Dott. De Carlo, vuole raccontarci come si è
avvicinato all’omeopatia ?
Laureato
nel 1977, mi sono specializzato in pediatria nel 1982. Nel 1978 comincio, fra
mille perplessità, a studiare l’omeopatia presso la LUIMO, dove ricevo
l’insegnamento da figure importanti del mondo dell’omeopatia internazionale. Incontro
Tomás Pablo Paschero, medico boarense di vasta cultura, fra l’altro cofondatore
della Società Psicoanalitica Argentina, e ancora il Dottor Proceso Sanchez
Ortega, genio assoluto della medicina messicana che ha marcato con il suo
pensiero tutta un’epoca. A lui si deve lo srotolamento del pensiero
hahnemanniano sui miasmi, dottrina che pone a fondamento dell’indagine
anamnestica la dinamica ontologica dei fenomeni vitali.
Infine
conosco il Prof. Antonio Negro, allievo di Nicola Pende, padre
dell’endocrinologia italiana, figura rilevante dell’omeopatia italiana del 900,
il cui insegnamento ha riproposto all’attenzione lo studio del
costituzionalismo di marca francese. Dall’inizio degli anni 80 fino al
pensionamento, avvenuto cinque anni fa, ho esercitato, prima nei consultori
lucani e poi campani, come pediatra e in parallelo ho portato avanti lo studio
e la pratica omeopatica.
Ci descrive
qualcosa che ritiene importante, accaduta nella sua esperienza
lavorativa, negli ultimi mesi ?
Da
questo autunno si è avuta una epidemia virale i cui tratti salienti hanno
mostrato interessamento gastro-enterico in larga parte e in misura minore
dell’apparato respiratorio. L’interessamento respiratorio ha spesso presentato
complicanze bronco-pneumoniche. La curiosità sta nel fatto che, affrontati da
subito, entrambi i quadri richiedevano Bryonia come rimedio in prevalenza. Non
trattati, i primi evolvevano in ileiti e i secondi in bronco-polmoniti.
La
seconda esperienza significativa si riconnette a casi non trattati da subito a
svolgimento gastro-enterico. Parecchi pazienti hanno mostrato enteriti con 4-7
evacuazioni con feci diarroiche a volte con muco e sangue, nausea, notevole
meteorismo e inoltre presentavano spesso VES e PCR molto alterate. Quasi tutti
sono regrediti alternando Mercurius solubilis 200K ed Hepar sulphur 200K che,
in 5-8 settimane, hanno fatto registrare la remissione con normalizzazione
degli indici infiammatori.
La
terza esperienza, quella più strana, si è verificata negli ultimi 40-50 giorni
ed ha registrato svariati casi di vasculite che, partiti da vaghi disturbi
gastro-intestinali, all’improvviso hanno presentato petecchie in tutto il corpo
(così definite nei vari ospedali di zona) associate a prurito intenso in varie
parti del corpo e coloritura purpurea delle vescicole. Questi ultimi casi hanno
richiesto tutti Mercurius solubilis 30CH alternato a Rhus toxicodendron 30CH.
La remissione è avvenuta con la cicatrizzazione delle lesioni in 5-6 settimane.
Anche questi casi mostravano alterazione della VES e PCR e in certi casi
febbricola serale persistente.
Quali sono le prospettive professionali della
sua attività :
Con
il mio gruppo stiamo ristrutturando la scuola di omeopatia LUIMO. È nostra
intenzione mettere in rete le esperienze professionali più significative nel
Sud Italia ed eventualmente, una volta consolidato il lavoro, estendere a tutta
la penisola il modello. Questo consentirebbe a tutta l’omeopatia di formare
giovani medici e di sedimentare le acquisizioni degli ultimi decenni.
Avviare
finalmente studi epidemiologici longitudinali e trasversali che consentirebbero
un salto notevole del sapere scientifico e renderebbe più visibile l’omeopatia
stessa.
Perché le persone malate che hanno tanta
tecnologia medica avanzata disponibile si rivolgono ancora ad una medicina,
l’omeopatia, che risale al 1800?
Questo
quesito è un po’ malizioso. La medicina è una, per cui le acquisizioni
scientifiche e tecnologiche sono avanzamenti del sapere di cui si deve avvalere
anche l’omeopatia.
La
differenza fra omeopatia e allopatia risiede non nel sapere che, in quanto
medico, è condiviso ma nelle risposte terapeutiche. Inoltre, giacché quello
della medicina è un sapere antropologico non riconducibile del tutto a dati
empirici, siamo obbligati ad includere nei nostri studi tutto ciò che attiene
all’uomo nel suo rapportarsi con il mondo. È sapere medico quello storico,
quello letterario, filosofico, biologico e in generale tutto quanto accresca la
nostra comprensione della vita stessa.
Altra
considerazione: non mi risulta che ci siano presidi terapeutici allopatici in
grado di risarcire tessuti lesi e di ripristinare funzioni alterate. Noi
omeopati abbiamo casistiche importanti che documentano la riparazione completa
delle lesioni con restitutio ad integrum di tessuti, organi e funzioni. Quello
che manca è il rilievo statistico e su questo ci dobbiamo impegnare per
documentare l’efficacia dei rimedi.
L’omeopatia
è inserita tra le cosiddette medicine non convenzionali, tra le medicine
alternative; qual è a suo avviso l’alternativa all’omeopatia ?
Penso
di aver già risposto a questa domanda. La medicina è una, le risposte ai
problemi possono essere differenti. La nostra è una terapeutica particolare che
basa il suo sapere e l’approccio alla patologia avvalendosi della diluizione e
dinamizzazione spinta delle sostanze sperimentate sull’uomo sano.
Molti da più parti criticano la medicina, la
farmacologia perché le loro scelte sarebbero orientate da una logica di
mercato, di profitto; a suo avviso l’omeopatia è immune da questo pericolo?
Purtroppo
questo problema è presente e come, tanto più che il nostro è un margine
culturale e proprio perciò i più “scarsi” sono più sensibili al richiamo dei
danari. Basta per questo dare uno
sguardo ai molti tra quelli che occupano gli snodi decisivi del mondo
accademico omeopatico per rendersi conto della penetranza del fenomeno.
Rocco
Maria Landolfi