Ecco il testo di Giovanni Vivenzio vincitore dell’VIII Edizione Premio Lucia Mastrodomenico – ICS “Ferdinando Russo” di Napoli (NdR)
Era la fine di dicembre del 2021 quando
la mia vita cambiò radicalmente.
In classe parlammo di una famosa scrittrice, giornalista e femminista napoletana, Lucia Mastrodomenico.
La mia professoressa di italiano, ci disse che avremmo dovuto partecipare a un concorso riguardante Lucia, i suoi pensieri sul femminismo e non solo.
Inizialmente non fui entusiasta, pensai esattamente: “ E ora altre robe da scrivere o disegnare?”
La mattinata non andò per il verso giusto.
Dopo la mia giornata scolastica tornai a casa, mangiai con mia nonna e studiai per il giorno seguente, dato che i compiti erano sempre troppi.
Uscii di casa e mi diressi verso la libreria della nostra scuola per leggere qualche scritto di Lucia.
Nessuno mi appassionó più di tanto, anzi, misi la testa sul libro per quanto erano noiosi.
Improvvisamente però tutto attorno a me scomparve nel nulla, ero in una stanza vuota, senza porte e finestre, mi sentivo oppresso, iniziai ad urlare per vari secondi, ma nessuno si accorse del mio disagio.
Apparvero due maghi con dei cappucci rossi spenti, un po’ come colore dei capelli di Lucia, che mi accompagnarono all’uscita della stanza.
Gli dissi: “Grazie”
Loro risposero: “Buon viaggio”
Rimasi perplesso da quella risposta
Proprio in quell’istante caddi, in un cielo diverso, era rosso e azzurro, sopra di me tanti punti di domanda.
Successivamente una voce misteriosa mi disse: “Trasforma questi punti Interrogativi in esclamativi e la tua vita andrà per il meglio”.
Non risposi, ero troppo spaventato per parlare.
Entrai nella porta, e dei robot meccanici cambiarono i miei vestiti con altri vestiti alla moda anni 70’.
Uscii dalla porta ed ero in una macchina, si proprio con lei, con Lucia,
era come se mi conoscesse da tanto tempo, mi dava del tu e si confidava con me. Vidi faccia di Lucia felice e ansiosa. Ero abbastanza emozionato di stare con lei, il mio cervello sapeva che persona avevo davanti.
Arrivammo nel quartiere più povero ma allo stesso tempo ricco di emozioni e felicità di Napoli.
Lucia dentro il cofano della macchina prese un calderone e lo portó su una piccola cucina a gas, iniziò a cucinare la pasta, per i bambini, poveri di soldi, ma ricchi di tutto.
Tutto avvenne in una casa, grande circa 300 mq, lei fece tutto questo con i suoi amici, era felicissima.
Mentre cucinava mi disse che questo era un progetto a cui lei lavorava da tanto tempo e che grazie ai cattolici del dissenso e della sinistra extraparlamentare (Lotta continua) lei realizzó questo suo sogno con le due sue sorelle e 2 uomini.
Mi resi conto di essere nel 73’ grazie a un calendario posto all’entrata della casa.
I bambini erano felici, lei ancor di più, ero fiero di lei anche se non la conoscevo abbastanza.
Successivamente scrisse una lettera ai bambini della mensa, lei era come se fosse onorata di stare con loro, era così tanto felice, questo sì leggeva nei suoi occhi.
Improvvisamente il cielo si fece cupo, arrivó una persona con un cappuccio rosso spento, e mi disse: “Hai poco tempo, hai un ordine da portare a termine, se non ci riuscirai sarai per sempre intrappolato negli anni 70’ ”.
La persona con il cappuccio rosso spento sparì.
Io rimasi scioccato, non sapevo che dire.
Dopo un po’ mi ritrovai di nuovo con Lucia, era bella preparata, chissà che cosa doveva fare in quel momento.
Mi accorsi però che mi ritrovai di nuovo in quella casa, grande 300 mq circa.
