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8 marzo 2009


Con il titolo “8 marzo 2009” la Commissione Pari Opportunità della Regione Campania pubblicava un libretto con introduzione di Marinella Gargiulo, in ricordo di Lucia Mastrodomenico. Venivano riportate alcune frasi di Lucia, “estrapolate dai suoi scritti che, pur nella loro sinteticità, danno la cifra del suo pensiero e offrono notevoli spunti di riflessione, mettendo in luce la sua personalità di donna bellissima raffinata, femminista e teorica del pensiero della differenza sessuale”. Ne riportiamo alcune (la redazione)

Ascolto :
Rifletto un po’ di tempo sul nesso che esiste tra la capacità di custodire la propria solitudine e la necessità di coltivare insieme l’ascolto verso la parola dell’altra che solo la capacità di farsi da parte di chi ascolta, può cogliere nell’altra. Non si tratta di altruismo né di generosità, piuttosto è bisogno di luce. Desiderio di dar spazio e diritto all’invisibile, all’innominabile, a ciò che agisce a distanza molto ravvicinata, in quell’avvicinare a sé che coinvolge e in cui si è coinvolte e l’esistenza ha un nome, io ho un nome.
Comunicazione:
Mi affliggo nella convinzione della relatività (anche se utile) della comunicazione. La discrezione del proprio pensiero, metterlo al servizio di un giudizio di parte, significa anche libertà di non-nominazione di un agire, perché questo diritto all’invisibilità non venga interpretato com’è accaduto un tempo, come insignificanza, inesistenza, cancellazione di un proprio.
Dignità :
La dignità non è qualcosa che ci viene concessa; le possibilità di essere se stessi, debolezze comprese,  è nelle nostre mani. La ricerca per valorizzare le nostre vite dipende anche da noi.
Donne :
Le donne non sono tutte uguali; i percorsi di crescita, le forme rappresentative, la memoria storica sono diverse per ognuna di noi. Ciononostante sappiamo per esperienza che i conflitti, per le diverse appartenenze, sono per noi una risorsa utile, non solo ad andare avanti, ma a far sì che il nostro lavoro non produca mai la riduzione ad un’unica voce, pensiero o progetto.
Felicità :
La mia felicità mi deriva dal sapere che sono “qualche cosa di più di una ispirazione”, dal possedere lucidamente ogni movimento, vivere collegando ad ogni istante la coscienza che si sta vivendo.
Grazia :
Il nostro pensiero agisce nella vita pubblica alimentandosi di grazia.
Imparare :
Sono convinta che esistono tra gli uomini e le donne, bianchi, neri o gialli, buoni o cattivi, intelligenti o stupidi, quelli disposti ad imparare e quelli che non lo sono.
Mediazione femminile :
Una mediazione – l’altra donna – nella quale io colloco il luogo di avvistamento, un avvistamento trasparente, autonomo in cui le contraddizioni non impediscono il procedere in maniera chiara, dando alle affermazioni dignità di verifica.
Nutrimento :
Il nutrimento, quello materiale del cibo è inscritto nella cura delle donne che da sempre hanno donato a figli, a uomini, anziani; chi pensa che questa è una risorsa quotidiana da viversi in privato non sa che ormai è inscritta come opera di civiltà pubblica delle donne. Per questo politicamente riconoscibile come essenziale, dunque rappresentabile come simbolica.
Odio :
E’ la mancanza d’amore a far nascere l’odio, l’uso della forza, la subordinazione al potere in tutte le sue possibili rappresentazioni. Dobbiamo imparare ad amare oggi, di nuovo, ancora. Imparare dal cuore che capisce e da cui la parola nasce. Non ci si salva dalla mancanza d’amore; le donne lo sanno, hanno molto pagato per questo.
Osservanza :
L’osservanza di una disciplina ordina le cose, le rende possibili e belle. Ma l’osservanza è anche fatica, limita lo spazio, la capienza della propria azione, come il numero dei fiori da disporre in una bocca stretta.
Politica al femminile :
Le due realtà : una quella istituzionale-politica, qui i tentativi di mediazione che alcune hanno tentato hanno funzionato; hanno funzionato,  arricchendosi di qualcosa che manca allo schema emancipazionista, quando hanno rinominato la realtà a partire dalla relazione tra donne. L’altra è la realtà poco visibile, fatta di relazioni di tante donne,  che della relazione fanno il proprio fondamento, dove la trasversalità del desiderio femminile è più legata ad un piano d’incontro che agli ambiti politici stessi. Da questa pratica abbiamo imparato che la politica è la politica delle donne, abbiamo lavorato in questi anni col nostro esserci nelle competenze.
Radici :
Per essere viva la cultura deve sempre fare ritorno alle proprie radici. Mi serve ancora passeggiare vicino ai corsi d’acqua dell’Irpinia, ricordare filastrocche, attraversare villaggi e strade conosciute nell’infanzia.
Relazione :
Sulla capacità che le donne hanno, a qualsiasi razza o culture appartengano, di creare relazione, ho fondato il mio lavoro. Se le donne riescono a costruire relazioni significative, il lavoro è possibile e gratificante. In caso contrario risulterà un obbligo che non produce crescita.

Lucia Mastrodomenico