Pubblichiamo di seguito un pezzo inerente la Relazione Sullo Stato Sanitario del Paese 2017 – 2021 (tratto da “Quotidiano Sanità” ). La “Relazione”, importante strumento per la conoscenza dello stato di salute del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e per la programmazione, mancava da 8 anni. Dalla lettura della Relazione emergono aspetti molto significativi sul SSN.
Si evince che permane una sottovalutazione della spesa sanitaria (il finanziamento attuale è più vicino a quello dei paesi dell’est europeo che a quello dei nostri partner storici – Francia, Germania etc.). Aumenta la spesa verso i privati (in special modo accreditati). La spesa per beni e servizi supera (per la prima volta) la spesa per il personale. La spesa per la medicina di base (la tanto invocata medicina territoriale che dovrebbe assicurare il filtro verso gli ospedali e contribuire a svuotare i pronto soccorso) rimane, in percentuale, estremamente bassa (6% del totale).
Quindi le sfide per il nuovo governo e il nuovo Ministro della Salute sono tante e ci vuole una forte volontà politica per affrontarle: assicurare maggiori risorse economiche al SSN; far assumere nuovo personale e pagarlo di più, secondo standard in essere, ad esempio in Francia e Germania; potenziare le attività della medicina territoriale e pagare di più e meglio (con incentivi legati ai risultati raggiunti) i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta; potenziare la telemedicina e l’assistenza domiciliare; assicurare più risorse alle regioni meridionali per diminuire la distanza tra assistenza sanitaria offerta al nord e centro, rispetto a quella del sud d’Italia. Da anni sappiamo che la speranza di vita alla nascita è più bassa per chi ha la ventura di nascere in una regione meridionale. Negli ultimi anni si è dimostrato (come ha ben messo in luce la gestione della recente pandemia da Covid) che, dare più risorse economiche alle regioni del sud, significa ottenere risultati positivi ben evidenti, come si è verificato, ad esempio, in Campania, Puglia, Sicilia.
Vi sono risorse economiche aggiuntive, legate a Missione 5 e 6 del PNRR, cui far riferimento, per raggiungere gli obiettivi sopra elencati. C’è da mettere in essere un lavoro di programmazione e coordinamento delle regioni cui, come ben noto, spetta la gestione della sanità attraverso le aziende sanitarie locali e le aziende ospedaliere. C’è da potenziare il SSN e dare fiato al personale. C’è da considerare il SSN un investimento e non solo una fonte di spesa. Ci riuscirà il nuovo governo? È l’augurio che ad esso rivolgiamo; governo che gode di una maggioranza politica forte e chiara nei due rami del parlamento. (RL)
Relazione Stato Sanitario del Paese 2017-2021. Con la pandemia boom spesa per beni e servizi che supera quella per il personale. E nel 2021 torna a crescere quella per gli acquisti da privato
Tratto da “Quotidiano Sanità” del 20 ottobre 2022
di L.F.
Sono alcuni dei numeri contenuti nella Relazione del Ministero della Salute che mancava da otto anni. La spesa per consumi intermedi (in gran parte farmaci ospedalieri e dispositivi medici) è diventata la prima voce con il 31,46% del totale pari a 39 mld. Segue quella per il personale al 30,29% e l’assistenza da privato che tocca il 20,53%. Per la medicina di base la spesa è vicino al 6%. Nella relazione anche i dati sullo stato di salute degli italiani e sulla pandemia
Con la pandemia si è registrato un vero e proprio boom della spesa per i consumi intermedi (beni e servizi tra cui i farmaci e i dispositivi medici sono l'ago della bilancia). Dal 2019 al 2021 la spesa è cresciuta di oltre il 10% e ad oggi rappresenta oltre il 31% del totale della spesa sanitaria del 2021. A mettere nero su bianco questo andamento è la Relazione al Parlamento sullo Stato Sanitario del Paese 2017-2021 appena pubblicata dal Ministero della Salute dopo 8 anni in cui non era stata redatta.
Questo trend ha fatto si che la spesa per i consumi intermedi sia diventata la prima voce di spesa. Segue quella per il personale al 30,29% e l’assistenza da privato che tocca il 20,53%.
La spesa sanitaria: Sulla base dei dati depositati dalle Regioni e dalle Province Autonome nel Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) con riferimento al 4° trimestre 2021, la spesa complessivamente sostenuta del Servizio sanitario nazionale (SSN) per la garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ammonta, nell’anno 2021, a 124.176 milioni di euro. Nel periodo in esame, 2017-2021, si evidenzia un andamento crescente, passando da 113.590 milioni di euro nel 2017 a 124.176 milioni nel 2021, con un incremento complessivo, nell’intervallo di tempo considerato, di circa il 9,3%. L’incremento più significativo si rileva negli anni 2020 (+3,3%) e 2021 (+3,2) a causa dei maggiori costi sostenuti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19.