Con alcune sue amiche, fondó il femminismo napoletano nel 1975, certo non era sicuramente la prima volta che si sentiva parlare di femminismo, ma lei voleva fare qualcosa di concreto.
Lei voleva mettere in crisi il modello politico maschilista, lei voleva giustizia, voleva che ogni donna riuscisse a vincere la sua lotta soggettiva, per renderle libere.
I miei capelli erano lunghi, le mie mani più piccole.
Io iniziai a spaventarmi, per questo avvenimento scioccante, non credevo nella magia, ma forse era il momento di farlo.
Mi ero omologato al mondo femminile, però entrai nel vivo di tutti gli argomenti di cui stavano parlando.
Lucia mi prese per mano e mi portó con lei a cambiare Napoli.
Era una donna coraggiosa ma allo stesso tempo molto riservata, scriveva tantissimo, si faceva tante domande a cui però non potevo rispondere dato che non ero mai stato donna fino a quel giorno.
Io le chiesi: “ cosa stiamo andando a fare di preciso Lucia?”
Lei rispose: “ verrai con me e mi aiuterai in tutto se vorrai, sarai la mia guida”.
Risposi con un semplice: “Ok”.
Ed eccoci arrivati a protestare, con le Nemesiache, un movimento femminista napoletano, conoscevo stranamente la loro storia, vedevo il mondo in mondo diverso, con gli occhi di una donna, che non si sentiva molto rispettata e infelice del mondo che la circondava.
In queste proteste però non vidi solo donne, anche tanti altri uomini, come anche io, il problema era che se avessi a Lucia che in realtà ero un uomo lei non mi avrebbe creduto.
La lotta per il femminismo, l’emancipazione, che la vidi un po’ come la liberazione delle donne, portó la nascita di sentimenti positivi, come felicità, gioia e allegria, tra le donne, felici di farsi valere e anche tra gli uomini che sostenevano le loro mogli oppure uomini femministi.
Io ero uno di quelli, ma non potevo parlare di questo avvenimento, non mi avrebbe creduto, mi avrebbero allontanato sicuramente.
Capii tante di quelle cose, conoscevo ormai il mondo femminile, era un mondo bello, non era rabbioso, perché le donne non volevano fare del male per avere giustizia, anzi volevano solo farsi valere e diventare più forti.
Sicuramente però la loro emancipazione voleva sensibilizzare gli uomini che provavano, a causa di quest’ultima, sentimenti come rabbia e invidia.
Non riuscivo a capire la mente di questi uomini ed erano comunque tanti sfortunatamente, avevano la mente chiusa, quella che esisteva ancora nel 2022, ma vidi che negli anni 70’ gli uomini maschilisti erano molti di più, credevano che le donne dovevano solo fare le faccende di casa, accudire i figli e basta, per loro questa doveva essere la vita femminile.
Tuttavia l’emancipazione femminile per alcuni uomini fu un bene, perché cambió la loro mentalità, ma per altri uomini non fu lo stesso, provavano sempre rabbia e invidia nei confronti dell’emancipazione femminile, anche nel 2022.
Lucia però, non voleva far valere solo le donne di Napoli, ma tutte le donne del sud che avevano meno possibilità in tutto rispetto alle donne del Nord.
Lei ammirava le donne perché ognuna di esse le insegnava qualcosa.
Poco dopo nel cielo apparvero due punti interrogativi, gli ultimi che mi rimanevano per ritornare a casa.
Diventai di nuovo il semplice Giovanni di sempre.
La vita di Napoli intorno a me si fermò e apparve di nuovo il mago con il cappuccio spento, mi disse:
“ il tempo sta per scadere, trova i punti di domanda e trasformarli, mi raccomando”.
Non risposi.
Capii che lui non mi avrebbe mai detto quali fossero le domande, dovevo cercare di trovarle da solo e allo stesso di rispondere da solo.
