Il 27 gennaio, giorno della memoria, ricorrenza internazionale per commemorare le vittime dell’olocausto. L’oggetto della ricorrenza è la liberazione, da parte dell’armata Russa del campo di concentramento di Auschwitz.
Per ricordare il giorno della memoria riportiamo alcuni brani da un testo di Karl Popper (1902 – 1994), uno dei grandi Maestri del 900, “La Lezione di questo Secolo” su democrazia, tirannia e ruolo degli intellettuali:
“Anche la visione della democrazia come tribunale del popolo, è tutt’altro che priva di difetti. Ad essa si adatta bene la battuta ironica di Winston Churchill che diceva < la democrazia è la peggiore di tutte le forme di governo; con la sola eccezione di tutte le altre forme di governo>….Tuttavia nell’insegnamento, nelle scuole elementari e nei ginnasi, mi risulta che venga sostenuta la dannosa ed ideologica teoria della sovranità popolare invece della più modesta e realistica teoria della necessità di evitare la dittatura che è insopportabile e moralmente insostenibile.
Il futuro è assai aperto, lo possiamo influenzare. Su di noi pesa una grossa responsabilità e non sappiamo quasi niente. Che cosa possiamo fare per dare una mano? Possiamo fare qualcosa per impedire spaventosi avvenimenti come quelli in Estremo Oriente? Sto parlando del nazionalismo, del razzismo, delle vittime di Pol Pot in Cambogia….Possiamo fare qualcosa? Impedire qualcosa? La mia risposta a questa domanda è si. Io credo che possiamo fare molto. Quando dico <noi> intendo parlare degli intellettuali, cioè di uomini che sono interessati alle idee, quindi in particolare coloro che leggono e forse anche scrivono.
Perché penso che noi, gli intellettuali, possiamo dare un aiuto? Semplicemente perché noi, gli intellettuali, abbiamo provocato i danni più terribili. Lo sterminio di massa in nome di un’idea, di una dottrina, di una teoria – questa è la nostra opera, la nostra invenzione: invenzione di intellettuali. Se noi la smettessimo di aizzare gli uni contro gli altri – spesso con le migliori intenzioni –anche solo con questo si sarebbe raggiunto un gran risultato. Nessuno può dire che questo è impossibile per noi.
Il più importante dei dieci comandamenti dice: non uccidere! Esso contiene quasi l’intera etica. Ad esempio il modo in cui Schopenhauer formula la sua etica è solo un’estensione di questo importantissimo comandamento. L’etica di Schopenhauer è semplice, diretta, chiara e dice: < non danneggiare nessuno e non ferire nessuno, invece aiuta tutti per quanto puoi> …
…Nell’idea dell’ortodossia e dell’eresia si nascondono i vizi più meschini; quei vizi a cui noi intellettuali siamo particolarmente soggetti: l’arroganza, la convinzione di aver sempre ragione, la saccenteria, la presunzione intellettuale. Questi sono vizi meschini, vizi non tanto gravi quanto la crudeltà. Ma anche la crudeltà non è del tutto sconosciuta tra noi intellettuali. In questo ambito anche noi abbiamo fatto qualcosa. Si pensi solo ai medici nazisti che uccidevano i vecchi e i malati già alcuni anni prima di Auschwitz e alla cosiddetta soluzione finale del problema ebraico….
…Il mondo non è facile da governare. Ogni specie animale, ogni tipo di pianta, ogni tipo di batterio influenza l’ambiente delle altre specie. Forse la nostra influenza è maggiore ma un nuovo virus, una nuova epidemia virale, una nuova epidemia di batteri ci potrebbe spazzare via in pochi anni. La natura non può essere tenuta facilmente sotto controllo. Una democrazia non è una cosa semplice. Churchill diceva che la democrazia è la peggiore forma di governo, con la sola eccezione di tutte le altre. Quello che Churchill non diceva chiaramente lo vorrei aggiungere io: per il governo la democrazia è la forma di gran lunga più scomoda e difficile perché i governi sono sempre minacciati di destituzione. Devono rendere conto a me e a voi. Questo è molto positivo ma rende difficile il loro lavoro. Noi siamo il giurì, i giurati ma il nostro pericolo è quello di essere sedotti dall’irreligione che di volta in volte viene universalmente professata….
..Insomma in Occidente viviamo in paradiso, naturalmente nel primo paradiso, e non ancora nel settimo. Il nostro paradiso può esser di molto migliorato; quindi non dobbiamo più offendere e diffamare il nostro mondo che è di gran luna il migliore che ci sia stato, e ciò vale particolarmente per l’Europa. La verità è che non siamo contenti delle riforme, in nessun paese, come anche negli Stati Uniti….
…Dobbiamo sapere di non sapere niente – o quasi niente – e che Gorbaciov (oggi avrebbe forse detto Putin o Xi Jinping - NdR) si trova proprio nelle nostre stesse condizioni; per avvicinarci alla pace anche di un sol passo dobbiamo rinunciare alle ideologie e specialmente all’ideologia del disarmo unilaterale, così pericolosa per la pace. Dobbiamo tastare il terreno criticamente, come fanno gli scarafaggi, cercare la verità<in tutta modestia>, non dobbiamo più cercare di recitare la parte di profeti onniscienti. Ma ciò significa: <Dobbiamo Cambiarci>.
Tratto da: Karl Popper: “La lezione di questo secolo – Intervista sul 900 di Carlo Bosetti” Tascabili Marsilio Saggi – novembre 1994