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Che Paura!!


Paura, timore, panico, terrore, per che cosa, per chi, questo è  il problema. Difficile è individuarne le cause ancor di più  la soluzione. Il derivato più frequente della paura è l’ansia. Gli psichiatri ci dicono che l’ansia è antesignana della depressione. Nevrosi frequenti quotidiane. Chi ne è immune scagli la prima pietra. La paura è un sentimento utile; senza paura saremmo degli incoscienti/irresponsabili, capaci di fare  del male a noi stessi ed agli altri più di quanto non accada già.  La paura immotivata no. Le paure immotivate sono per tutti dietro la porta. Dalla paura per  un’improvvisa fuga di gas, passando all’imminente terremoto, al guidare l’auto in autostrada, alla paura del buio, del diverso da noi e così via. Dietro ad ogni paura immotivata c’è sempre la paura della morte, evento certo ma non prevedibile, non predicibile, a volte prevenibile. La medicina ci aiuta, ma non sempre. Cinquant’anni fa si moriva spesso senza sapere perché. Ora si sa tutto prima, pensiamo ai tumori, ma sovente alla diagnosi precisa  non segue una cura efficace. Aumentano pertanto le paure, l’ansia, la depressione che in un circuito che si avvita ci mettono sempre più sull’allerta per eventi anche banali. La paura diventa quindi una gran condottiera delle nostre esistenze, la fa da padrona nell’educazione dei figli, ci accompagna nelle decisioni importanti ma anche in quelle più banali. Quanti esempi è possibile fare al riguardo. Un’infinità di eventi che, apparentemente banali o scontati, in ogni caso superabili, ci sembrano insormontabili, ci incutono terrore ed alimentano il cortocircuito paura/ansia/depressione. Gli effetti negativi di tale  cortocircuito si vedono a livello individuale ma, quanto più si diffondono, assumono toni eclatanti a livello sociale e politico. Il potere da sempre si alimenta con la paura, quando il potere lo si vuole  imporre per il dominio di pochi nei confronti della maggioranza delle persone. Non potrebbero esistere regimi dittatoriali senza incutere paure e diffondere terrore. Mentre le paure immotivate sono alla base di sofferenze individuali, le paure motivate sono la base del potere dispotico. Herta Muller, premio Nobel per la letteratura 2009, nel suo bel libretto “Lo Sguardo Estraneo (ovvero la vita è una scorreggia in un lampione)” scrive : “quand’ero bambina, nel villaggio in cui sono cresciuta, per anni ed anni andavo in bicicletta…..a vent’anni mi comprai una bicicletta; la mia voglia non sarebbe durata a lungo; ciò che mi diede da pensare fu una frase che mi venne detta senza alcun nesso logico durante uno degli interrogatori dei servizi segreti: capitano anche degli incidenti stradali. Il quinto giorno un autocarro m’investì e mi scaraventò in aria. Me la cavai con un paio di scalfitture al torace e nien’altro….l’indomani la bicicletta la regalai ad un’amica”. Herta Muller è nata nella Romania di Timis, l’antico Banato Svevo. Il regime nazional comunista oppresse brutalmente le minoranze ungheresi, transilvane, Rom, tedesche. La giovane Herta fu perseguitata per essersi rifiutata di collaborare col servizio segreto rumeno, la securitate. Fu licenziata e dichiarata “parassita”. Herta poi emigrò in Germania e scrisse “un occhio estraneo arriva in una terra che gli è estranea – una deduzione che sta bene a molti ma non a me; non è questa infatti la causa dello sguardo estraneo; io me lo sono portato appresso dal paese da dove venivo e dove ogni cosa mi era nota”.
L’esempio di Herta Miller ci aiuta a riflettere: paure individuali e collettive, motivale ed immotivate, ce n’è per tutti. Paure, terrore, sociale, politico, alla base di persecuzioni che il potere tende a mettere in essere per reprimere brutalmente o per impossessarsi dei nostri corpi, la politica che diviene biopolitica. Senza paura non si verificherebbero tali eventi. Esistono rimedi, individuali e sociali ? Certo che si ci rispondono gli esperti  del settore (psichiatri, psicologi, sociologi)che,  senza le paure degli altri, perderebbero un po’ del loro mestiere. Certo che si,  ci dice l’industria farmaceutica; non a caso  i farmaci antidepressivi hanno raggiunto in questi anni, il più alto fatturato,  tra tutti gli psicofarmaci. E poi siamo così sicuri che, da noi, in democrazia, il potere, politico, finanziario etc.,  non utilizzi la paura per controllarci, orientare i nostri comportamenti ed acquisire consenso?


                                                                      Roberto Landolfi