Non ero spaventato, perché in fondo non mi sarebbe dispiaciuto vivere una vita negli anni 70’.
Il mondo intorno a me riprese a vivere e mi ritrovai mano nella mano con Lucia, stavamo facendo la spesa nel suo supermercato di fiducia, probabilmente per la mensa dei bambini proletari. Era così generosa.
Dopo tutte queste esperienze passate capii subito anche grazie a Lucia e le sue sorelle, che essere emancipata non significa omologarsi al mondo maschilista, perché la donna è stata, è, e sarà sempre diversa dall’uomo.
Le donne hanno un cuore Pacifico, ci sono sicuramente gelosie tra donne, ma elle sono molto più comprensive con tutti, riescono a capirti, ti nutrono come il pane nutriva i bambini della mensa fondata da Lucia.
Non potranno mai essere come gli uomini, perché loro sanno che potranno contare l’una sulle altre donne sempre e che potranno imparare tanto da ognuna di esse, come ha fatto Lucia.
Attenzione, non dico che questo non sia valido per gli uomini, anzi, ma credo che le donne siano davvero le persone che rispecchiano questo mio pensiero.
Il punto di domanda nel cielo scomparí e mentre mi trovavo a passeggiare con Lucia per via Roma improvvisamente mi ritrovai nella stanza dove tutto iniziò.
Apparve il mago, con due suoi colleghi, sempre con il cappuccio rosso spento.
I tre maghi si tolsero il cappuccio.
Erano maghe.
Dietro a quei cappucci c’erano le sorelle di Lucia e proprio lei di nuovo, Lucia.
Mi disse esattamente : “ grazie per avermi fatto rivivere nella tua mente, ora cerca di farti valere,come ho fatto io, nella tua vita, io sarò sempre qui a guardarti e ti ammirerò come tu hai fatto con me in questi giorni insieme. Porta avanti il mio pensiero.
Sei un ragazzo d’oro, credi sempre nelle tue capacità e ammirati anche tu sempre, come tu ammiri me”
Io tremavo dall’emozione.
I cappucci rossi spenti delle 3 maghe diventarono rossi accessi, forse era merito mio, questo non lo so, ma sicuramente sapevo di aver vissuto un'esperienza fuori dal normale.
Lucia mi baciò sulla fronte e ritornai nella biblioteca della mia scuola.
Ritornai a casa.
Non dissi niente a nessuno, voleva tenere tutto per me e iniziai a scrivere tanto sulla mia esperienza con Lucia.
Successivamente nella mia cameretta apparve una foto di Lucia, la guardai attentamente, Lucia mi fece un occhiolino dalla foto.
Dalla mia esperienza però capii una cosa importante: nel 2022 si è creata a dirla tutta, una reale forza delle donne perché tutte loro sono determinate e grazie anche all’intervento di Lucia e di tante altre donne, ad oggi sono tutte consapevoli delle loro potenzialità.
Le donne hanno portato anche a corrette relazioni tra le persone, perché loro con l’emancipazione femminile, non vogliono vendetta ma solo creare uguaglianza tra tutte le persone di un paese e quindi penso che le donne e la loro emancipazione abbia portato alla creazione di un buon governo della città o ancor meglio di un paese, perché sono loro a vivere spesso in un governo maschilista e quindi possono trasformare questo governo, in un governo neutro, dove i due generi sono alla pari senza discriminazioni nel lavoro e nella vita quotidiana.
Ad oggi le donne lavorano come gli uomini, hanno gli stessi diritti, non in tutti i paesi, ma sono sicuro che in questi ultimi arriveranno i loro diritti, perché ci sarà sempre una Lucia Mastrodomenico in tutti i paesi del mondo.
Di certo non saranno Lucia in persona, ma avranno lo stesso carattere, la stessa determinazione e generosità e aiuteranno altre donne a far emergere le loro
competenze che non devono essere sprecate, anzi, bisogna proprio fare il contrario.
Giovanni Vivenzio 3C
ICS Ferdinando Russo