testata registrata presso Tribunale di Napoli n.70 del 05-11-2013 /
direttore resp. Pietro Rinaldi /
direttore edit. Roberto Landolfi

Joey Barton, be a good one?



Joey Barton, per molti un’icona, per altri è un idiota. L’unica cosa certa è che prima o poi verrà radiato dei campi da gioco.  Whatever you are, be a good one, queste sono le parole con cui Joey Barton ci accoglie sul suo profilo Twitter. Ma siamo certi  che,  chiunque descrivesse  Joey Barton in tre parole, le tre parole usate non sarebbero certamente  “a good one”.
Joey è nato in una periferia di Liverpool, dove il confine fra criminalità e vita normale è davvero sottile. Suo fratello ha scelto la strada sbagliata ed è in carcere a scontare una pena di 18 anni per omicidio a sfondo razzista. Il cugino è deceduto dopo aver dato 12 coltellate e poi averne ricevute altrettante. Molti suoi amici hanno preferito la droga e il mondo della delinquenza semplicemente perché non avevano altre vie. Lui no. O meglio, in parte. Barton,  dicono i più autorevoli commentatori di calcio inglese, è un delinquente che gioca a calcio. Uno che grazie al suo talento è riuscito ad emergere. Ma il successo, non hanno purtroppo cambiato il suo modo di pensare, il suo modo di agire.  Joey ha girato varie città e cambiato tante squadre che hanno provato a limitare le sue esagerazioni, ma sempre con scarsi risultati.
Il calcio gli aveva anche offerto la sua personale rivincita,  contro l'Everton, la squadra di cui era tifoso da piccolo e che l'aveva scaricato quando giocava nelle giovanili. I tifosi dei blu di Liverpool lo insultarono  per tutta la partita;  lui li zittì segnando un gol contro di loro ma, non contento,  esultò mostrando il fondoschiena ai supporters.
Nell'ultima gara del campionato 2012 Barton con il suo QPR, squadra della quale era capitano, si giocava la salvezza contro il Manchester City. Le due squadre erano obbligate a vincere: il City per aggiudicarsi il campionato dopo un digiuno lungo 44 anni, il QPR per rimanere in Premier. Barton, però, quella partita non la terminò. Al 55esimo minuto lasciò i suoi compagni in inferiorità numerica. Cartellino rosso. Nella match più importante dell'anno Barton voltò le spalle alla squadra che capitanava. Diede un pugno a Tevez, che l'arbitro sanzionò con il cartellino rosso; non contento, prima di uscire dal campo colpì anche Aguero, che poi segnò il gol scudetto per il City al 93esimo minuto.
Massimo Marianella giornalista di Sky Sport, il più accreditato  esponente,  in Italia,  di calcio inglese, descrisse Barton in questa maniera: "È un criminale, Barton è un criminale. E infatti è stato in galera due volte. È uno stupido ed è un criminale. Che brutta persona, non dovrebbe mai stare in un campo di Premier League, neanche con un biglietto, Joey Barton".
Attualmente Joey, dopo una breve parentesi al Marsiglia, milita nell’ Fc Burnley club di championship, seconda categoria inglese. È molto attivo sui social ed ha aperto un sito internet;  quando vi si accede esce fuori una scritta: "Joey Barton, calciatore, studente di filosofia, futuro allenatore. Cosa ne sarà di me?" Bella domanda. Resta il fatto che Barton è un pessimo esempio per i tanti tifosi, in particolare giovani,  che amano il calcio ed i loro interpreti.


Rocco Maria Landolfi