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Wislawa Szymborska - Sulla morte senza esagerare

 

Poesie scelte: WISLAWA SZYMBORSKA, La gioia di scrivere. Tutte le poesie (Milano, Adelphi, 2009)

Non s'intende di scherzi,
stelle, ponti,
tessitura, miniere, lavoro dei campi,
costruzione di navi e cottura di dolci.
 
Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parola
a sproposito.
 
Non sa fare neppure ciò
che attiene al suo mestiere:
né scavare una fossa,
né mettere insieme una bara,
né rassettare il disordine che lascia.
 
Occupata a uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo né abilità.
Come se con ognuno di noi stesse imparando.
 
Vada per i trionfi,
ma quante disfatte,
colpi a vuoto
e tentativi ripetuti da capo!
 
A volte le manca la forza
di far cadere una mosca in volo.
Più d'un bruco
la batte in velocità.
 
Tutti quei bulbi, baccelli,
antenne, pinne, trachee,
piumaggi nuziali e pelame invernale
testimoniano i ritardi
del suo ingrato lavoro.
 
La cattiva volontà non basta
e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
e, almeno finora, insufficiente.
 
I cuori battono nelle uova.
Crescono gli scheletri dei neonati.
Dai semi spuntano le prime due foglioline,
e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.
 
Chi ne afferma l'onnipotenza
è lui stesso la prova vivente
che essa onnipotente non è.
 
Non c'è vita
che almeno per un attimo
non sia stata immortale.
 
La morte
è sempre in ritardo di quell'attimo.
 
Invano scuote la maniglia
d'una porta invisibile.
A nessuno può sottrarre
il tempo raggiunto.
 
Traduzione di Pietro Marchesani