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“Raccontare la migrazione”


Sono noci che non si sciolgono
le tue parole, groppi in  gola
che prolungano contese e liti
Attraversato il mare, troverai solo
biscotti e frutta
ove si ergeva il tuo obelisco
Io raccoglierò fiori di schiuma sulla battigia
bianchi e rigidi come ossa e mura
fai che non mi portino il corpo tuo smembrato
monolite circoncisa, testa torace tibia
Resta una cicatrice, aperta nel cemento
tracciata e cancellata di fronte alle colonie
la stele nella stiva, il mare brulicante.
“Aksum” di Cristina Ali Farah

Si è svolto a Lagos in Nigeria, nell’aprile del 2012, la terza edizione del Lagos Black Heritage Festival, che ha raccontato l’esodo in versi. Il direttore artistico è stato Wole SoYinka, primo scrittore africano ad essere insignito del premio Nobel per la letteratura. Il festival ha celebrato la “diaspora” africana attraverso l’arte, la cultura, la storia. Quest’anno la manifestazione è stata interamente dedicata ai rapporti tra Africa ed Italia ed ha inaugurato un ciclo di tre anni che esplorerà la presenza africana nel mediterraneo. Il pensiero va ai tanti migranti che, in cerca di migliore vita, da anni, arrivano nel nostro paese, provenienti dal nord africa e non solo. 30 mila anni fa i nostri antenati africani occupavano quasi tutto il pianeta. All’origine dell’umanità c’è proprio una “diaspora”. Diaspora, parola greca che significa dispersione. L’ideologia della diaspora è il cosmopolitismo, altra parola greca da cosmo (universo) e polis (città).

I nostri antenati africani erano cittadini del mondo, gli unici cittadini del mondo. Popoli che migravano, popoli in movimento, da che mondo è mondo. Per millenni gli uomini si mossero sempre. Quando si fermarono divennero sedentari e inventarono l’agricoltura, la divisione del lavoro e svilupparono  un cultura più complessa e le città. Coloni che si muovevano per trovare un luogo dove mettere radici, per stabilirsi ma anche per poi andare altrove nella speranza che ci sia qualcosa di meglio da trovare, da abitare, per ricominciare. La traiettoria dell’umanità è scandita da questi elementi. Scontro costante tra conservatorismo e progresso, tra tradizione e modernità. Avveniva nel mondo migliaia di anni fa, è avvenuto in America nei secoli scorsi e tuttora, avviene tuttora in Europa. Sulla “Statua della Libertà” sono incise poche famose righe: “Mandatemi le vostre povertà ed esauste masse bramanti di libertà, i miseri rifiuti delle vostre coste brulicanti. Mandatemi chi non ha dimora, squassato dalle tempeste…..”. Aver  accolto diversità, povertà, senza dimora, squassati dalle tempeste, non ha portato poi tanto male al popolo nord americano.

In Italia stiamo sempre, cambiano i governi,  a discutere su come ricacciarli indietro. Migranti, badanti, urticanti per un’Italia che non sa accogliere.

R.L.