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Pillole di Saggezza

In campagna elettorale tutti promettono tutto. Qualche candidato più saggio si limita a non fare troppe promesse ma presentare programmi credibili.  Fortunatamente tra un po’ quanto meno i  sondaggisti andranno in silenzio stampa. Forse è il momento di riprendere alcune riflessioni di Michele Ainis, giurista docente all'Università degli Studi di Roma III che, nel suo volume,  “La piccola uguaglianza” (Einaudi 2015) offre spunti di riflessione politica davvero interessanti. Ne riportiamo alcune che, a nostro avviso, sono vere e proprie “Pillole di Saggezza” (NdR)
“Il diritto è regola generale, se no non è più diritto è privilegio. Il privilegio, alla lettera privata lex, è la legge rivolta a categorie o a soggetti ben determinati, anziché alla generalità dei cittadini. Ogni privilegio reca quindi in sé una discriminazione, una norma singolare, una deroga alla regola.”

“Il sud: lo scantinato d’Italia dove la disoccupazione pesa il doppio, record di precariato e lavoro nero. Dai trasporti pubblici alla sanità, istruzione abbandono scolastico, raccolta differenziata, erogazione acqua potabile fino ai redditi, la ricchezza complessiva,    dal momento che il PIL di Milano è tre volte quello di Crotone.”

“La regola non scritta del principio d’eguaglianza è: il principio vale per i corpi piccoli non per i più grandi. Occorre quindi prestare attenzione alle microdiseguaglianze e non alle grandi ingiustizie della terra. Affrontarle ad esempio all’interno di un micro sistema, come l’Italia. Occorre usare il microscopio non il cannocchiale. Di più non ci è consentito. Sarebbe già tanto somministrare qualche grammo d’equità all’interno dei nostri quartieri. Un proverbio cinese dice : “tieni pulito davanti casa tua e presto tutta la città sarà pulita”

“L’eguaglianza assoluta renderebbe impensabile l’idea stessa di ordinamento giuridico, giacché ogni ordinamento distingue giocoforza tra colpevole e innocente, creditore e debitore. Senza diritto, senza ordinamento cadremmo nella maledizione sperimentata dagli Incas, dove tutti i reati erano il medesimo reato e tutti venivano puniti con la morte. Bisogna contentarsi quindi di una “disuguaglianza ben temperata” (John Rawls), o di una “eguaglianza relativa” se vogliamo rovesciare la formula senza alterarne il risultato. Tale obiettivo, teorico ma al tempo stesso pratico si traduce in una prospettiva di “eguaglianza molecolare”, una piccola eguaglianza fra categorie, fra gruppi, fra blocchi sociali. Non fra gli individui, non per la generalità degli esseri umani. Una proposta minima ma non minimale che, se applicata, determina comunque effetti dirompenti.”

“Far parti uguali tra disuguali è un’ingiustizia (Lorenzo Milani). Il concetto di eguaglianza rinvia al concetto di giustizia. Che cos’è la giustizia? Rendere a ciascuno il suo, ciò che gli spetta. Pura tautologia, il concetto di spettanza non è infatti meno oscuro di quello di eguaglianza. Da qui la difficoltà d’individuare un metro di misura.”

“Nonostante gli sforzi di filosofi e giuristi nessun altro tema si è rivelato altrettanto inafferrabile. Questo perché l’eguaglianza è una categoria della politica più che un caposaldo del diritto. E la politica si accompagna ad una scelta tra interessi e valori. Quindi circoscriverne lo spettro aiuta a dominarne gli esiti. Da qui la piccola eguaglianza, l’eguaglianza molecolare può aiutarci a procedere per specificazioni, per sottrazioni successive.”

“Fin dalla Declaration del 1789 eguaglianza significa che tutti i cittadini possono rivestire un ruolo pubblico senz’altra distinzione della loro virtù e del loro ingegno. L’eguaglianza promessa si fonda così sul merito. Ma chi sono i meritevoli? Come si fa a distinguerli? È utile in primo luogo la distinzione tra disuguaglianza naturale e politica (Rousseau) : la prima racchiusa nelle differenze d’età, salute, forze fisiche, qualità spirituali; la seconda che avvantaggia taluni in ricchezza, nobiltà, potere.”

“La legge interviene anche per mitigare il danno sociale che s’accompagna a disuguaglianze naturali (deficit di salute, handicap, anziano fragile etc.). ma lo specifico territorio su cui agisce il principio d’eguaglianza è costituito dalle disuguaglianze politiche, sociali, quelle su cui interviene specificamente la legislazione, le uniche giuridicamente rilevanti. Che colpa ha un soggetto d’essere venuto al mondo in una città del sud e resti perciò senza lavoro o con un lavoro penalizzato rispetto al suo titolo di studio ?”

“La politica deve occuparsi dei gruppi deboli. Aristotele diceva che le lotte sociali divampano quando gli eguali ricevono cose  diseguali (1) o i diseguali ricevono cose eguali (2). Applichiamo la prima quando asseriamo che la legge è uguale per tutti. Applichiamo la seconda quando aumentiamo il prelievo fiscale per i più ricchi rendendo la tassazione progressiva.”

“La storia del principio d’eguaglianza è segnata dalla necessità di differenziare le situazioni ed i casi. Si è passati cioè da un’idea astratta valida per tutti (stato liberale ottocentesco), per l’indistinta platea dei cittadini, all’esigenza di misurare le categorie, i diversi corpi collettivi (welfare state – stato sociale), anticipato dall’esperienza del New Deal di Roosevelt e poi codificato nelle Costituzioni del secondo dopo guerra. Quindi dall’eguaglianze formale a quella sostanziale, conclamata nei due commi dell’art.3 della Costituzione Italiana.”

“Il reddito di cittadinanza: forma di sussidio per i più poveri a condizione che questi ultimi s’impegnino a seguire un percorso d’integrazione nel mondo del lavoro o di recupero sociale, come la frequenza a corsi di formazione. Insomma nessun pasto gratis per i fannulloni. Funziona così in tutta Europa tranne in Italia e Grecia. In tutti i paesi (tranne I. e G.) l’intervento pubblico configura un welfare di natura contrattuale attraverso un patto con lo Stato; se il beneficiario non rispetta i propri impegni perde il contributo. Differenza assoluta con la cassa integrazione, le pensioni d’invalidità o assegno di assistenza che non si preoccupano di offrire uno sbocco occupazionale alle persone ma sono merce preziosa per il voto di scambio.”