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Per le Feste


(Oscar Wilde “Il Pescatore e la sua Anima” – tratto da “La casa dei melograni”  - I Libri della Domenica – Il Sole 24 Ore – novembre 2015)

….Ella tacque per qualche istante e uno sguardo di terrore le apparse sulla faccia. Poi scostò i capelli dalla fronte e sorridendo in modo strano gli disse : “Ciò che gli uomini definiscono l’ombra del corpo, non è l’ombra del corpo, ma è il corpo dell’anima. Mettiti sulla sponda del mare con la schiena rivolta alla luna, e taglia via l’ombra dai tuoi piedi, che è il corpo della tua anima, e dì alla tua anima di abbandonarti e questa lo farà”
Il giovane pescatore tremò : “E’ vero?” sussurrò.
“E’ vero e vorrei non averlo detto” gridò la strega e si gettò in ginocchio singhiozzando. Lui la scansò e la lasciò nell’erba rigogliosa e dirigendosi alla sommità della montagna sistemò il coltello nella cintura e si mise a discendere.
L’anima che era dentro di lui lo chiamò e disse: “ecco ho vissuto con te per tutti questi anni e sono stata la tua serva. Non mandarmi via adesso, perché, cosa diavolo ti ho fatto?”
Il giovane pescatore rise. “Non mi hai fatto niente di male ma non ho bisogno di te,” rispose. “Il mondo è grande e c’è anche il paradiso e l’inferno e quello scuro crepuscolo tra i due. Va’ dove vuoi, ma non seccarmi, perché il mio amore mi chiama”.
La sua anima lo supplicò pietosamente, ma lui non le badò, e saltò di spuntone in spuntone con passo sicuro come una capra selvatica e infine raggiunse il livello del mare e la sponda dorata.
Con membra bronzee e ben tornito come una statua greca, restò nella sabbia con la schiena rivolta alla luna, dalla bianca spuma uscirono bianche braccia che gli facevano cenno e dalle onde affiorarono bianche braccia che gli facevano cenno e dalle onde affiorarono ombre oscure che gli resero omaggio. Dinanzi a lui giaceva la sua ombra, che era il corpo della sua anima, e dietro di lui la luna era sospesa nell’aria color di miele.
La sua anima gli disse:”Se veramente mi vuoi scacciare da te, non cacciarmi via senza il cuore. Il mondo è crudele, dammi il tuo cuore da portar via con me”.
Gettò indietro il capo e sorrise. “Con cosa potrò amare il mio amore se ti darò il mio cuore?” esclamò.
“No abbi pietà” lo implorò la sua anima “dammi il tuo cuore perché il mondo è molto crudele ed io ho paura”
“Il mio cuore è del mio amore”, rispose “quindi non indugiare e vattene”
“Non posso amare anch’io?” chiese la sua anima.
“Vattene, perché non ho bisogno di te”, esclamò il giovane pescatore, e prese il coltellino munito di manico di pelle verde di vipera e tagliò la sua ombra dai piedi, questa si alzò e stette davanti a lui, lo guardò ed era proprio come lui.
Lui indietreggiò e si infilò il coltellino nella cintura, e fu pervaso da una sensazione di terrore. “Vattene,” mormorò “e non farmi più vedere la tua faccia”
“No, ci incontreremo ancora” disse l’anima con voce bassa e simile a un flauto, e muoveva appena le labbra mentre parlava.
“Come c’incontreremo?” chiese il giovane pescatore. “Non vorrai per caso seguirmi negli abissi del mare?”
“Una volta all’anno io verrò in questo luogo e ti chiamerò” disse l’anima. “Potrebbe accadere che tu abbia bisogno di me”…….

“Ho scritto quando non conoscevo la vita. Ora che so il senso della vita non ho più niente da scrivere (Oscar Wilde 1899)

Lucia Rosa Mari