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Cosa accomuna Ponza e Calitri?


Nulla. A prima vista nulla accomuna due luoghi così diversi, così distanti strutturalmente tra loro.
Ponza, isola di origine vulcanica, grotte e faraglioni,  il mare cristallino, luogo di pescatori d’inverno e turisti in estate,  dove tutto costa ben più della media, affollata di uomini e barche in estate e spopolata d’inverno, come tutte le piccole isole che vivono la schizofrenia, fatta di depressione invernale  ed iperattività estiva.  I Ponzesi sono di origine in parte ischitana e in parte  torrese (del greco), in quanto i Borboni, a fine settecento, inviarono sull’isola, al tempo deserta, coloni provenienti da Ischia e da Torre del Greco per ripopolarla. A Ponza si parla tuttora il dialetto napoletano, leggermente modificato. Ponza  faceva parte della Campania, ma è ormai parte della Regione Lazio, provincia di Latina, da più di ottant’anni.
Calitri, comune dell’Alta Irpina, provincia di Avellino, collinare, verdeggiante, tranquillo, dove si lavora la terra, si vive con poco, tutto costa meno della media, dove è presente un importante  scuola d’arte e di produzione della ceramica. Luogo, come in genere lo sono le zone interne del sud, di gente avvezza al lavoro manuale, ma al tempo stesso di intellettuali e politici alcuni dei quali di levatura nazionale. Basti ricordare che sono stati di natali irpini,  alcuni dei Ministri e Presidenti del Consiglio più significativi degli anni ’70 e ’80 del secolo scorso. Gli Irpini sognano di staccarsi dalla regione Campania, ed aderire, caso mai,  al Molise,  perché ritengono di essere sacrificati sull’altare dei privilegi storicamente assegnati alle zone costiere.
I Ponzesi in primavera ed estate vivono stagioni di affari, di affollamento e confusione, di arrivi e partenze, di piena occupazione, con i giovani tutti al lavoro. I più fortunati prendono le indennità di disoccupazione nei mesi invernali. D’inverno continua l’attività di pesca che i ponzesi non hanno mai abbandonato e i lavori edili. Occorre manutenere le case, gli alberghi e i negozi, renderli sempre più funzionanti e belli perché a Pasqua, quando arrivano i turisti, bisogna farsi trovare pronti. In edilizia, oltre i ponzesi, lavorano da anni immigrati rumeni che hanno un vero e proprio insediamento a Ponza. Gli uomini fanno i muratori, le donne fanno le badanti. A Ponza si continua a fare figli. Forse, in media, anche più di quanti se ne fanno in Italia. Sarebbe importante che il Comune analizzasse i dati sulla natalità e li rendesse pubblici. Potrebbe essere un vanto per l’isola. Chi vive a Ponza d’inverno soffre la solitudine e l’abbandono, quando fa buio presto e per strada non s’incontra nessuno.  Sono in pochi a rimanere d’inverno sull’ “amato scoglio” come definiscono Ponza, eufemisticamente, coloro che la amano ma d’inverno vivono altrove, a Roma, a Formia o, sempre meno, a Napoli. Circa 3500 sono i residenti a Ponza, popolazione stabile negli ultimi 10 anni ma, d’inverno, sull’isola, ne rimangono molto meno.
