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Il lavoro che cambia


La consapevolezza della soggettività  plasma e trasforma il lavoro. Si crea un circolo virtuoso tra pratica e pensiero grazie alla relazione tra donne. Con la femminilizzazione del lavoro migliora l’accesso ai servizi  pubblici, dalla sanità alla scuola.  Le donne hanno la capacità di trasformare il cuore dell’organizzazione maschile del lavoro,  dove la flessibilità è solo una versione superficiale del cambiamento. Capaci come sono, quando lo sono, di criticare la visione capitalistica del lavoro, tutta centrata sul profitto, dove scompare la gratuità. 
E’ vero,  come ci ricorda l’economista  Christian Marazzi, che bisogna interrogarci sul lavoro che non valorizza le donne, annoia, crea frustrazione.
L’errore  è ignorare l’asimmetria tra i sessi e ridurla a mera disuguaglianza. La femminilizzazione del lavoro serve ad un mercato rinnovato, grazie alle migliori competenze delle donne.
Esperienza e narrazione fanno fatica a convivere.  
E’ importante avere una visione realistica che non spenga il desiderio femminile, ma sia capace di  produrre teoria femminista, femminile,  teoria che nasce dalla relazione, dalla politica delle donne. Teoria politica da cui scaturisca una  Pratica.
 “Teorizzare una pratica “ per trattenere la Differenza. In un universo produttivo in cui le donne sono già  molto presenti.  
Si tratta non di trovare talenti femminili, ma di trattenerli. 

Questi appunti di Lucia Mastradomenico sono datati 2006. A distanza di tanti anni mostrano tutta la loro attualità. Il tentativo di Lucia ed Angela Putino era, dopo aver svolto tanto lavoro pratico (negli asili, nei manicomi, nelle scuole, nelle università), offrire spunti di riflessione per giungere a teorizzazioni che potessero essere di guida al cambiamento. Il loro impegno si era fatto concreto con la pubblicazione di “ADA teoria femminista”, rivista online di cui non hanno potuto seguire lo sviluppo. Lucia ed Angela sono venute a mancare nel gennaio 2007, quando fu pubblicato il secondo numero di ADA. Per una triste coincidenza, a distanza di 17 giorni l’una dall’altra. 
Quanto ci mancano le loro voci, quanto le loro riflessioni, quanto la loro capacità di attrarre ed affascinare noi fortunati che abbiamo condiviso l’approfondito dibattito da loro provocato. Come non ricordare il gruppo di lettura e riflessione su “Evoluzionismo e Creazionismo” con Maria Vittoria Montemurro, Gabriele Frasca, Amalia Mele, Stefania Tarantino, Roberto Landolfi e tanti altri, e tante altre. Ed ancora le discussioni sul lavoro che cambia, sulle nuove forme di comunicazione, sui sud, in Italia e nel mondo.
In questi ultimi anni il mercato del lavoro è ulteriormente cambiato, al sud esiste una maggiore consapevolezza sul ruolo trainante di donne e giovani. Vanno colte le nuove opportunità: la centralità di temi quali l’ecologia e la pedagogia; l’interculturalità favorita dagli scambi; la necessità, come diceva Lucia, non di trovare nuovi talenti, ma di trattenerli.
Il 13 dicembre 2019, al PAN di Napoli, per ribadire il nostro impegno a tener  dritta la barra su giovani e sud,  abbiamo organizzato l’incontro “I Giovani e i Sud”, attraversato dalle dotte e documentate relazioni di Livia Apa, Luisa Festa, Isaia Sales, Danilo Tuccillo e Goffredo Fofi. 
L’augurio ai nostri lettori per il 2020 lo mutuiamo dall’invito di Goffredo a far prevalere “l’ottimismo della volontà sul pessimismo della ragione” (NdR)