testata registrata presso Tribunale di Napoli n.70 del 05-11-2013 /
direttore resp. Pietro Rinaldi /
direttore edit. Roberto Landolfi

Stranieri e diritto alla salute : intervista all’avvocato Roberta Aria

Lei collabora, come avvocato, con l’ASGI (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione). Ci dice, in particolare,  di cosa si occupa l’ASGI ?

L’ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione),è un’associazione, costituita da avvocati, giuristi, operatori, con sede principale a Torino e sedi territoriali in quasi tutte le Regioni del nostre paese,  attiva da circa trent’anni nell’ambito dell’immigrazione, con il fine di promuovere l’informazione, la documentazione e lo studio dei problemi, di carattere giuridico, attinenti tale materia.  In particolare l’ASGI da diversi anni si è costituita in giudizio con ricorsi civili e penali nell’ambito di alcuni procedimenti di rilevanza nazionale e in diverse cause concernenti il diritto anti-discriminatorio nonché si sta  impegnando a promuovere una rete italiana di operatori e professionisti capaci di sollevare presso gli organismi amministrativi e giudiziari le questioni antidiscriminatorie.
Quali i motivi che hanno determinato la sua scelta di occuparsi, a livello professionale, di immigrati?
E’ nato tutto per caso. La mia più cara amica insegna italiano ai cittadini stranieri e tramite lei ho iniziato a conoscere molti migranti, molti dei quali minorenni e mi sono iniziata ad appassionare umanamente alle loro storie. Da qui ho iniziato a studiare la materia del diritto dell’immigrazione e piano piano mi sono specializzata, ritenendo che tutti noi, nei diversi ambiti nei quali operiamo, dovremmo tutelare i diritti delle categorie più deboli.
In Italia è garantito il diritto all’assistenza sanitaria anche per i migranti? E gli irregolari, gli STP (stranieri temporaneamente presenti) hanno tutelato il diritto alla salute ?
Sì in Italia sia ai cittadini stranieri regolari che a quelli irregolari, quindi privi di un regolare permesso di soggiorno, comunitari e extra- comunitari,  è garantito il diritto all’assistenza sanitaria. Nello specifico ai cittadini stranieri in possesso di un regolare permesso di soggiorno, è riconosciuto il diritto all’iscrizione al servizio sanitario nazionale, a parità con di condizione con i cittadini italiani.  Gli  Stranieri Temporaneamente Presenti, STP, non in regola con il permesso di soggiorno non possono iscriversi al SSR ma, la legge prevede che agli stessi, nei presidi pubblici ed accreditati, vengano riconosciute le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, per malattia ed infortunio e sono estesi i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva    
La situazione è analoga per i richiedenti asilo, coloro che hanno lo status di rifugiato o vi sono differenze ?
No, non vi sono differenze la legge prevede il diritto all’iscrizione all’assistenza sanitaria sia ai richiedenti asilo che, a coloro ai quali sia già stato riconosciuto lo status di rifugiato.
Quale diritto all’assistenza sanitaria viene riconosciuto ai minori stranieri ed alle donne in gravidanza ?
In applicazione della ratifica da parte dell’Italia della convenzione sui diritti del fanciullo, ai minori stranieri presenti sul territorio nazionale, a prescindere dal possesso del permesso di soggiorno, dovrebbero essere garantiti gli stessi diritti riconosciuti ai minori italiani, quindi nel caso dell’assistenza sanitaria, l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale. Purtroppo però tale principio non trova applicazione in tutte le Regioni italiane, di talché in gran parte del territorio, tra cui anche in Campania, a molti minori stranieri non viene riconosciuto il diritto al pediatra e al medico di base.  Alle donne in gravidanza, fino ai sei mesi successivi al parto viene riconosciuto il diritto all’ottenimento di un permesso di soggiorno.
Ci racconta un episodio, dalla sua esperienza professionale, che ritiene particolarmente significativo?
Tra le storie che più mi hanno colpito c’è quella di una bambina con problemi di salute tali da aver diritto all’assistenza riconosciuta dalla legge n.104 e di conseguenza ad un professore di sostegno a scuola. Ed invece, non essendo i genitori di tale bimba in possesso di un regolare permesso di soggiorno alla stessa non vengono riconosciute le cure mediche necessarie negando così di fatto ad un bambino quell’assistenza medica che non andrebbe mai   negata e il diritto ad una crescita sana ed equilibrata

            Rocco Maria Landolfi