ripreso da Rivista Studio del 19 dicembre 2024
A quanto pare,
nel corso del 2024 moltissimi giovani lettori hanno adorato soffrire per la
dolorosissima storia d’amore non corrisposto raccontata in prima persona:
«Tutti vogliono innamorarsi perdutamente. Poi leggono Notti bianche di
Dostoevskij», si legge in un tweet virale. Senza dubbio, ripetiamo, ha molto
aiutato la brevità del libro – solo 80 pagine – che l’ha reso molto appetibile
anche per chi non è abituato a leggere e ha una capacità di concentrazione
molto scarsa, magari anche per colpa del tempo passato sui social (ricordiamo
che per l’Oxford Dictionary la parola dell’anno è brain rot). Ma non è solo
questo: come spiega molto bene l’autrice dell’articolo del Guardian, Notti
bianche è soprattutto una storia di isolamento e solitudine, ed è
comprensibile come molti giovani si siano identificati con il protagonista, un
ragazzo che soffre di quella che su TikTok viene definita la “main character
syndrome”, un ragazzo così “delusional” e bisognoso di amore e attenzioni da
romanticizzare una relazione che l’altra persona, Natsenka, vive in modo
completamente diverso.