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Matteo Maria Zuppi, dal 2015 arcivescovo e cardinale di Bologna, romano, 66 anni, è stato recentemente nominato Presidente della Conferenze Episcopale Italiana (CEI) da Papa Francesco. Negli anni 80 ha svolto la sua attività nella Basilica di S.Maria in Trastevere di Roma, molto amato  e ricordato con il nome di don Matteo. Ha collaborato a lungo con la Comunità di Sant’Egidio. Molti sono quelli che hanno gioito per la sua nomina sia tra i credenti che tra i non credenti. 

Riportiamo alcune suoi frasi sul lavoro riprese da una lettera che, il neo Presidente della CEI, ha rivolto  a chi lavora nelle Istituzioni, richiamando l’importanza del servizio alla comunità e per il bene comune. Passare dal dilettantismo alla competenza, ritrovare il senso dei limiti, riappropriarsi di umiltà e spirito di servizio. (RL).

 

“E’ necessario saper passare dal dilettantismo alla competenza, dalla felicità individualistica al sacrificio per star bene tutti, dall’apparenza alla sostanza, dal successo rapido e a tutti i costi alla costruzione paziente di quel che dura, dal fare le cose per il consenso, per il potere, per la considerazione e il ruolo sociale, a farle solo perché sono giuste, insieme e non da soli, anche se lì per lì sembra convenire meno”

 

“Ogni generazione è chiamata a riappropriarsi dei valori e delle virtù costituzionali. A saper fare unità. Per questo dobbiamo ritrovare tutti il senso dei limiti. È un concetto che nella Costituzione , proprio perché preoccupata di rendere concreti i diritti, ricorre ben diciassette volte, a cominciare dall’art. 1, dove lo si ricorda a ciascun cittadino, come membro del popolo sovrano; ma anche nell’art.42 quando, nel garantire la nostra proprietà privata, si preoccupa di aggiungere che possono servire limiti per assicurarne la funzione sociale”

 

“Sono proprio gli impieghi meno considerati e giudicati umili che servono di più. Tutti servono! Ogni lavoro deve essere fatto con umiltà per poter essere contenti, perché serva agli altri e non alla nostra affermazione personale”

 

“Quella che chiamiamo Istituzione è fatta di persone ed è proprio lei, e quanti s’impegnano in mille modi per rendere umana e bella la nostra casa comune…Ogni persona è tale se è amata e difesa, come ogni persona è insignificante quando questo sguardo manca. È necessario che tutti coloro che lavorano nelle e per le Istituzioni ritrovino un vero spirito di servizio e che nel contempo tutti i cittadini sappiano ritrovare e ricostruire la propria fiducia verso le istituzioni”