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Un punto di vista, uno sguardo “maschile” (NdR)


Gli amori difficili

“Nello scompartimento, accanto al fante Tomagra, venne a sedersi una signora alta e formosa. Una vedova provinciale, doveva essere, a giudicare dal vestito e dal velo: il vestito era di seta nera, appropriato a un lungo lutto, ma con guarnizioni e gale inutili, e il velo le passava intorno al viso piovente dal giro di un pesante antiquato cappello. Altri posti erano liberi, notò il fante Tomagra, nello scompartimento; e pensava che la vedova avrebbe scelto uno di quelli; invece, nonostante la ruvida vicinanza di lui soldato, ella venne a sedersi proprio lì, certo per via di qualche comodità del viaggiare, s’affrettò a pensare il fante, correnti d’aria o direzione della corsa…
Il sedile ferroviario era dunque abbastanza comodo per due e Tomagra poteva sentire l’estrema vicinanza della signora pur senza il timore d’offenderla col suo contatto. Ma, ragionò Tomagra, di certo lei, seppur signora, non aveva mostrato di avere ripugnanza per lui, per l’ispido della sua divisa, se no si sarebbe seduta più lontano. E, a questi pensieri, i suoi muscoli che erano rimasti contratti e rincagnati, si dissero liberi e sereni; anzi, senza che lui si muovesse, cercarono d’espandersi nella loro maggiore ampiezza, e la gamba che prima se ne stava a tendini tesi, staccata perfino dalla stoffa del pantalone, si dispose più larga, tese a sua volta il panno che la vestiva, e il panno sfiorò la nera seta della vedova, ed ecco attraverso questo panno e questa seta la gamba del soldato aderiva ormai a quella di lei con un movimento morbido e fuggevole, come un incontro di squali, e con un muoversi d’onde delle sue vene verso quelle vene altrui….”

Tratto da : Italo Calvino “Gli amori difficili” Oscar Mondadori - 1993