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Uomo solo al comando


Luglio 1932: i nazisti prendono il 38% e sono il primo partito in Germania ma non riescono a formare il governo.
Novembre 1933: si torna al voto e i nazisti scendono al 33%. I conservatori, pensando fossero in declino, decidono di appoggiare Hitler  come cancelliere. 
Gennaio 1934: nasce il primo governo Hitler, di coalizione. 
Febbraio 1934: i nazisti orchestrano l’incendio del parlamento, incolpando i comunisti. Una settimana dopo si torna a votare e il partito nazista balza al 44%.
Marzo 1934: il parlamento vota con la maggioranza dei due terzi (nazisti, conservatori, centristi) il Decreto dei Pieni Poteri che consente ad Hitler di promulgare leggi senza passare più per il parlamento. Formalmente il passaggio dalla democrazia alla dittatura era avvenuta nella legalità e nel rispetto delle procedure costituzionali.
Luglio 1934: Hitler si libera di Ernest Rohm capo delle cosiddette Squadre d’assalto naziste, organizzazione paramilitare con centinaia di migliaia di seguaci, ala più sociale e radicale del nazionalsocialismo che inquietava industriali ed esercito. Hitler fece arrestare tutti i capi delle squadre d’assalto, tra il 30 giugno ed il 2 luglio nella cosidetta “Notte dei lunghi coltelli”. Furono assassinate tra le 150 e le 200 persone riunite nella cittadina di  Bad Wiessee.
Agosto 1934:  muore il Presidente della Repubblica della Germania, l’ottantaseienne Hindenburg. Hitler dichiarò vacante la carica di Presidente e si attribuì ufficialmente la carica di Presidente col titolo di Fuhrer.
Le istituzioni democratiche si sgretolarono in pochi mesi sotto i colpi di una maggioranza relativa guidata da un capo di grandissime capacità oratorie e completamente privo di scrupoli.
Eppure la Germania dell’epoca era un paese colto, progressista e multiculturale. Ma la crisi economica del 1929 aveva incistato il virus della paura nel popolo ed un demagogo populista, sovranista,  rozzo e spregiudicato era riuscito, in poco tempo, all’apice della crisi, a trasformare una democrazia che pareva forte e stabile, in una dittatura che fin da subito si dimostrò  spietata e criminale.
Qualcosa di simile si potrà verificare, a distanza di un secolo,  in Europa,  negli anni ‘30 del 2000, o ancor prima?  Vediamo quali sono le differenze e quali le analogie tra la situazione degli anni ’30 del secolo scorso, e la situazione sociale e politica attuale.
Differenze: 1. il totalitarismo nazista e, prima ancora, quello fascista, si basavano sullo Stato Etico che puntava alla subordinazione delle coscienze individuali alla volontà collettiva dello stato. Pare difficile la riproposizione di tale modello di Stato, non tanto perché sia più presente, attualmente, nei popoli, la consapevolezza del principio della libertà di scelta dell’individuo; quanto perché, sono cambiate antropologicamente le condizioni sociali ed ambientali di vita rispetto ad un secolo fa. 2. Altra differenza sostanziale è la velocità di propagazione delle informazioni (internet etc.). Tutto ciò che fanno i governanti,  lo si sa un minuto dopo. Non è migliorata la consapevolezza critica del popolo, ma la capacità di commentare, con estrema rapidità,  quello che fanno i politici al potere. È quindi più difficile il ricorso alla violenza fisica, nella lotta politica, rispetto a un secolo fa, quando le notizie arrivavano dopo giorni se non settimane. La violenza verbale invece è aumentata in maniera esponenziale, anche grazie alla diffusione dei social media. 3. Il richiamo al razzismo, in modo esplicito,  è oggi molto più difficile di quanto lo sia stato prima dell’olocausto. Prima dello sterminio degli ebrei, ad opera dei nazisti, non era così difficile schierarsi apertamente dalla parte dei razzisti. I demagoghi  sovranisti attuali non parlano apertamente di razzismo (perderebbero  parte del loro consenso) ma pericolosamente si limitano ad intervenire con atti specifici, contro, ad esempio,  rom o immigrati irregolari. Compiendo interventi molto eclatanti (facimm’ammuina) di scarsissima efficacia (per i sovranisti) e che quindi sono (al momento) limitati e neanche sempre condivisi dal loro popolo.
Analogie: 1. una delle lezioni della storia è che spesso gli esiti peggiori non si palesano all’inizio. Come  andrà quindi a finire la politica dettata da visioni sovraniste? Il prima gli italiani di Salvini,  il prima gli americani di Trump, il prima gli ungheresi di Orbàn? Quest’ultimo considerato il teorico della cosiddetta “democrazia illiberale”, ossimoro più fattuale che retorico. Anche i nazisti all’inizio non ammazzavano ebrei e rom, si limitavano a schedarli, a discriminarli in tutti i modi possibili, per costringerli ad andare via. 2. Nazisti e fascisti mettevano in discussione le costituzioni, il parlamento con le sue dinamiche maggioranza/opposizione, accusandoli di non riflettere la volontà popolare. Per giungere ad instaurare regimi dittatoriali i governanti invocavano il richiamo diretto al popolo, senza strutture intermedie tra popolo e governo. Il neo deputato Goebbels, massimo esponente della propaganda (altro termine pericolosamente tornato di grande attualità) nazista, nel 1928, entrando per la prima volta nel Reichstang, dichiarò : “entriamo in Parlamento come il lupo nel gregge”. 3. Altra analogia è il  violento attacco ai diritti civili, conquistati, in Italia, a partire dagli anni ’70 : aborto, unioni civili,  solo per citarne alcuni. Questo per limitarci al Bel Paese;  ma siccome parliamo di analogie europee, occorre ricordare  gli attacchi alla libertà politica, alla libertà di stampa, all’autonomia della magistratura,  in atto in paesi come Ungheria, Polonia, Russia. I demagoghi sovranisti europei tendono a mantenere il potere, anche negli attuali contesti democratici, manovrando la propaganda,  alterando e forzando le regole. Si fermeranno? Oppure  le analogie prevarranno sulle differenze e si realizzeranno in Europa regimi totalitari nei quali le  istanze fasciste e naziste si presenteranno in altra forma ma con la stessa sostanza?
In Italia due Matteo hanno incarnato il mito dell’uomo solo al comando. Il primo Renzi, dichiarandosi rottamatore e finendo rottamato. Il secondo, Salvini che, per ora si sta mangiando i cinque stelle, e non sembra intenzionato a fermarsi. Con ciò, ricorda il comico Crozza,  ha ribaltato 100 anni di Commedia dell’Arte : unico esempio di un padano che è riuscito a mettere nel sacco un napoletano.

Lucia Rosa Mari