"World Health Day 2025. Mattarella: “Tutelare il diritto alla Salute sin dalla nascita è condizione imprescindibile per garantire un futuro a tutti”,
tratto da
Quotidiano Sanità del 7 aprile 2025.
Il messaggio del Presidente della Repubblica in occasione della Giornata mondiale: “Migliorare l’accesso alle cure prenatali, formare operatori sanitari qualificati e garantire infrastrutture efficienti ai neonati, significa promuovere un ciclo virtuoso dando la possibilità ai bambini di crescere in una società prospera e dinamica”.
Il messaggio del Presidente della Repubblica in occasione della Giornata mondiale: “Migliorare l’accesso alle cure prenatali, formare operatori sanitari qualificati e garantire infrastrutture efficienti ai neonati, significa promuovere un ciclo virtuoso dando la possibilità ai bambini di crescere in una società prospera e dinamica”.
“Il diritto alla salute è una conquista della
nostra civiltà, frutto di decenni di impegno civile e mobilitazione popolare,
riforme sociali e progressi scientifici. La recente esperienza pandemica ha
evidenziato come la salute globale sia vulnerabile e quanto sia cruciale
investire in sistemi sanitari robusti, pronti a fronteggiare le emergenze”. È
quanto ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in
occasione della Giornata Mondiale della Salute il cui tema scelto
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per celebrare la giornata odierna ci
invita a concentrarci sulla salute delle madri e dei nuovi nati: “Un inizio
sano, un futuro pieno di speranza”.
“Migliorare – ha detto il Presidente - l’accesso alle cure prenatali, formare operatori sanitari qualificati e garantire infrastrutture efficienti ai neonati, significa promuovere un ciclo virtuoso dando la possibilità ai bambini di crescere in una società prospera e dinamica. Il tasso di mortalità materna e infantile in Italia è incoraggiante e testimonia la presenza di un sistema sanitario diffuso, in grado di garantire cure di alta qualità e supporto a future madri e neonati. La crescente denatalità che affligge il nostro Paese impone tuttavia un impegno costante e mirato per assicurare la continuità e la qualità dei servizi, a beneficio di tutte le generazioni, in aderenza al carattere universalistico del nostro sistema sanitario”.
“Tutelare il diritto alla salute sin dalla nascita è condizione imprescindibile per garantire un futuro a tutti i cittadini, riconoscendo che il benessere di ogni individuo contribuisce alla vitalità della comunità”, ha concluso Mattarella.
“Migliorare – ha detto il Presidente - l’accesso alle cure prenatali, formare operatori sanitari qualificati e garantire infrastrutture efficienti ai neonati, significa promuovere un ciclo virtuoso dando la possibilità ai bambini di crescere in una società prospera e dinamica. Il tasso di mortalità materna e infantile in Italia è incoraggiante e testimonia la presenza di un sistema sanitario diffuso, in grado di garantire cure di alta qualità e supporto a future madri e neonati. La crescente denatalità che affligge il nostro Paese impone tuttavia un impegno costante e mirato per assicurare la continuità e la qualità dei servizi, a beneficio di tutte le generazioni, in aderenza al carattere universalistico del nostro sistema sanitario”.
“Tutelare il diritto alla salute sin dalla nascita è condizione imprescindibile per garantire un futuro a tutti i cittadini, riconoscendo che il benessere di ogni individuo contribuisce alla vitalità della comunità”, ha concluso Mattarella.
"Lea 2023",
di
Giovanni Rodriguez
tratto da Quotidiano Sanità del 26.2.25
tratto da Quotidiano Sanità del 26.2.25
Sono 8 le Regioni che non garantiscono a
pieno le cure. Al top Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Trento. Male Calabria,
Valle d’Aosta e Sicilia. La medicina territoriale resta il punto debole del Ssn.
Male anche la Lombardia che esce dalla top five. Globalmente il Servizio sanitario nazionale mostra un trend di miglioramento nell’area ospedaliera, mentre è in peggioramento continuo nell’area distrettuale e in quella della prevenzione ancorché con un trend meno “robusto”. Particolare attenzione va posta al trend dell’assistenza distrettuale. Infatti nel 2023 si aspettava di osservare i primi effetti dell’adozione degli standard di cui al DM 77/2022, cosa che non si è manifestata, nonostante gli investimenti del Pnrr. Campanello d'allarme per il Ministero.
