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Valentina Melaverde

 

Grazia Nidasio, un’autentica Melaverde.


Chi come me è nato nella prima metà degli anni ’60 ha incrociato più di una volta nella propria gioventù la felicissima penna di Grazia Nidasio. Tra la fine degli anni ’60 e la prima metà degli anni ’70 il Corriere dei Piccoli (successivamente il corriere dei Ragazzi) pubblica per la prima volte le avventure di Valentina Morandini, una adolescente figlia di quella borghesia emergente nell’Italia del boom economico, che con le sue amiche fonda il Club delle Meleverdi, a testimonianza dell’acerba età. La ordinaria quotidianità di Valentina viene raccontata ma soprattutto illustrata con straordinaria eleganza, garbo ed ironia dalla penna di Grazia Nidasio. Tutto il mondo di una ragazzina adolescente si ritrova nelle sue storie: la passione per i dischi di musica rock, i primi amori, i viaggi, i conflitti con gli adulti, la relazione con la sua famiglia la sorellina Stefi (che diventerà lo spin off delle avventure di Valentina), il fratello Cesare detto Miura (dal nome della famosa Lamborghini), e con la mitica zia Dina, modello di donna emancipata e sicura di sé che a fine di ogni storia (almeno delle prime) dispensa alle giovani lettrici consigli su come vestirsi (indimenticabile la descrizione dei pantaloni a zampa), o come comportarsi. Un appuntamento quello con le storie di Valentina Mela Verde che scandiva le settimane delle adolescenti in carne ed ossa di quel tempo, che nella simpatica amica di carta ritrovavano la loro spensieratezza, con quel “sollazzo e riso” di leopardiana memoria.

Il tratto di Grazia Nidasio è leggero, frizzante, mai banale, senza perdere di vista lo scenario di quegli anni dove si facevano strada la contestazione giovanile, la crisi energetica, i primi passi di una coscienza ecologica, con una femminile in continuo fermento ed affermazione nel contesto sociale del tempo.

Le avventure di Valentina Melaverde si concludono con la pubblicazione dell’ultimo numero del Corriere dei Ragazzi.

Grazia Nidasio però non scompare dalla nostra quotidianità; la Barilla le affida all’inizio degli anni ’80 il progetto editoriale e grafico per il lancio di una nuova linea di prodotti dolciari. Dalla matita della Nidasio nasce il piccolo Mugnaio Bianco, un piccolo omino che nel suo minuscolo mulino nascosto tra le spighe di grano della Valle Felice crea biscotti e dolcetti farciti di cioccolato o marmellata. Destinataria privilegiata ed ispiratrice delle sue opere di pasticceria è la rubiconda Clementina, di cui il piccolo mugnaio è perdutamente innamorato ma che nemmeno sa della sua esistenza, continuando a sognare il Principe Azzurro mentre gusta soddisfatta le leccornie preparate da un misterioso ammiratore che altri non è che il piccolo mugnaio.

Grazia Nidasio è mancata il 25 dicembre 2018 all’età di 87 anni. Ha vinto molti premi e ha avuto molti riconoscimenti per la sua splendida carriera. Infatti molte sono le attività che la Nidasio ha continuato a svolgere; una per tutte le bellissime illustrazioni per l’Orlando Furioso raccontato da Italo Calvino nel 2006.

Noi nate agli inizi degli anni ’60 la portiamo nel cuore, volgendo a Valentina Melaverde sempre un pensiero di spensieratezza e condivisione di quel tempo della nostra adolescenza con gli occhi ad un presente effimero e lo sguardo lungo al futuro.

Maria Vittoria Montemurro