Lettera Enciclica di
Papa Francesco, sulla cura della casa comune. Sei capitoli, 246 paragrafi che
impongono a tutti, credenti e non credenti, profonde riflessioni. Papa Francesco
si rivolge a tutti e riporta, al paragrafo 87 il bellissimo cantico di San Francesco : “Laudato sie, mi’ Signore”. Un inno alla vita, al rispetto della
natura e dell’umanità : “non può essere autentico un sentimento di intima
unione con gli altri esseri della natura se nello stesso tempo nel cuore non
c’è tenerezza, compassione e preoccupazione per gli esseri umani. È evidente
l’incoerenza di chi lotta contro il traffico di animali a rischio di estinzione
ma rimane del tutto indifferente davanti alla tratta delle persone, si
disinteressa ai poveri…”. Lo scenario rappresentato è quello della terra,
la nostra casa, che sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di
immondizia. Proprio l’essere umano che ha una speciale dignità non può
tralasciare di riflettere sul fatto che gli effetti del degrado ambientale,
dell’attuale modello di sviluppo, procurano tanti danni alla natura ed alla
vita delle persone. Occorre quindi una maggiore consapevolezza mentre “cresce un’ecologia superficiale o apparente
che consolida un certo intorpidimento e una spensierata irresponsabilità. Come
spesso accade in epoche di profonde crisi, che richiedono decisioni coraggiose,
siamo tentati di pensare che quanto sta succedendo non è certo, che le cose non
siano tanto gravi”.
Non è solo una questione
di economia, finanza, ecologia. La Lettera Enciclica ci fa riflettere anche
sulla scienza e sulla tecnica : “non
possiamo ignorare che l’energia nucleare, la biotecnologia, l’informatica, la
conoscenza del nostro stesso DNA e altre potenzialità che abbiamo acquisito ci
offrono un tremendo potere”. Quindi vi è una radice umana dell’attuale
crisi ecologica e la gente non confida ciecamente in un domani migliore a
partire dalle attuali condizioni del mondo e dalle capacità tecniche; “prende coscienza che il progresso della
scienza e della tecnica non equivale al progresso dell’umanità e della storia e
intravede che sono altre le strade fondamentali per un futuro felice”.
Dunque “è giunto il momento di prestare
nuovamente attenzione alla realtà con i limiti che essa impone, i quali, a loro
volta, costituiscono la possibilità di uno sviluppo umano e sociale più sano e
fecondo….perciò quando si parla di uso sostenibile bisogna introdurre una
considerazione sulla capacità di rigenerazione di ogni ecosistema nei suoi
settori e aspetti”.
Ecologia culturale,
ecologia della vita quotidiana, ecologia integrale, perché tutto è connesso, come già dicono i più autorevoli commentatori
della Lettera Enciclica. Nel capitolo quinto vengono tracciate alcune linee di
orientamento e di azione : necessità di dialogo sull’ambiente nella politica
internazionale, dialogo verso nuove politiche nazionali e locali, dialogo e
trasparenza nei processi decisionali, politica ed economia in dialogo con la
pienezza umana, le religioni nel dialogo con le scienze : “Oggi, pensando al bene comune, abbiamo bisogno in modo ineludibile che
la politica e l’economia, in dialogo, si pongano decisamente al servizio della
vita, specialmente della vita umana”. Quando siamo capaci di superare
l’individualismo, produrre stili di vita alternativi, guardando al bene comune
ed ai margini della società è possibile produrre cambiamenti significativi, per
la salvaguardia della natura e lo sviluppo umano.
L’impegno di tutti deve
essere proteggere la nostra casa comune, ricercare uno sviluppo sostenibile ed
integrale. Sappiamo che le cose possono cambiare in meglio. È questo un
auspicio forte per le generazioni future, un augurio di Papa Francesco che,
anche di cose terrene, conosce e scrive in modo coinvolgente e lungimirante:
uno stop al mercato quando diventa incivile, la riflessione sulla terra che
geme con i poveri e gli scartati, un nuovo umanesimo che nasce dalla saggezza
contadina, un cambiamento di cui ognuno può diventare protagonista.
RML