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Elaborati vincitori Premio Lucia Mastrodomenico IX edizione [parte prima]

Iniziamo con lo scritto di Guido Sapora, dell'ICS "Russo", la pubblicazione degli elaborati degli studenti vincitori del Premio Lucia Mastrodomenico, IX edizione.

(NdR)


La pace non è un valore isolato ma, come si suol dire, “trasversale”; con quali valori ed atteggiamenti pensate vada collegata la pace perché sia stabile e duratura, positiva e universale?

PACE, dal latino pax, pacis, una parola così piccola, che ha un grande valore. Se solo si pensa alla pace interiore che una persona può provare in momenti speciali della vita, oppure alla pace che possono fare due amici dopo un violento litigio, oppure alla pace che può arrivare dopo una lunga guerra.

La pace ha quindi un valore “trasversale” perché riguarda la vita di ogni uomo e di tutta l’umanità, ha un valore positivo e universale. La pace è ciò a cui ciascuno di noi aspira per sé e per i suoi simili.

Nonostante ciò la pace non è qualcosa di stabile e duraturo, minacciata sempre da egoismi, violenza e interessi personali.

La pace è innanzitutto un diritto (art. 28 della Dichiarazione Universale dei diritti umani: Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati) molto spesso “negato” e quindi la pace è diventata qualcosa da conquistare e ricostruire ogni giorno, un obiettivo da perseguire costantemente (goal 16 Agenda 2030: Promuovere società pacifiche e inclusive orientate allo sviluppo sostenibile, garantire a tutti l’accesso alla giustizia e costruire istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli).

In che modo è possibile conquistare e ricostruire la pace?

Puntando sui valori che sono alla base della pace: giustizia, rispetto, libertà, responsabilità, ossia creando le condizioni per cui i popoli non abbiamo più motivi di farsi la guerra.

D’altra parte sono tanti i motivi per dire no alla guerra:

La pace è libertà, la guerra è distruzione.
La pace è gratuita, la guerra costa molto e toglie soldi che potrebbero servire ad aiutare chi ha bisogno. 
La pace è ecologica, la guerra inquina.
La pace rende felici, la guerra procura tristezza e angoscia.
La pace garantisce i diritti umani fondamentali e il rispetto, la guerra nega tutti i diritti.
La pace è uguaglianza, fraternità, benessere. 
La guerra è morte, distruzione, odio.

Basterebbe iniziare da una ridistribuzione equa della ricchezza per eliminare le disuguaglianze sociali, la povertà e le sopraffazioni di ogni tipo. Oppure creare una società in cui ciascuno sia libero di pregare il proprio dio. Oppure abolire il finanziamento illecito al traffico delle armi e alla criminalità organizzata. Bisogna legare all’idea di sviluppo, quella di giustizia sociale. Solo così si potranno generare società pacifiche, inclusive e sostenibili.

Se volessimo giocare con le parole potremmo ragionare sulle lettere che compongono la parola PACE in questi termini:

P come Politica, che dovrebbe riconquistare il suo scopo originario, ossia promuovere il bene comune.
A come Attenzione alle differenze, come atteggiamento di vita per contrastare tutte le forme di violenza e discriminazione.
C come Cura del nostro pianeta e di chi vi abita.
E come Essenziale, l’importanza di riscoprire ciò che è davvero vitale per la nostra esistenza.

Sogno un futuro in cui tutti abbiano gli stessi diritti e le stesse possibilità di vivere serenamente e dignitosamente la vita che hanno scelto per sé.

Guido Sapora