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A seguire il testo di Vittoria De Nicola, vincitrice dell’VIII edizione del Premio Lucia Mastrodomenico – Liceo “Mazzini” di Napoli (NdR)

 

"Sono la prima donna ad esser Presidente della Commissione Europea e come tale mi aspettavo di essere trattata nel mio viaggio in Turchia. Non riesco a trovare una giustificazione e devo concludere che quello che è successo è accaduto perché sono una donna. Mi sono sentita ferita come donna e come europea, questo riguarda i valori che sono alla base della nostra Unione e dimostra quanto ancora dobbiamo fare affinché le donne siano trattate con parità … Sarebbe successo lo stesso se avessi portato una cravatta?"

Ursula von derLeyen

 

Era il 7 aprile 2021 quando è avvenuto quello che i social hanno battezzato “sofa-gate”: per alcuni uno sgarbo, per altri un vero e proprio “scivolone” diplomatico. Grande mancanza di stile, in un paese dove gli uomini sono ancora considerati superiori, un errore politico nel cerimoniale che ha scatenato proteste in tutto il mondo, compresi i commenti negativi del premier italiano e del presidente degli Stati Uniti.

 Ma andiamo per ordine: lo scorso aprile si è tenuto in Turchia ad Ankara un incontro fra rappresentanti dell’Unione Europea ed il governo turco: il presidente Erdogan ha ospitato la presidentessa della Commessione Europea Ursula von derLeyen ed il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel. L’episodio, poi spopolato sui social, riguarda il momento in cui la presidentessa è rimasta senza sedia dopo che le uniche due presenti venivano occupate da Michel ed Erdogan. Nei giorni successivi le polemiche hanno fatto il giro del mondo; se Michel è stato a dir poco sorprendente non cedendo il posto a chi, prima di essere una donna, è un suo superiore, il comportamento del Turco è stato riprovevole in quanto ha considerato il ruolo della presidentessa non alla pari di quello del collega Michel.

 Quanto successo era abbastanza prevedibile. In Turchia, infatti, vige ancora il delitto d’onore, sono ricorrenti le violenze contro le donne che continuano ad essere considerate inferiori. D’altronde uno dei principali argomenti dell’incontro era proprio il recente ritiro della Turchia dal Trattato di Istanbul sulla violenza sulle donne.

 Niente di più distante da ciò che Ursula von derLeyen rappresenta: l’emblema della donna moderna. Dopo aver studiato archeologia, economia e conseguito una laurea in medicina, si è dedicata alla carriera politica, affrontando numerose difficoltà causate, proprio,  dal suo esser donna. Ma lungi dal farsi scoraggiare, ha trasformato gli ostacoli nel suo punto di forza. Si è mostrata capace, colta e scrupolosa, ha lottato contro i pregiudizi ed ha dimostrato a tutti che l’universo femminile non è la controparte più debole di quello maschile, ma la più audace !

 Von derLeyen è quindi diventata un pilastro della politica europea non rinunciando alla vita privata e negando coi fatti un luogo comune ormai desueto: “a troppe di noi è stato detto che dovevamo scegliere tra essere madre e fare carriera. Come madre di sette figli e presidente della Commissione europea, mi permetto di dissentire”

 Lei, come tante altre donne, lotta per abbattere il muro dei pregiudizi, degli stereotipi di genere tramandati sin dalla notte dei tempi. 

Per arrivare alla reale parità occorre, però, che tutti facciano la propria parte. E, tuttavia, sono ancora pochi gli uomini pronti realmente a combattere per l’equità, basti pensare al compianto David Sassoli, Presidente dell’Assemblea Parlamentare Europea, venuto a mancare lo scorso gennaio.

 E se gli stereotipi non fossero mai esistiti? Se un giorno ci svegliassimo in un mondo dove non esiste la donna debole ed il maschio forte, ma semplicemente delle persone? Deve essere per forza un ideale quello di un mondo in cui dove non arriva l'uomo arriva la donna e viceversa? Quando l'umanità era in pericolo, quando era divenuta malvagia al punto da dover essere sterminata, Dio ordinò a Noè di costruire un'arca dove accogliere un maschio ed una femmina di ogni specie. Solo così si sarebbe preservata la vita. Possibile che neanche il racconto biblico insegni nulla?

 

"Dietro ogni grande uomo c'è sempre una grande donna", diceva Virginia Woolf. Allora immaginiamo di svegliarci in un mondo nuovo dove "al fianco di ogni grande donna c’è sempre un grande uomo", dove la vittoria dell’unoè l’orgoglio dell’altro

 

Vittoria De Nicola ( II A)

Liceo G. Mazzini Napoli