“….ed è per questo che l’uomo possiede un lato prometeico: sa in anticipo che possono accadergli delle cose, sa già molto bene che morirà; quello che non sa è quando e come. Sa prima che alcuni pericoli lo minacciano, li teme ma non può vederli, ne sentirli. L’uomo prometeico sa che le cose stanno per accadere. Ma nello stesso tempo l’uomo possiede anche l’altro lato, quello epimeteico, che va di pari passo. Non ci soffermiamo mai veramente sulle cose, se non quando è troppo tardi per potervi rimediare. Prometeico ed epimeteico vuol dire che noi viviamo sempre nell’attesa, e in una previsione che non è vera e propria previsione, ma neanche un vero sapere.
Tutta questa storia è perciò un po’ complicata, ma nello stesso tempo ogni episodio è incastrato in un altro e tutti si richiamano a vicenda. La creazione della prima donna è proprio la creazione di quello che noi siamo, della vita e della condizione umana. Questa straordinaria mescolanza fa sì che gli uomini non abbiano uno statuto proprio; un tempo vivevano mescolati agli dei, ora vivono mescolati alle bestie. Gli uomini stanno fra gli dei e le bestie. Rispetto alle bestie mantengono un rapporto con gli dei attraverso la preghiera, i rituali, le statue delle divinità, i templi, i riti, in una parola attraverso la religione che gli animali invece non hanno.. e nello stesso tempo sono come le bestie perché condividono con loro le leggi dell’animalità, la necessità di mangiare, i bisogni sessuali. A metà strada tra fra le bestie e gli dei lo statuto degli uomini è ambiguo. Questo aspetto, sul piano del racconto mitico è perfettamente espresso dalla donna. Perché? Perché, come abbiamo visto, la donna è a suo modo divina.
Nell’esistenza del contadino greco medio la vita è dura, la terra non è molto fertile. E in quella realtà quotidiana, faticosa e mediocre, la presenza femminile è il riflesso del divino nella vita. Le donne sono fatte ad immagine delle dee immortali. Quando rientri a casa trovi la tua donna…C’è in Esiodo, appena accennata, la descrizione di una fanciulla che fa il bagno. È meravigliosa, un raggio divino che illumina all’improvviso un’esistenza mediocre. Creatura divina ed umana, lei parla come te, è il matrimonio monogamico, è la tua sposa, discute con te dei tuoi affari. E creatura bestiale, perché rappresenta l’animalità alimentare e sessuale. Lei è tutto questo insieme. La donna rappresenta la sintesi di un’esistenza umana paradossale….”
Pandora è la prima donna, l’antenata di tutte le donne. Insieme a lei Zeus manda sulla terra un vaso da cui escono tutti i mali fino allora sconosciuti: la fatica, la sofferenza, il dolore, la morte. Con Pandora ha inizio la condizione umana. Ma nello stesso tempo sarà proprio Pandora, la prima donna, a portare nel suo ventre la vita. La speranza per l’uomo. (dalla quarta di copertina)
Tratto da : Jean Pierre Vernant :”Pandora, la prima donna” – Einaudi - 2008