.
P. Ha una bella parlata, è di origini siciliane?
R. Ragusa, sono nato a Ragusa. Mio padre aveva un negozio di alimentari, a Verona; conobbe mia madre, siciliana, non potè resistere al suo fascino e si trasferì a Ragusa.
P. Ora dove vive ?
R. Dopo aver fatto l’università a Palermo vivo in questa città ormai da più di dieci anni.
P. Di cosa si occupa ?
R. Dirigo la filiale di una multinazionale che produce cibo per gatti, anche per altri animali. È un lavoro complesso in un’epoca in cui c’è più attenzione al cibo per cani e gatti che a quello per noi umani.
Andrea, la gatta del dott. Parodi, aveva un udito raffinato, ebbe un sussulto, si mostrò molto sollecitata dall’argomento e si avvicinò sospettosa alla stanza dove i  due parlavano;  spalancò gli occhi, spolverandosi il naso con una zampa e sembrò interessata a capire come andava a finire.
P. Dunque lavora molto.
R. Posso tranquillamente dire che lavoro solamente. Vivo da solo, non ho mai tempo e prima che me lo chieda le dico che fumo 30 sigarette al giorno e prendo una diecina di caffè; sarà anche banale ed in linea con quanto fanno coloro che lavorano molto, ma non ho alcuna intenzione di smettere di fumare e prendere caffè. 
P. Non è una gran bella cosa, tutto sarà più complicato, ma se non c’è altra scelta dovremo trovare una cura anche così; freddoloso, lei è molto freddoloso ?
R. si molto, amo il caldo.
P. Potremmo dire freddoloso e frettoloso dunque?
R. Dottore mi scusi se sembro inopportuno,  ma le vengono spontanee queste riflessioni o ama i giochi di parole ?
P. Intendiamoci subito : le domande le faccio io. Come dorme ?
R. Male, che vuole che le dica. Mi sveglio spesso alle 4 in preda a pensieri e preoccupazioni, rimango sveglio per ore; alle volte mi riaddormento e quando alle 7 suona la sveglia, mi alzo intontito, confuso e molto arrabbiato. Con un mal di testa che non le dico. Poi il senso del dovere predomina e mi metto in moto. Prevale l’efficienza, riprendo la mia attività, mi metto in gioco. La competizione è molto alta nel mio mestiere e bisogna essere sempre all’altezza. Inutile dirle che tutto ciò mi rende molto irritabile. Alle volte resto sorpreso per come mando a quel paese i miei collaboratori anche per cose futili. Poi me ne pento, ma ormai è tardi perché  sono sollecitato da nuove richieste, da nuove pressioni.
P. Coerente. Il suo stile di vita è frequente tra i  manager d’azienda; di conseguenza c’è da attendersi che mangi  male ed abusi sovente di alcoolici ?
R. inutile negare che mi piace mangiare e mangio molto; sarò magro per costituzione, almeno così mi dicono i medici; alcool diceva, si quanto basta; mi piace molto il vino meno i liquori, ma una bella grappa dopo pranzo ci sta proprio bene, o no ?
Il dott. Parodi pensò : un caso scolastico, un manager nevrotico, che mangia e beve molto, fumo e caffè in abbondanza. Questo è il tipico  candidato ad un bell’infarto,  tra qualche anno. Chi sa se ha anche una predisposizione familiare.
P. Mi dica i suoi genitori sono vivi?
R. Mio padre è morto d’infarto a 56 anni. Mia madre ne ha 78, credo stia abbastanza bene, cammina e vede poco,  ma vuol stare da sola. Vive sola a Ragusa. Le mie due sorelle sono andate via presto da casa. Migrazione d’affari, d’amore e di necessità. Come è stato del resto per me. Le telefono tutte le sere. In vita mia non ho mai preso una decisione senza averla condivisa con lei. I suoi suggerimenti valgono oro. Da qualche tempo è  diventata irascibile più di me. Una donna che è stata bellissima e che non accetta ora d’invecchiare. Era priva di tenerezza e sensibilità, carattere fermo e penetrante, non mi ha mai dato una carezza. Adesso è più indulgente con me, mi giudica con occhio meno severo. L’ultima volta che l’ho incontrata aveva un’espressione che non avevo mai visto prima. Mi voleva convincere ad andare da una vecchia zingara che predice il futuro. Diceva che era preoccupata per me. Diceva che dovevo conoscere il mio destino, prevedere ciò che poteva succedere. Le ho promesso che la prossima volta che c’incontriamo a Ragusa, andremo insieme dalla vecchia zingara.
Per ora, pensò Parodi, è venuto da me, prima di andare dalla zingara; del resto la mia capacità di predire il futuro, di fare una prognosi non è di certo molto superiore,  ma  lui non lo sa. Parodi era infastidito dalla presenza di questo bell’uomo nevrotico e gran lavoratore. Fece di tutto per non farglielo capire ma pensò : “adesso mi faccio pagare la visita, gli prescrivo 4 ansiolitici, gli consiglio di andare dalla zingara e me lo levo di torno, questo Luigi Russo mi sta un po’ sui coglioni”. Stava quasi per farlo. Si riprese e con tono molto professionale profferì le parole che servivano : “adesso si spogli che devo visitarla”


Lucia Rosa Mari (lurosa.mari@gmail.com)