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Auguri al Presidente

Sei mesi fa, all’inizio del semestre bianco, i soci dell’Associazione “Madrigale per Lucia” presero posizione a favore di Marta Cartabia quale possibile candidata alla presidenza della Repubblica.  Pubblicammo un articolo in cui elencavano i motivi della nostra scelta: finalmente una donna al Quirinale, una ex Presidente della Corte Costituzionale, un curriculum importante tale da portarci ad ipotizzare che avrebbe svolto il compito con capacità, equilibrio e difesa dei valori costituzionali. L’aspetto più importante era ed è, a nostro avviso, la difesa dei valori Costituzionali, della nostra “bellissima” Costituzione, vero e proprio baluardo di democrazia.

Così non è stato. Sono state avanzate candidature femminili, ma solo per bruciarle, nel segreto dell’urna o pochi istanti dopo pronunciamenti a loro favore. Ci ricorda Luisa Festa che, ancora una volta, in nome delle donne, si sono avvitate strumentalizzazioni le più varie.

Dopo una settimana di spettacolo infimo della politica partitica, i leader dei partiti hanno proposto una rielezione dell’attuale presidente, più per salvare se stessi dall’ennesima figuraccia che per il bene comune. Due considerazioni su quanto avvenuto.

La prima: “Una grande solidarietà umana ed un sincero augurio di buon lavoro a Sergio Mattarella”. Mattarella aveva detto più volte e fatto capire con gesti concreti che, non avrebbe gradito una sua rielezione, arrivando a farsi fotografare mentre avveniva il trasloco dei mobili, dalla casa di Palermo alla casa che ha preso in fitto a Roma. Un uomo di 80 anni che tanto bene ha operato, cui non è stato concesso il meritato riposo. I politici che, hanno legiferato in questi ultimi anni, per fare andare in pensione anticipata, coloro che lavorano nella pubblica amministrazione (quota 100) o che hanno inteso disfarsi degli ultra65enni (rottamazione), non hanno trovato altra soluzione che implorare un ottantenne di accettare di continuare a svolgere un ruolo molto oneroso. Fare il presidente della repubblica, come ha fatto Mattarella nel suo ultimo settennato, con impegno, serietà e dedizione, può essere considerato un lavoro molto stressante sul piano psichico e relazionale. 

Ma si sa: i leader politici che dovrebbero occuparsi del bene comune, degli aspetti sociali dell’umanità, sono spesso dis-umani, interessati essenzialmente al successo loro personale e dei loro seguaci. Si può tentare di coniugare gli aspetti egocentrici dell’impegno politico con il bene comune? Questa domanda ci introduce alla seconda considerazione: “Devono, i leader politici, tornare a studiare (specialmente coloro che non lo hanno mai fatto)”. Devono ricordarsi che la politica è una scienza, al pari delle altre scienze umane. Scienze Politiche non è solo un corso di studi universitario, ma una materia da studiare, sul versante storico, dell’attualità, degli approfondimenti di senso, sui cui principi è necessario aggiornarsi continuamente. Invece di trascorre molto tempo a digitare i tasti di dispositivi elettronici, dovrebbero trovare il tempo di sfogliare le pagine dei libri. Ad esempio studiare e prendere spunto dallo scienziato politico italiano più apprezzato, cui sono stati ridati, negli ultimi decenni, riconoscimenti e dignità: Nicolò Machiavelli. 

Rileggere Machiavelli, i commenti di coloro che ne hanno studiato il pensiero è di grande utilità per l’assunzione di decisioni, caratteristica prima che connota scelte gestionali e la politica di vertice. Vogliamo offrire qualche piccolo spunto per aiutare a comprendere l’inscindibile nesso tra teoria e pratica, tra teoria politica ed azioni concrete, riprendendo alcune frasi, dall’introduzione di Ugo Dotti, all’edizione de “Il Principe” pubblicata da Feltrinelli nel 2009.

 “ Le questioni della vita storico-politica, essendo sempre in movimento, sono anche tali da poter essere risolte positivamente se affrontate con l’intelligenza e la perizia dell’uomo esperto e appassionato che tende a non lasciare al caso nulla  o il meno che possa; che sull’esame del passato cerca di fondare il futuro; che non crede o tanto meno si affida, alle presunte soluzioni basate su un atteggiamento del tutto passivo; che insomma, in una sola parola, tende ad”intelligere” prima ancora di “agire”. Ed ancora: “la riscoperta di un’etica politica immanente, la relazione tra libertà e forza, la difesa di uno stato italiano unitario”

Benedetto Croce, sul Machiavelli, ebbe modo di scrivere: ”La politica è al di là, o piuttosto al di qua, del bene e del male morale;…essa ha le sue leggi a cui è vano ribellarsi;..non (la) si può esorcizzare e cacciare dal mondo con l’acqua benedetta”.   “Machiavelli non ha insegnato la forza per la forza, ma la forza, il male, come momento negativo, come coefficiente necessario della realtà, senza il quale non esisterebbe neppure il bene”

 

RL