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Il lavoro tra cooperazione e incentivi.



La lettura degli interessanti articoli, pubblicati nella sezione lavoro, sulla responsabilità sociale dell’impresa e la teoria degli stakeholders, mi ha fatto venire in mente l’importante contributo di Chester Barnard, dirigente d’impresa e teorico dell’organizzazione, autore di un fondamentale testo, “le funzioni del dirigente” pubblicato nel 1937. La sua idea di fondo dell’organizzazione come “sistema cooperativo” mi sembra, infatti, uno dei precursori della moderna teoria degli stakeholders e alcuni temi, da lui introdotti, come la fondazione etica del management e la distinzione tra personalità individuale e organizzativa dei dipendenti, non mi sembrano cosi lontani, sia pure indirettamente, dall’argomento della responsabilità sociale dell’impresa.
La particolarità del pensiero di Barnard è innanzitutto relativa al suo tempo storico. Siamo nei primi decenni del ‘900, in pieno clima tayloristico, dal punto di vista delle concezioni e metodi di conduzione d’impresa, con il prevalere della tecnica e degli schemi formali, nonché autoritari.
La sua concezione dell’impresa e del rapporto tra soggetto e organizzazione è, in questo contesto, veramente innovativa.
Al centro della sua attenzione ci sono gli uomini nel loro rapporto con l’impresa. Che a sua volta è attivata da qualsivoglia categoria di membri che a qualsiasi titolo instauri con il sistema cooperativo (l’azienda) un rapporto di transazione tra i contributi dati e gli incentivi ricevuti.. dipendenti, manager, azionisti, clienti, fornitori. Gli stessi incentivi che motivano i soggetti alla partecipazione organizzativa, sono sia materiali che immateriali o simbolici. L’organizzazione è dunque una realtà separata dai dipendenti e, conseguentemente, le due realtà, quella dei moventi e bisogni individuali delle persone e quella dei  fini sociali dell’impresa, vanno opportunamente costruite e gestite.
Il management, a sua volta, separato dalla proprietà dell’impresa, ha questo compito.
Secondo Barnard, il legame tra partecipante e organizzazione è scandito da continue transazioni (scambi) contributi-incentivi che devono trovare il loro naturale equilibrio.
Cambiano, con questo autore, anche i tradizionali concetti economici e organizzativi di efficacia/efficienza. La nozione di efficacia inserisce l’importante ruolo che il coordinamento delle risorse ha nel raggiungimento degli obiettivi o fini organizzativi. Mentre è davvero rivoluzionario il concetto di efficienza. L’efficienza per Barnard non è solo un concetto economico, la differenza tra le risorse impiegate e i risultati raggiunti. Per Barnard l’efficienza è la soddisfazione individuale del soggetto nel suo rapporto con l’organizzazione, l’equilibrio contributi -incentivi del membro cooperatore, a qualsiasi livello si ponga il suo operato (operativo, tecnico, professionale, gestionale). E’ proprio questa la logica degli stakeholders, sia quelli interni (il personale delle imprese) che quelli esterni (associazioni, istituzioni e comunità locali).
Lo stesso ruolo e successo del management si misura sulla capacità non solo di costruire il rapporto dipendenti/organizzazione, ma anche aumentare la disponibilità dei dipendenti nei confronti dell’impresa, espandendo, per quanto possibile, attraverso l’uso mirato degli incentivi, la cosiddetta area di indifferenza, ossia la zona di utilizzabilità, senza frizioni, dei partecipanti al processo organizzativo complessivo.
I temi sollevati dall’analisi Chester Barnard segnano non solo la distanza teorica tra lui e la scuola classica dello scientific management dei primi decenni del ‘900, ma anche il fabbisogno di chiarezza nella gestione delle risorse umane che sarebbe necessario all’impresa di oggi, pubblica e privata, preda di logiche conflittuali, speculative o nel migliore dei casi luogo di opportunismi e resistenze burocratiche.


Antonio D’Antonio                          aggiornato al 17 febbraio 2014