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Guardiamo nell’Aperto: con Montalbano

Francesco Merlo, scrittore e giornalista che leggiamo sempre con molta attenzione e piacere,  ha pubblicato, il 13 febbraio,  su “la Repubblica”un pezzo dal titolo “Montalbano batte Salvini” di cui riportiamo alcuni tratti ritenendoli molto significativi dal punto di vista politico e pedagogico  (NdR).


“Arriva Montalbano e si scopre che in Italia l’élite buonista è popolo, undici milioni di popolo (radical chic?) incollato davanti alla tv per vedere le piccole braccia di Zingaretti aprirsi grandi, grandissime, sull’amatissimo mare di Vigata che accoglie gli immigrati come persone da salvare e non come ostaggi da sequestrare. Il commissario, per vocazione civile, si getta pure in mare per recuperare il corpo adolescente di un disgraziato maghrebino. Gli bastano pochi e decisivi gesti per togliersi la camicia bianca, l’indumento con l’aria di niente che veste tutti gli italiani e quindi anche Montalbano, il quale mai si traveste con le divise paramilitari del ministro Salvini che del poliziotto fa solo la caricatura incanaglita…..

Con il boom del 45 per cento di share, il commissario ha finalmente dimostrato che non è vero che da un lato c’è il mondo debosciato con la erre moscia delle terrazze romane e dei salotti milanesi a tifare per i porti aperti e dall’altra c’è la semplicità e la durezza della gente dei mercati rionali e delle periferie a pretendere i porti chiusi. E inoltre Montalbano è neo realismo perché, forse per la prima volta, non c’è solo la storia di un poliziotto finto, da romanzo, da fiction, da atto mancato. Per la prima volta, Montalbano non è l’investigatore che, nell’Italia delle inchieste mai risolte, acchiappa i veri colpevoli e libera gli innocenti, l’unico che scopre la verità nel paese dei misteri e dei gialli ciclicamente riaperti….Da lunedì sera Montalbano è uno dei tanti veri poliziotti italiani che, come tutti noi, provano solidarietà per i naufraghi delle migrazioni, uno dei tanti nostri poliziotti che, lasciandosi guidare dalla comprensione intuitiva, sarebbero pronti a indagare e a risolvere davvero i delitti degli scafisti.

Montalbano trova con facilità gli scafisti che, a bordo, hanno stuprato una bambina,  semplicemente perché li cerca. Indaga sui delitti veri invece di mettere sotto inchiesta i bagni di bordo, cercare i terroristi dell’Isis, andare a caccia di untori, contestare le bandiere delle Ong, promettere le manette ai naufraghi considerati clandestini, vale a dire penalmente responsabili della propria miseria.


Nel successo di questo Montalbano c’è anche, parallelo, il giallo di una bellissima sarta (per uomo), nella Sicilia che non è solo accogliente ma è anche liberata, elegante bionda che fa impazzire i sani e rinsavire i pazzi.  E ci sono un marito assassinato e gettato in mare con le mani legate, un bimbo morto e il desiderio di maternità in faccia a quel mare che purifica: la mamma e il mare della Sicilia come origine del mondo. E sembra in controtendenza anche questa voglia di maternità che costeggia un’Italia dove, secondo i dati appena diffusi dall’Istat, la natalità è al suo boom negativo…”