Calitri  ha una sua stagione estiva, quando rientrano gli emigrati, in agosto, per respirare l’aria di casa  e salutare quel che resta delle loro famiglie. Quindi in estate Calitri si ripopola. Sono sorti  ristoranti, alberghi e bed and breakfast, dove si mangiano le  “cannazze” calitrane ed i prezzi sono davvero contenuti. Calitri da qualche anno, in estate non è più il luogo tipico, di “quel meridione ridotto all’osso”, raccontato da Manlio Rossi Doria. Da qualche anno dicevo, da quando cioè un  cantante e scrittore di padre calitrano, Vinicio Capossela,  organizza lo Sponz Festival. La kermesse che, anche quest’anno, dal 19 al 25 agosto, porterà a Calitri, Cairano, Lacedonia, Sant’Angelo dei Lombardi,  circa 30.000 persone, tra musica, teatro, poesia, letteratura. Una manifestazione culturale di alto livello in una zona dove la cultura  contadina mostra tutta la sua forza. Ma dopo, nel lungo autunno ed inverno, calato il sipario sulle manifestazioni d’agosto, si torna nel deserto ed alla dura realtà delle cifre, tutte negative. Calitri conta ora 4500 abitanti, negli anni 50 erano più di 9000, negli ultimi 20 anni ne ha persi 2000. Come del resto tutti i paesi limitrofi della bellissima e verde “Alta Irpinia”, paesi abbandonati dove si svuotano le case e non ci sono più giovani. Il sindaco di un paese vicino, Teora, è arrivato ad ipotizzare 5000 euro a fondo perduto per chi acquista una casa (prezzo medio dai 20000 ai 40000 euro), un biennio esentasse comunali, per chi prende residenza lì ed iscriverà lì il figlio a scuola. 
Cos’anno dunque in comune Ponza e Calitri. Forse molto più di quel che si può pensare a prima vista. Hanno, per noi, in comune,  di essere i luoghi più amati da Lucia Mastrodomenico che a Calitri è nata e riposa per sempre. A Ponza, dall’età di 20 anni, ha trascorso lunghi periodi, non solo d’estate, e ne ha condiviso a fondo  i piaceri e le atmosfere.
In particolare sono due gli aspetti che accomunano Ponza e Calitri, cose che Lucia ha più volte raccontato: la bellezza dei luoghi; la forza delle donne.
Superfluo soffermarsi sulla straordinaria bellezza di Ponza, nonostante i ponzesi non riescano a valorizzarla  come meriterebbe. Troppo occupati del loro singolo “particolare”, a massimizzare i profitti estivi, si sono mostrati sinora incapaci di progettare qualcosa che tuteli davvero l’ambiente naturale dell’isola. Litigi e divisioni impediscono che progetti validi siano pensati ed attuati. Quali ad esempio  l’apertura del Museo, la raccolta differenziata dei rifiuti, la tutela delle coste, in gran parte a rischio crollo. Servono idee e coesione per mettere in pratica iniziative di tutela paesaggistica. E’ un vero peccato che l’ambita “Bandiera Blu” venga data a luoghi che hanno mare non certo più bello  di Ponza, ma che hanno saputo, negli anni, tutelare mare e natura, rendere i luoghi accessibili, attuare progetti di sostenibilità ambientale.  
Inattesa, per chi arriva la prima volta, la straripante bellezza della parte vecchia di Calitri. Vedere per credere. La parte vecchia del paese, tirata a lucido e curata nei particolari dai Calitrani, attenti alla conservazione dei luoghi, non riesce a divenire polo di attrazione per giovani e famiglie. Facile considerare che, mentre il mare favorisce storicamente gli scambi, le zone interne collinari, favoriscono la stagnazione, costituendo la parte povera di un territorio dove la polpa, era ed è la zona costiera.
Le donne di Ponza, come quelle di Calitri, sono forti ed autorevoli. Si potrebbe obiettare: più in famiglia, nel privato, dove il loro ruolo è indiscutibile, che nella vita pubblica. Ma non è così.
Certo i sindaci di Ponza e Calitri sono maschi e forsi mai una donna è stata sindaco dell’isola o di Calitri. Poco importa. Testimonianze, racconti, innumerevoli esempi, in tutt’e due i casi, possono dimostrare come il ruolo delle donne, anche nelle decisioni pubbliche, è sempre stato molto significativo se non dominante. Anche in questi luoghi, le donne, come ci ha sempre ricordato Lucia, sono state protagoniste della continuità della specie umana, maestre delle relazioni. Forti di una forza che tante volte le si è rivoltata contro.   

RL