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Adesso anche l’Università è chiusa alle donne afghane.

Non solo i corpi sono chiusi e mortificati in veri e propri sudari, anche le loro ambizioni, inclinazioni, idee devono essere messe a tacere.

Si legge che l’istruzione delle donne non è contemplata tra i valori afghani.

Di quali valori parlano i talebani? 

Segregare le donne, una parte cospicua del popolo, in nome di cosa?

Quale dio inneggia alla violenza, all’odio, all’umiliazione, alla guerra? Nessun dio.

Sono gli uomini, certi uomini che, in secoli di storia, sono rimasti al tempo della pietra, nonostante il progresso civile, i cambiamenti culturali, la secolarizzazione delle religioni, la Carta dei diritti umani.

Nel 2014 Malala Yousafzay ebbe il Premio Nobel per la Pace, una ragazza pachistana gravemente ferita alla testa dai Talebani, solo perché voleva studiare e voleva che tutti i bambini avessero il diritto di andare a scuola e non essere sfruttati.

Cosa è cambiato?

Cosa hanno fatto i Big della politica mondiale per la sicurezza e per la crescita civile e culturale di certe aree del mondo, dove una ragazzina non può uscire di casa se non accompagnata da un parente maschio, 

non può andare in palestra come tutte le altre coetanee, 

non può andare a un concerto, 

non può dare un bacio in pubblico, 

non può vestirsi liberamente,

non può mostrare i suoi bellissimi capelli,

non può andare in bicicletta in un parco, 

non può ridere senza permesso,

 non può andare a scuola e imparare a essere libera.

Sì, perché questo è il problema!

CONOSCERE RENDE LIBERI.

Eppure questi uomini sono armati, impongono il proprio volere con la violenza, asservendo e indebolendo un intero Paese. Ma chi li arma? Chi ha consentito di nuovo il  ripristino di un regime dittatoriale? 

Perché gli organi internazionali non sono efficienti e pronti a cambiare lo stato delle cose?

Prevalgono sempre gli interessi di chi è più forte economicamente a danno di chi è in una situazione di dipendenza. Un governo non può far progredire il suo popolo, se non garantisce a tutti, al di là del genere, le condizioni per poter esprimere al meglio se stessi: ciascuno secondo il proprio bisogno, ciascuno secondo il proprio talento, ciascuno secondo il progetto che ha di se stesso.

Un governo non può governare se non opera per il bene di tutti; esso non può ignorare e sacrificare la ricchezza che le donne rappresentano, non solo perché le uniche a rinnovare la vita, ma anche e soprattutto sul piano culturale, politico, produttivo, artistico, poiché il merito non ha genere, la forza di volontà non ha genere, l’intelligenza non ha genere, la libertà di amare non ha genere …

Guardare passivamente sui social le immagini di ragazze che piangono e si abbracciano per strada, cercando di consolarsi per aver perso il diritto allo studio, la possibilità di realizzare i propri sogni … è avvilente .

Non è possibile non sentirsi in colpa, tutti.

 

 Virginia Varriale