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Spiritualità e Omeopatia


Nel 1790 Hahnemann, stava traducendo la Materia Medica di Cullen, dove trovò  l’ispirazione di un concetto importantissimo, la legge della similitudine di Ippocrate: «alcuni mali sarebbero guariti coi loro contrari, alcuni mali coi loro simili ed altri ancora né coi simili, né con i contrari, ma con ciò che conviene.».  Hahnemann scrisse: «per guarire una malattia, bisogna somministrare all’individuo che ne è affetto un rimedio che gli provocherebbe, se fosse sano, la malattia che lo affligge», “similia similibus curentur”(1). Una delle leggi dell’omeopatia afferma il principio dell’individualizzazione, infatti essa si prende cura dell’ammalato come persona, nella sua totalità e nella sua unicità, mente e corpo nelle sue peculiarità soggettive, che lo distinguono dagli altri.Benessere e malessere, non vengono più collegati ad un semplice e difettoso funzionamento organico ben classificabile e analizzabile, ma sono rapportati, ad una concezione più integrale e globale della persona, al suo divenire in un contesto segnato fortemente dalla relazionalità, alla percezione della corporeità come modalità di esistenza, all’apertura solidale e originale all’ambiente circostante. L’omeopatia non prescinde dalla conoscenza psicologica, emozionale e morale di ogni malattia. Anche trattandosi di una lesione fisica, la soggettività del malato, i suoi sentimenti, le sue emozioni i suoi conflitti rappresentano i valori essenziali per identificarlo come tale. L’ omeopatica si basa su un concetto fondamentale: il corpo e l’anima sono due entità inseparabili, tutti e due costituiscono una sola realtà umana. In ogni stato di malattia, lo stato dell’anima costituisce uno dei sintomi più importanti che deve essere sempre rilevato, per poter avere il quadro fedele del male e conseguentemente poterlo guarire con la cura omeopatica. L’anima o spirito, regola tutti i processi della mente e della volontà e regola pure il fluire dell’energia vitale all’interno degli organi viventi. In questo modo, la mente risulta essere l’espressione più diretta e meno mediata dell’anima e può quindi manifestare, fin dal momento della loro comparsa, i disturbi di quest’ultima.(2)Si può dire che l’omeopatia è medicina totale dell’uomo, perché prende in considerazione l’intero individuo, come persona formato da anima e corpo, analizzando analiticamente nell’insieme i sintomi particolari della malattia che definiscono la sua personalità.In realtà non esiste la malattia in se stessa, ma esiste la persona malata, come non esiste la salute in se stessa, ma la persona sana.(3)Nel pensiero  scientifico ed etico di Hahnemann si sviluppa la verità delle eterne leggi di Dio nel creato. Infatti egli si rifà al pensiero ed alla filosofia di S.Tommaso.(4)Hahnemann sosteneva che la forza vitale è un’entità:spirituale o dinamica (….) che anima il corpo materiale, che mantiene e governa la vita e che domina ogni parte dell’organismo in modo assoluto. La forza vitale è principio spirituale dinamico (…)(5) nello stato di salute dell’uomo la forza vitale, vivificatrice e misteriosa, domina in modo assoluto e dinamico il corpo materiale e tiene tutte le sue parti in meravigliosa armonia di sensi ed attività, in modo che il nostro intelletto ragionevole si possa servire liberamente di questo strumento sano e vitale per gli scopi superiori della nostra esistenza. (…) in ogni malattia dell’organismo, vi è sempre un’alterazione dello spirito e della mente. In ogni stato di malattia lo stato dell’anima costituisce uno dei sintomi più importanti (…)(6) Il pensiero di Hahnemann si fonda sulla filosofia aristotelica-tomista. Hahnemann riprende da San Tommaso il concetto fondamentale che l’anima e il corpo costituiscono insieme il composto essere umano, che è un’entità indivisibile, e non solo anche il concetto di salute e malattia è di origine tomista. Infatti l’Aquinate, afferma che l’uomo occupa un posto particolare nel mondo, è un essere che possiede materia e spirito, corpo e anima, dotato di intelletto e volontà.  