Principali novità: Fino al 2019 la spesa evidenzia un andamento complessivamente costante, determinato dall’effetto frenante dei vari interventi in tema di contenimento e razionalizzazione imposti dalla normativa nazionale e regionale, che hanno interessato tutte le componenti ma particolarmente il personale e gli acquisti di prestazioni di assistenza ospedaliera e specialistica da operatori privati accreditati. Si rappresenta di seguito la composizione della spesa con riferimento all’anno 2021 e ’incidenza percentuale di ciascuna componente. Con riferimento all’andamento dei singoli aggregati di spesa si evidenzia quanto segue. Redditi da lavoro dipendente
Costo personale: L’aggregato ricomprende i costi del personale degli Enti del SSN, appartenente ai ruoli sanitario, professionale, amministrativo e tecnico, nonché il costo relativo alla corresponsione dell’indennità per il personale universitario (“Indennità De Maria”). A partire dal 2017 il costo rilevato presenta un andamento crescente, sia a causa dei rinnovi contrattuali intervenuti con riferimento al triennio 2016-2018, sia per la cessazione di vincoli derivanti da norme nazionali orientate al contenimento e razionalizzazione della spesa e, con riferimento al 2020, per le nuove norme volte al rafforzamento del SSN per il contrasto all’emergenza da Covid-19. Il costo rilevato nel 2021 rappresenta circa il 30% del totale della spesa complessivamente sostenuta dal SSN. Nel periodo in esame, 2017-2021, si evidenzia un incremento del 9,52%, passando da 34.268 a 37.615 milioni di euro.
Consumi intermedi: I consumi intermedi incidono, nel 2021, per il 31,5% circa sul totale della spesa sanitaria. L’analisi del trend si caratterizza, nell’arco di tempo considerato, da un incremento significativo nel 2020 con un peso percentuale del 10,2% rispetto al 2019. Negli anni fino al 2019 la dinamica risulta invece contenuta grazie allo sviluppo di strumenti a supporto delle Regioni, quale per esempio la centralizzazione degli acquisti, e all’imposizione di tetti che hanno contribuito al contenimento della spesa. Tra le voci di costo più significative all’interno dell’aggregato sono da segnalare gli acquisti diretti di farmaci, a livello territoriale e ospedaliero, e di dispositivi medici. Con riferimento ai farmaci, in particolare, va considerato l’effetto del potenziamento della distribuzione diretta che ha determinato comunque una crescita della spesa nonostante le misure di contenimento.
Farmaceutica convenzionata: La spesa tra il 2017 e il 2020 è passata da 7.592 a 7.374 milioni di euro con una variazione percentuale negativa del 3,5% tra il 2019 e il 2020 dovuta alle restrizioni legate all’emergenza da Covid-19. L’andamento dell’aggregato negli anni in esame è determinato anche dalle misure di contenimento, incluso il tetto di spesa, adottate ormai da molti anni e dalla spinta verso la distribuzione diretta e per conto dei farmaci.
Medicina di base: I costi per la medicina di base nel 2021 sono pari a 7.159 milioni di euro e rappresentano il 6% circa della spesa complessivamente sostenuta. Con riferimento al periodo considerato, si evidenzia un andamento sostanzialmente costante fino al 2019. L’incremento riscontrato a partire dal 2019 è riconducibile sia al rinnovo delle convenzioni sia ai maggiori costi sostenuti per fronteggiare l’emergenza da Covid-19.
Acquisto di prestazioni di assistenza specialistica e ospedaliera da privato: Comprende gli acquisti di prestazioni da convenzionati SUMAI (Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria), da ospedali classificati, Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) privati, policlinici privati e altri operatori privati accreditati. I costi per l’acquisto di prestazioni di assistenza specialistica ammontano nel 2021 a 5.122 milioni di euro, con un incremento dell’8,9% rispetto al 2020, e incidono sul totale della spesa per il 4,13%. L’andamento registrato negli anni fino al 2019 appare sostanzialmente costante sia per effetto dell’adozione degli strumenti di governo della spesa adottati sia a livello nazionale che a livello regionale, sia grazie al consolidamento del processo che ha comportato una maggiore erogazione in ambito ambulatoriale di alcune prestazioni ritenute inappropriate in ambito ospedaliero. I costi per l’acquisto di prestazioni ospedaliere ammontano, nel 2021, a 9.179 milioni di euro e incidono sul totale della spesa con una percentuale del 7,39%.
L’andamento dei costi sia per l’assistenza ospedaliera sia per la specialistica appare costante fino al 2019, mentre nel 2020 si assiste a una flessione pari, rispettivamente, al 2,9% e al 5,7%. Tale flessione è determinata, in particolare, dalla possibilità data alle Regioni dall’art. 5 sexies del Decreto Legge n. 18 del 2020 di rimodulare o sospendere le attività di ricovero e ambulatoriali differibili e non urgenti in relazione all’emergenza pandemica. Le misure introdotte dal Decreto Legge n. 95/2012 tese a stabilizzare tale tipologia di spesa, ancorandone il livello massimo consentito al valore dell’anno 2011 – 2%, sono state integrate nel corso degli ultimi anni (al netto degli effetti determinati dalla normativa emergenziale adottata per la pandemia da Covid-19) con deroghe relative a particolari prestazioni (per es., alta complessità) che ne hanno in parte consentito un lieve incremento, anche in considerazione della modifica del vincolo di spesa dettato dal Decreto Legge n. 124/2019, art. 45, comma 1-ter, che ha individuato il livello massimo di spesa per tale aggregato al valore registrato nell’anno 2011, fermo restando il rispetto dell’equilibrio economico e finanziario del SSN.
Altra assistenza da privato: L’aggregato ricomprende tra l’altro gli acquisti di prestazioni di assistenza protesica, integrativa, riabilitativa, psichiatria, file F, prestazioni termali e sociosanitarie a rilevanza sanitaria. Complessivamente, nel 2021, tali prestazioni incidono per il 9,01% sul totale della spesa.
Altre componenti di spesa : Sono le voci residuali della spesa sanitaria, quali ammortamenti, imposte e tasse ecc. Il valore complessivo, pari a circa 7.467 milioni di euro nel 2021, incide sul totale della spesa con un valore pari a circa il 6%.