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La politica come dovrebbe essere


“Un linguaggio universale” è il titolo di un libro pubblicato nel 1991 dalla casa editrice “Linea d’ombra – aperture” sul tema “dove va la letteratura”, interviste con i maggiori scrittori di lingua inglese. Tra le interviste mi colpì quella a Michael Ignatieff, scrittore canadese, dalla cui lettura avevo tratto spunti interessanti. Ignatieff ha vissuto molti anni a  Londra e non sapevo della sua esperienza politica.
Ignatieff, è stato  leader del partito liberale canadese dal 2009 al 2011, autore di innumerevoli saggi su etica e politica.  La Repubblica ha pubblicato una sua “lettera a un ragazzo che vuole fare politica” di grande interesse ed attualità. Ne riprendiamo alcuni stralci.
Ignatieff non si limita a dare consigli ai giovani che vogliono far politica, ma traccia i contorni del suo personale fallimento in politica, fallimento di cui far tesoro. Riconoscere l’autorità del fallimento è un buon punto di partenza per una riflessione sulla politica attuale fatta di invocati  successi (o presunti tali) di fretta (sempre cattiva consigliera) di “ritmo” (termine renziano 2015 per la politica, che va certamente meglio se riferito alla musica).
Ignatieff si sofferma sulle motivazioni di chi fa politica :”le motivazioni sono sempre le stesse, il desiderio di gloria e di fama, l’opportunità di fare qualcosa d’importante, che davvero migliori la vita di tante persone. Devi far parte di quelli che hanno ambizioni smisurate, addirittura ridicole..io avevo la vocazione della politica, mi mancava però l’attitudine alla lotta politica; gli attacchi li vivevo come attacchi personali, il che è un grave errore, non c’è niente di personale, sono solo affari, è così da sempre”.
L’esperienza :
“Sono entrato in politica con la convinzione che se sostenevo le mie tesi in buona fede qualcuno mi avrebbe ascoltato. È una supposizione logica, ma sbagliata. In cinque anni e mezzo di attività politica nessuno si è mai preso la briga di criticare le mie idee in sé. Il problema non è mai stato il messaggio; è sempre stato il messaggero.”
L’autenticità :
“Non si può far finta di essere diversi da ciò che si è. Chi dice che la politica è una recita ha capito male..si è in palcoscenico, questo è vero, ma nel ruolo di se stessi..uno come Richard Nixon aveva autenticità da vendere; gli elettori sapevano esattamente chi era: ambiguo, manipolatore, ipocrita e del tutto simile a loro. In lui vedevano bene loro stessi; per essere autentico devi avere pieno possesso della tua vita”
L’autonomia :
“Non permettere che i tuoi avversari abbiano in pugno la tua vita; se non riesci a farlo sul serio cambia mestiere; e se non riesci a difendere la tua vita dagli attacchi hai un’ampia possibilità di scelta di altre vite che non esigono un’esposizione così totale”
Non disprezzare :
“Il disgusto per la politica è comune tra le persone che si sono distinte al di fuori di essa a livello accademico, giornalistico o imprenditoriale e che entrano in politica con la ragionevole presunzione che il prestigio guadagnato in precedenza si trasferisca automaticamente al campo politico. Non è così…la reputazione si guadagna non è un diritto acquisito. Questo è l’aspetto migliore della democrazia l’unica ragione per cui non siamo governati da ricchi oligarchi”
Imparare dai migliori :
“I peggiori di loro, i carrieristi, i predatori, li trovi in politica come nelle altre professioni. I migliori sanno distinguere tra un avversario ed un nemico, sapevano quando accontentarsi di mezza pagnotta e quando pretendere tutto il forno, quando fidarsi del proprio giudizio e quando ascoltare la gente. Osservando i colleghi più saggi ed avveduti di me ho imparato che è davvero ammirevole andare comunque ogni giorno al lavoro e sforzarsi di realizzare qualcosa nonostante il disincanto circa le motivazioni, l’avidità e la capacità d’inganno dell’umanità”
Con amore :
“Il liberalismo diventerà l’enclave di una minoranza sempre più ristretta se i sedicenti liberali non riagganceranno la fede nella tolleranza, eguaglianza ed opportunità per tutti, nel mestiere sporco, strillato, falso e mendace della politica. La massima fedeltà del politico democratico non va al partito, neppure ai principi, ma alla prassi corrotta chiamata politica..la politica non è un volgare mezzo per raggiungere un obiettivo. Ha nobiltà in sé. E senza amore non puoi farla bene”


Roberto Landolfi