“Non in nome mio” è la frase molto significativa che Andrea Camilleri ha pronunciato in un video che circola online per stigmatizzare i comportamenti del governo italiano nei confronti dei migranti e non solo.
Ancora più preciso e deciso Gino Strada, il medico fondatore di Emergency che, ha definito, l’attuale governo formato per metà da fascisti e per metà da coglioni.
Se visionate il video di Camilleri (fanpage.it), vi accorgerete come l’anziano ed indomito Camilleri promana una forza, una determinazione, una volontà di ribellarsi che è contagiosa.
Partiremmo da questi due esempi per dire che, non è sufficiente guardare e condividere, scambiarsi informazioni; la situazione che si sta strutturando in Italia è già davvero grave e può portare a conseguenze ancor più gravi. Per riprendere le parole di Gino Strada, la metà impreparata, stolta e presuntuosa dell’attuale governo può condurci ad un disastro economico finanziario con drastica riduzione dei servizi alla persona (sanità, istruzione, pensioni etc.). La metà fascista, sta imponendo una svolta reazionaria mai vista in Italia negli ultimi settant’anni che, ad ora, colpisce i migranti e i rom, in quanto più deboli e facilmente aggredibili. Lasciandoli fare, si arriverà a colpire i diritti civili e i diritti di cittadinanza delle persone.
Tutto ciò avviene con la maggioranza degli italiani a favore dell’attuale governo. È questo l’elemento più preoccupante. Cento anni fa, nel primo ventennio del 1900, succedeva qualcosa del genere. Dagli anni 20 si è ben incistato, nella testa della maggioranza degli italiani, il pensiero fascista e, nel 1938, l’approvazione delle leggi razziali, avvenne con il pieno appoggio del popolo.
Gli storici ed i politologi salottieri e più accorsati dicono che non si ripeterà. Non è vero che si corrono rischi di tal fatta; anzi il paventare scenari futuri fascisti o razzisti è controproducente. Va bene, tanto “del doman non c’è certezza”. Ma quello che sta avvenendo in Italia in questi mesi è una vera schifezza. Lasciare morire le persone in mare, addossare la colpa sulle ONG che stanno in mare per salvare vite umane, non fare attraccare nei porti italiani navi cariche di persone, donne e bambini, ma anche uomini giovani con ferite da torture, bruciature agli arti provocate dai carburanti e dai gommoni, è qualcosa di disumano, contro i principi non solo etici ma anche politici del vivere in comunità.
Purtroppo quel che sta avvenendo in questi mesi non sta bene solo all’attuale governo, ma anche alla maggioranza del popolo italiano. Di quel cattolicissimo popolo italiano che, tra le parole pronunciate all’Angelus da Papa Francesco e la propaganda di Salvini, sceglie quest’ultima.
Allora il “non in nome mio” di Camilleri va ripreso da ogni persona che non ci sta a vivere in un’Italia da schifo come quella attuale. Non basta scambiarsi messaggi su WhatsApp. Occorre prendere posizione. Per parte nostra vogliamo raccontare, dar voce a quanti vorranno raccontare, ogni lunedì, storie, episodi, fatti che diano sostanza e continuità ad un’opposizione civile all’attuale stato di cose.
La Redazione