tratto da Avvenire del 16 maggio 2024
Maryna Taranenko vive a Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina. Ha 17 anni. E da quattro anni non metteva piede in un’aula: prima per il Covid; poi per la guerra che dal 2022 sta distruggendo il suo Paese. Da lunedì scorso, però, è tornata in classe grazie alla prima scuola sotterranea aperta in Ucraina. Un intero istituto costruito sottoterra in un’ex area industriale. A volerlo è stata l’amministrazione comunale della metropoli a cinquanta chilometri dal confine con la Russia verso cui sta avanzando l’esercito di Putin, sotto il fuoco dei bombardamenti che continuano a prendere di mira la città. Un plesso-rifugio per le lezioni sicure, secondo il municipio, e al riparto dai missili targati Mosca.
Sono seicento
gli studenti che già lo frequentano, dalle elementari alle superiori. Saranno
più di novecento da settembre. «Considerando il fatto che il numero delle
famiglie disposte a far studiare i loro figli in presenza supera di gran lunga
il computo dei posti disponibili nella nuova scuola, speriamo di realizzarne
almeno altre tre in ulteriori aree della città», sottolinea il sindaco
Ihor Terekhov.
Era stato lui a
chiudere tutte le scuole all’inizio dell’invasione russa. Troppo rischioso
radunare i ragazzi all’interno dei singoli edifici. Un provvedimento ancora in
vigore. Quindi solo didattica online in tutta Kharkiv. Poi l’idea di
trasferire le lezioni nel sottosuolo: nelle stazioni della metropolitana che
ospitano alcune classi; e ora nella scuola “invisibile”, come l’hanno
ribattezzata. È stata realizzata in meno di sei mesi. Il cantiere si era
aperto a ottobre. Costo: 58 milioni di grivnia, pari a 1,3 milioni di euro.
L’inaugurazione
arriva in uno dei momenti più difficili per Kharkiv nei due anni di guerra. «E
vuole essere un segno di speranza per la comunità», afferma il capo
dell’ufficio distrettuale dell'istruzione, Olena Zbytska. Il rischio è un
nuovo assedio di Kharkiv, come quello vissuto nei primi tre mesi del conflitto,
nella primavera 2022. Da una manciata di giorni le truppe di Mosca hanno
superato la frontiera e puntano in direzione della città anche se restano a
quaranta chilometri. I raid dal cielo stanno seminando morte e distruzione.
Le classi si alternano su due turni. «Abbiamo cercato di creare condizioni tali perché sia una scuola più normale possibile – annuncia Olena –. C’è una sala per gli incontri con uno psicologo. E abbiamo un laboratorio pedagogico dove si riuniscono gli insegnanti». «Non vedevo l’ora di rincontrare dal vivo i miei compagni – racconta Vadym Vakulenko, anche lui studente sotterraneo –. Se ho paura qui? No, perché almeno le esplosioni non si sentono».