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Alcuni esempi: buon anno Scuola

Ecco la scuola, con la sua insostituibilità, con i suoi soliti problemi irrisolti e con, in più, la didattica a distanza (DAD) e gli effetti della pandemia.

Lo Stato dispone di tutti gli strumenti normativi per migliorare efficienza e qualità del sistema scolastico. È necessario censire i più capaci dirigenti del ministero e delle regioni e pretendere da loro che agiscano come agenti del cambiamento e dell’innovazione. Come nel caso della sanità, è necessario mettere a lavorare i “buoni burocrati”, senza ricorrere a commissariamenti, poteri speciali, eccessi di Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM). Ri-dare fiducia, ai tanti che, si occupano, in normalità, del sistema scolastico con competenza, efficienza, onestà.  

Di norma questo non avviene e le amministrazioni ricorrono all’esterno invece di introdurre incentivi e sanzioni per il personale interno, valorizzare i più bravi, che ci sono. Occorre invertire anche la tendenza sui controlli. Chi svolge i controlli ha, per solito, una funzione di rallentamento o blocco. Per beccare un disonesto si inaspriscono controlli inutili e dannosi. Per beccare i pochissimi “furbetti del cartellino” si è instaurato un sistema di controlli inefficaci, ma capaci di terrorizzare gli onesti. Ad esempio, il virus, ha determinato un vero e proprio cambiamento culturale anche nel sistema dei controlli: tanti, in special modo nella scuola, lavorano a distanza, da casa, in lavoro intelligente (smart working). Come si controllano costoro? Non timbrano più il cartellino, non gli si può mandare le forze dell’ordine per controllarli a casa. È dunque il momento di attivare sistemi di controllo nuovi, basati su maggiore fiducia nelle persone e valutazione rigorosa dei risultati.

Molte cose sono da cambiare nell’organizzazione scolastica. Organizzazione complessa e dai grandi numeri. 835 mila insegnanti a fronte di 8 milioni 300mila studenti. Rapporto che potrebbe sembrare ottimale se 200mila insegnanti non fossero supplenti precari; l’Italia investe nell’istruzione l’8% della spesa pubblica, ben al di sotto della media UE che è del 10,2% (Fonte Eurostat). 

Viene da più parti ripetuto che gli insegnanti pensano: “guadagniamo poco, ma in fondo lavoriamo poco, siamo un’area di parcheggio”. Altro luogo comune da sfatare.

Adesso sono in gioco 209 miliardi di fondi europei. Una cifra cospicua. Molte risorse dovrebbero andare, a nostro avviso, a sanità e scuola. Proviamo ad elencare 5 punti, per augurare buon anno al sistema “scuola” e prefigurare i cambiamenti che andrebbero realizzati prioritariamente avendo a disposizione le risorse necessarie:

1. Risorse economiche nella misura necessaria a risolvere o migliorare lo stato degli edifici scolastici, metterli in sicurezza, provvederli di ambienti in grado di sostenere le attività curricolari ed extra-curricolari, di accogliere classi di un numero adeguato di alunni, di evitare turnazioni, di disporre di spazi e servizi igienici adeguati, di potenziare attrezzature per laboratori e palestre, sistemi multimediali, attività ricreative.

2. Equiparare le risorse di tutti gli istituti scolastici, senza distinzione di tipologia ed ubicazione sul territorio.

3. Pensare ad una scuola a tempo pieno in grado di assolvere ai bisogni dell'utenza con servizi mensa e locali adatti, incrementando il personale docente e non docente.

4. Stabilizzare i docenti evitando il più possibile le forme di precariato e assicurare la continuità didattica, semplificare le procedure burocratiche.

5. Investire nella formazione del personale docente con ricadute concrete nella pratica didattica e non attraverso aggiornamenti teorici e privi di riscontro. Retribuire adeguatamente il personale scolastico. 

Cambiamenti finalizzati a ridurre al minimo la DAD e a riportare a scuola i ragazzi. Scuole aperte dalle 8,30 alle 16,30, in due turni, potenziamento della teledidattica, ridefinizione dei programmi, sgravando gli insegnanti da ogni ridondanza, semplificando ed alleggerendo le attività aggiuntive dei docenti, al di là di quelle strettamente afferenti alla funzione didattica.

Georg Simmel sociologo e pedagogista (1858 – 1918) scriveva più di un secolo fa: “Prima di crearsi un sentiero occorre imparare a camminare. Ma, quando si è imparato, bisogna cercarsi anche la strada…andrebbe evitato di sottoporre gli studenti a prove sempre più strutturate, temi con tracce rigorosamente determinate, e l’adozione di contenuti preformati ed estranei agli scolari”. 

Già prefigurava lo scempio dei test a risposta multipla che vanno bene a valutare gli influencer non certo gli studenti. Il lavoro di cambiamento strutturale “condominiale” degli edifici scolastici non sarà efficace se non si mette mano al cambiamento culturale dei programmi e ad una visione integrata degli insegnamenti.

 

La Redazione