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15/03/2017Ecco arrivato finalmente il momento più bello della giornata. Tutti dormono, in casa regna il silenzio,mi rilasso sul mio comodo divano e scrivo i miei pensieri più sinceri. Questo diario è il mio piccolo segreto ed è ormai un’ abitudine alla quale non potrei più rinunciare. Forse scrivo ciò che mi accade e ciò che penso perché non ho più le amiche di un tempo; la vita ci ha allontanate e la mia, così faticosa e impegnativa, non mi lascia il tempo per coltivare nuove amicizie. In realtà il tempo che dedico a me stessa è pari a zero e da quando sono nati i bambini non mi dedico ad altro che a loro, alla casa e ai miei doveri. A volte ripenso a quando mi facevo bella per andare a lavoro, poi mi guardo allo specchio e mi accorgo di quante cose siano cambiate. Mi soffermo sulla mia immagine, a prima vista vedo una donna trascurata e sciatta e mi domando dove sia finita la vecchia me. Sono cambiata tanto in questi anni e a volte penso che in fondo sia colpa mia se Paolo è diventato quello che è. Forse si è sentito trascurato dopo l’arrivo dei bambini, magari non gli piaccio più come quando ero ragazza o forse rinunciando al lavoro per dedicarmi alla famiglia l’ho caricato di troppe responsabilità. Poverino, è sempre stanco, preoccupato, nervoso ed io cerco di comprenderlo anche quando tutto questo si trasforma in rabbia verso di me.

27/03/2017Oggi è stata davvero una pessima giornata, di quelle in cui va tutto storto. A causa dello sciopero dei mezzi pubblici ho accompagnato i bambini a scuola a piedi e per fortuna la campanella era già suonata quando ha cominciato a diluviare. Ero fradicia, ma neanche il tempo di mettere piede in casa e da scuola mi chiamano perché Marco sta poco bene e vuole che vada a prenderlo. Il resto della giornata è stato un imprevisto dopo l’altro, ma evidentemente la giornata di Paolo dev’essere stata peggiore della mia, tornato a casa si è chiuso in camera a guardare la t.vú poi ha mandato i bambini a letto. Gli ho chiesto cosa avesse e mi ha solo risposto che la giornata era stata pesante. Gli ho risposto che anche la mia non era stata un gran che, ma non volevo certo offenderlo o sminuire i suoi problemi. Lui invece ha pensato che volessi farlo, è andato su tutte le furie e mi ha tirato uno schiaffo così forte che mi è scoppiato un tremendo mal di testa. Non è la prima volta che succede, ma con il tempo ho imparato che se reagisco o mi lamento ad uno schiaffo ne seguono altri, ma se incasso in silenzio lo schiaffo resta uno è tutto sommato sopportabile. In fondo, poverino è stressato e stanco ed io non devo annoiarlo con le mie lamentele inutili.

20/04/2017È passato un mese dall’ultima volta che ho scritto qualcosa su questo diario e non saprei come definire il periodo trascorso se non infernale. Allo schiaffo di quella sera ne sono seguiti tanti altri, così tanti che si sono esaurite le giustificazioni che ogni volta davo al suo comportamento. Sembra assurdo, ma quando ciò che mi faceva non lasciava segni, il giorno dopo riuscivo a far finta che niente fosse accaduto; poi ,però, i lividi che vedo guardandomi allo specchio mi impediscono di negare la realtà come ho fatto per tanti anni. Per troppo tempo ho pensato di essere io il problema; l’ho coperto, l’ho giustificato, ma la verità è che Paolo è un violento e che più il tempo passa, meno riesce a controllare la sua ira.
Non posso aspettare di finire come una delle tante donne di cui sento parlare troppo spesso in tv. Non lo meritano i miei figli e non lo merito neanche io. Non è solo per loro che devo reagire,ma anche per me: devo tornare a volermi bene.

01/01/2019È il primo giorno di un nuovo anno, un giorno di festa che trascorrerò con i miei figli, con le persone che amo e con quanti mi hanno sostenuta nel difficile cammino di questi anni. Quante cose sono cambiate da quella sera in cui ho deciso di tornare a volermi bene; la stessa sera in cui giurai a me stessa che quei lividi sarebbe stati gli ultimi. Ora posso dire con certezza che in certi casi i danni maggiori sono quelli che fanno il silenzio e l’isolamento. Se al primo schiaffo avessi raccontato, se non mi fossi vergognata, probabilmente avrei evitato tanto dolore. Solo chiedendo aiuto e confrontandomi con altre donne che avevano subito violenze, ho capito che tutto questo non può essere normale e che la salvezza sta nel rispetto e nell’amore per se stessi. Oggi sono una donna nuova, consapevole di avere sì, tanti difetti, ma anche cosciente del proprio valore. Nessuno ha il diritto di annullare un altro essere umano e mai più a nessuno permetterò di trattarmi come un oggetto. Torno ad essere protagonista e padrona della mia vita.

Diletta Carelli (Liceo Mazzini)