Tratto da
“Quotidiano Sanità” del 26 settembre 2025
La Commissione europea mette in evidenza come le
disuguaglianze socio-economiche e le condizioni di povertà incidano
pesantemente sulla salute dei cittadini nei 27 Stati membri. L’analisi mostra
che i gruppi più vulnerabili hanno aspettative di vita inferiori e maggiore
difficoltà ad accedere a servizi sanitari di qualità. Nel focus sull’Italia, il
rapporto segnala un forte divario Nord-Sud, una quota elevata di spesa
sanitaria privata e difficoltà nell’assicurare equità di accesso, soprattutto
per le fasce a basso reddito
Il documento
della Commissione europea mette in relazione salute, povertà e disuguaglianze
sociali. Nei Paesi membri, chi appartiene a gruppi socialmente ed
economicamente svantaggiati ha un’aspettativa di vita mediamente più bassa,
spesso di 5-7 anni rispetto alle classi più abbienti. Inoltre si evidenzia come
l’accesso ai servizi sanitari risulti particolarmente critico per le persone
con redditi bassi, con percentuali di rinuncia alle cure più elevate nei Paesi
dell’Europa orientale e meridionale.
La Commissione
sottolinea anche che la spesa sanitaria pubblica, in diversi Stati, non riesce
a compensare le disuguaglianze strutturali. Ne deriva un aumento della spesa
“out of pocket” che grava maggiormente sulle famiglie vulnerabili. Il documento
lega questi fenomeni anche alla crisi del costo della vita e alla persistente
scarsità di personale sanitario.
Il focus sull’Italia
L’Italia è
citata come uno degli esempi di Paese dove il divario socio-economico si
traduce direttamente in disuguaglianza sanitaria. I dati mostrano:
-Divario Nord-Sud: Le regioni meridionali presentano indicatori
peggiori di salute, maggiore mortalità evitabile e una più alta quota di
cittadini che rinunciano alle cure per motivi economici.
-Spesa privata elevata: La componente “out of
pocket” supera il 22% della spesa sanitaria totale con famiglie a basso reddito
più esposte al rischio di impoverimento sanitario.
-Accesso ai servizi: Persistono difficoltà
di accesso a prestazioni specialistiche e diagnostiche, aggravate da liste
d’attesa e carenza di personale.
- Aspettativa di vita: Pur restando sopra la
media UE, l’Italia registra una forbice significativa: chi ha un basso livello
di istruzione vive in media 4-5 anni in meno rispetto a chi ha titoli di studio
elevati.
Il rapporto
evidenzia che le politiche di welfare sanitario hanno in parte attutito
l’impatto delle crisi economiche, ma il sistema rimane esposto alle fragilità
di lungo periodo: invecchiamento della popolazione, carenze di programmazione del
personale e disparità regionali.