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L’Italia e il calcio


E’ dal 1898 che in Italia esiste il campionato di calcio. Il calcio è spesso  un motivo di discussione fra amici,  fra gli appassionati, un motivo di vita per alcuni, un motivo di litigio fra mogli e mariti.
Solo chi ama il calcio può comprendere cos’è. Passione, pura passione. Lunga vita al calcio, lunga vita a chi lo ama, a chi la domenica  scende in campo. Non è più solo calcio di domenica,  ma anche il  sabato o martedì o mercoledì in un mondo in cui le televisioni dettano legge e stabiliscono i calendari. Al fondo si tratta di  dare solo due calci ad un pallone. Ma quanti  significati, e altrettanti valori, fra cui quello di amare la propria squadra, dare un senso di vero attaccamento alla propria città o di odiare quella rivale.  Chi ama il Napoli, ad esempio,  odia la Juve. Chi ama la Roma, odia il Milan, e viceversa.
La Juve in Italia fa storia a sé.  Si proprio così. La Juve,   la vecchia signora, vincitrice di 29 scudetti  (o 31 come dicono gli juventini)  e 2 coppe campioni, Una squadra che è stata mandata qualche anno fa, in serie B,  per illeciti sportivi che non fanno certo onore ad una squadra così blasonata. Tornata in seria A continua a vincere, spesso aiutata dagli arbitri, come dicono i tifosi delle altre squadre. Calcio metafora italiana.  Le squadre del sud Italia hanno vinto pochissimi scudetti. 2 il Napoli, 1 il Cagliari (che proprio sud non è)  tutti gli altri scudetti dal 1898  a tutt’oggi sono stati vinti da squadre del Nord e meno del Centro Italia. Così poche vittorie delle squadre del sud  vorranno pure significare qualcosa. Soldi, organizzazione, intrecci con affari e politica aiutano a vincere. Il sud Italia non riesce a darsi un’ adeguata organizzazione anche nel calcio.  Addirittura il  primo scudetto del Napoli, nel 1987,  fu guardato “con simpatia” dal mondo del calcio. Attenzione però : che non diventi un’abitudine. Il secondo scudetto fu guardato infatti “con fastidio”, poi l’eclissi della squadra e di Maradona fu salutato, dai non napoletani, con un sospiro di sollievo.  Italia divisa in due anche nel calcio.  Negli ultimi anni il calcio è cambiato, ma non gli interessi economici e finanziari che girano intorno ad esso.  Le squadre del nord Italia (in particolare Juve, Inter e Milan) che in Italia la fanno da padroni, in Europa sono ridotte al ruolo di comparse. Metafora dell’Italia in Europa.
L’Italia, nel calcio come nella vita “reale” non ha saputo stare al passo dell’innovazione attuata in quasi tutte le nazioni europee che hanno campionati di alto livello, basti pensare che la sola Londra ha quasi il doppio degli stadi moderni italiani, impianti di cui al giorno d’oggi non si può più fare a meno. Il campionato Italiano negli ultimi anni è sceso molto di livello.  A noi Italiani piace trovare l’alibi degli Arabi, presidenti di varie società europee, che possono permettersi di spendere 300 milioni in una sola finestra di mercato, ma in realtà società come Bayern Monaco, Real Madrid , Barça e altri grandi del calcio europeo, affidano il loro fatturato in gran parte a quelli che sono i ricavi degli stadi.  In Italia quando si smetterà  di trovare alibi e si cercherà invece di cambiare ? Forse quando dopo la Germania, anche la Francia ci supererà nel ranking Uefa?? Segnali positivi si sono già avuti dal neo presidente Indonesiano dell’Inter, da De Laurentiis presidente del Napoli, o anche da Pallotta,  presidente americano della Roma. Segnali, proposte, progetti che speriamo possano diventare realtà e che l’Italia torni ad essere, per i tanti appassionati,  la penisola del pallone, capace di farsi valere in Europa e di tornare a vincere, perché no,  anche il campionato del mondo.

Rocco Maria Landolfi      “sport e innovazione