Si sa che anche la segnaletica –
ufficiale e non – è figlia dei tempi. Non solo lo stile della comunicazione pubblica evolve con il mutare dei gusti e
lo sviluppo delle possibilità tecniche, ma anche il contenuto dell’universo segnaletico esplora nuove frontiere con
l’evoluzione dei bisogni e dei comportamenti da incoraggiare o scoraggiare.
Così l’estate scorsa ho scoperto che in
una cittadina turistica (Marina d’Ascea, Corso Elea) gli abitanti di un
condominio, evidentemente esasperati dagli schiamazzi notturni dei turisti,
avevano adottato un eloquente segnale di dissuasione.
Segnale
di rispetto del riposo notturno
Di quel cartello, mi sono poi ricordato
verso la fine di ottobre 2017, quando ho letto sui quotidiani di una tragedia
sfiorata nei vicoli di Chiaia, a Napoli, dove un residente, esasperato dal caos
della movida notturna, ha lanciato un vaso di terracotta sugli avventori di un
bar.
Non che la segnaletica stradale, e gli
avvisi in genere, godano di molto prestigio a Napoli (città che si autogoverna), ma avrei trovato l’adozione del segnale
di rispetto del riposo notturno una
bella goliardata, certamente meno rischiosa del passare alle vie di fatto.
Ivo
Grillo
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