Il 4 settembre 2020 Repubblica ha pubblicato il pezzo, “I diritti delle Donne” di Olimpia Zagnoli, per ricordare i 25 anni dalla Conferenza Mondiale delle donne di Pechino. Una esperienza indimenticabile cui hanno partecipato 31 mila donne di tutto il mondo. Anche io ero a Pechino e quella esperienza di
“Guardare il mondo con gli occhi di donna” ha segnato la mia vita politica e istituzionale. Qual è la situazione oggi in Italia? I dati sulla disoccupazione femminile, il precariato, la violenza sulle donne e le poche donne nei luoghi decisionali, ci ricordano che ancora molto c’è da fare. La IV Conferenza che ha avuto come filo conduttore il raggiungimento degli obiettivi di “Uguaglianza, sviluppo e pace”, ha coinvolto 189 paesi di tutto il mondo, con la presenza di numerosi organismi internazionali e rappresentanti politici di alcuni stati. Un evento epocale seguito da 3000 giornalisti accreditati e che si è articolati in due momenti collegati: il Forum delle organizzazioni non governative che si è svolto a Huairou dal 30 agosto all’8 settembre e la Conferenza governativa di Pechino dal 4 al 15 settembre. Per la prima volta 150 donne italiane si sono recate ad un Forum mondiale delle donne. Donne dei femminismi, dei movimenti per la pace, delle organizzazioni non governative, di università e centri di ricerca, dei sindacati, degli enti locali, singole donne legate a particolari percorsi politici e sociali si sono incontrate ad Huairou. “Esso ha segnato il salto che da Nairobi in poi hanno saputo fare donne singole e organizzate in una crescita per “contagio” che ha dato luogo a un vero e proprio movimento internazionale delle donne” (R.Lamberti,E.Donini.P.Melchiorri). Tra i temi della dichiarazione di Pechino che le donne italiane hanno ripreso per poi realizzare incontri e iniziative specifiche, si ricordano: la soluzione non violenta dei conflitti e la costruzione di condizioni positive per la convivenza pacifica; la costruzione di una politica autonoma ed efficace delle donne a livello transnazionale nel contesto dei processi di globalizzazione e di spostamento dei centri di potere; la rilettura della violenza sessuale nell’ambito più ampio della sessualità e dell’autodeterminazione femminile; l’analisi delle ricadute dei processi di trasformazione economica, sociale e politica sul lavoro e sulla esistenza delle donne. Il riconoscimento del lavoro di riproduzione come elemento per mutare il modello economico e sociale. La relazione con le emigrate e le rifugiate del nostro paese e la messa a tema della problematica dell’emigrazione. Il fenomeno del fondamentalismo e dell’integralismo, ivi inclusi gli integralismi presenti nelle chiese cristiane. Empowerment, mainstreaming, follow-up sono state le parole d’ordine che hanno caratterizzato l’appuntamento di Pechino.
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testo e foto di Luisa Festa