La condizione spirituale dell’anima non permette di considerare l’uomo come unione di due sostanze (anima e corpo), né come unione accidentale di un’anima preesistente con un corpo materiale. L’unità fra anima e corpo è di natura speciale, perché l’anima umana, in quanto forma e in quanto spirituale, occupa un posto preminente nell’insieme, mentre il corpo è ordinato all’anima come uno strumento disposto per l’agente, nel modo migliore secondo il desiderio creativo di Dio. Per questo motivo non esiste persona umana quando l’anima si separa dal corpo, perché essere persona umana è possibile soltanto nell’unità fra anima e corpo(7).
Il pensiero Tomista, nel mostrare la singolarità dell’uomo, si orienta verso la difesa della sua dignità, che ha il suo fondamento nel fatto di avere un’anima spirituale e di essere immagine di dio.
La polarità fra la dimensione spirituale e quella corporea spiega sia la grandezza dell’uomo, capace di agire in modo libero e responsabile, di pensare secondo idee universali, di decidere orientato verso la ricerca del bene, sia la sua fragilità e debolezza: basta poco per provocare una malattia, basta poco per agire in modo passionale e disordinato. L’esistenza di rischi e di pericoli non toglie l’idea di base: il mondo è buono, il vivente è buono. Abbiamo bisogno, comunque, di fronte alla contingenza e alla debolezza della nostra condizione umana, di studiare e di approfondire i modi migliori per promuovere oppure per ripristinare la salute, il che giustifica l’esistenza e il bisogno della medicina come un’attività umana fondamentale nella vita sociale. Per S.Tommaso la salute può essere concepita come la prima forma del corpo, in quanto permette lo svolgimento delle attività proprie. La salute è vista come un bene, come una forma naturale, che può esserci o non esserci nel nostro corpo. La salute è considerata come un abito, nel senso che dispone adeguatamente il soggetto che lo possiede in ordine alla realizzazione degli atti relativi alla vita del corpo. La salute, tuttavia, non è uno stato stabile ne esistono garanzie per la sua continuità nel tempo, il che richiede di prestare attenzione ai numerosi rimedi e mezzi per mantenere la salute oppure ripristinarla quando essa è danneggiata. La salute è vista come un abito positivo, che aiuta alla conservazione dell’uomo in quanto vivente, e si trova sottomessa alle finalità superiori dell’anima spirituale. Per quanto riguarda la medicina, essa serve per conservarla oppure per ripristinarla. La medicina, non è l’agente principale, ma aiuta il principio interiore, la natura, al fine di ripristinare la salute di fronte ad una determinata malattia. Il medico deve avere una buona conoscenza dello stato del malato e di tutte le sue particolarità, perché il medico migliore non è quello che considera le cose in generale, ma quello che arriva agli aspetti più concreti dei particolari.
Un altro compito del buon medico consiste nel lavorare non soltanto contro i danni provocati da una malattia, ma anche nel rimuovere la radice che causa tale malattia, per evitare le ricadute del paziente(8).

Giuseppe Borriello

Bibliografia:
(1)    Cfr.LUC DE SCHEPPER, La metodologia di Hahnemann, ed. Salus, Padova, 2013, pag.6
(2)    Cfr. BAILEY PHILIP M., Profili e personalità dei maggiori rimedi omeopatici, traduzione: C.Zuccarini e R.Gava, Salus, Padova, 2010, pag.10
(3)    Cfr. RICCARDA LAZZARINI, Aspetti fondamentali della pastorale della salute.
(4)    Cfr. GIUSEPPE RICCAMBONI
(5)    Cfr. S.Hahemann, Organon dell’arte del guarire, Cemon, 4°ed., Napoli, 2003, pag.111-12
(6)    Op.Cit. S.H. Organon, §9, pag.210
(7)    Cfr.FERNANDO PASCUAL, L.C., Lineamenti di una bioetica decondo S.Tommaso D’Acquino, Lezioni di Biotetica, Upra, pag.421
(8)    Ivi pagg.423/425