Complessivamente, nell’anno 2023 le Regioni Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Sardegna registrano un punteggio superiore a 60 (soglia di sufficienza) in tutte le macro-aree della Prevenzione, Distrettuale e Ospedaliera. Nessuna Regione/P.A. presenta punteggi inferiori alla soglia su tutte le tre macro-aree. Ma sono otto le Regioni che raggiungono l'insufficienza in almeno un'area.
Questo, in sintesi, quanto emerge dal rapporto definitivo del Sistema di Garanzia 2023 che rappresenta lo strumento attraverso il quale il Governo assicura a tutti i cittadini italiani che l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea) avvenga in condizioni di qualità, appropriatezza ed uniformità.
Le Regioni che presentano un punteggio inferiore alla soglia della sufficienza in una o più macro-aree sono:
- in due macro-aree: Valle D’Aosta (Distrettuale e Ospedaliera), Abruzzo, Calabria, Sicilia (Prevenzione e Distrettuale);
- in una macro-area: P.A. Bolzano, Liguria e Molise (Prevenzione), Basilicata (Distrettuale).
Ricordiamo che è sufficiente non raggiungere il punteggio minimo (60) anche su uno dei tre indicatori (prevenzione, distrettuale, ospedaliera) per non risultare adempiente. Sono invece 13 le Regioni che raggiungono e superano il livello della sufficienza.
Male anche la Lombardia che esce dalla top five. Globalmente il Servizio sanitario nazionale mostra un trend di miglioramento nell’area ospedaliera, mentre è in peggioramento continuo nell’area distrettuale e in quella della prevenzione ancorché con un trend meno “robusto”. Particolare attenzione va posta al trend dell’assistenza distrettuale. Infatti nel 2023 si aspettava di osservare i primi effetti dell’adozione degli standard di cui al DM 77/2022, cosa che non si è manifestata, nonostante gli investimenti del Pnrr. Campanello d'allarme per il Ministero.
Complessivamente, nell’anno 2023 le Regioni Piemonte, Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Sardegna registrano un punteggio superiore a 60 (soglia di sufficienza) in tutte le macro-aree della Prevenzione, Distrettuale e Ospedaliera. Nessuna Regione/P.A. presenta punteggi inferiori alla soglia su tutte le tre macro-aree. Ma sono otto le Regioni che raggiungono l'insufficienza in almeno un'area.
Questo, in sintesi, quanto emerge dal rapporto definitivo del Sistema di Garanzia 2023 che rappresenta lo strumento attraverso il quale il Governo assicura a tutti i cittadini italiani che l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea) avvenga in condizioni di qualità, appropriatezza ed uniformità.
Le Regioni che presentano un punteggio inferiore alla soglia della sufficienza in una o più macro-aree sono:
- in due macro-aree: Valle D’Aosta (Distrettuale e Ospedaliera), Abruzzo, Calabria, Sicilia (Prevenzione e Distrettuale);
- in una macro-area: P.A. Bolzano, Liguria e Molise (Prevenzione), Basilicata (Distrettuale).
Ricordiamo che è sufficiente non raggiungere il punteggio minimo (60) anche su uno dei tre indicatori (prevenzione, distrettuale, ospedaliera) per non risultare adempiente. Sono invece 13 le Regioni che raggiungono e superano il livello della sufficienza.
Più in
generale, risultano promosse le cure ospedaliere su quasi tutto il territorio.
Il quadro cambia invece sostanzialmente quando si vanno ad analizzare i dati
della prevenzione e dell'assistenza territoriale, con circa un terzo
dell'Italia sotto la soglia della sufficienza. Il che si traduce con la
necessità di lavorare ancora tanto sulla promozione di screening, vaccini, uso
corretto di antibiotici, promozione di stili di vita sani ma anche assistenza a
domicilio ed alla non autosufficienza.
A livello complessivo, questa la classifica generale delle prestazioni Lea erogate dalle Regioni nel 2023 sommando i punteggi ottenuti nelle tre aree prese in considerazione (in rosso le Regioni con almeno una inadempienza nelle tre aree).
A livello complessivo, questa la classifica generale delle prestazioni Lea erogate dalle Regioni nel 2023 sommando i punteggi ottenuti nelle tre aree prese in considerazione (in rosso le Regioni con almeno una inadempienza nelle tre aree).
REGIONI |
PUNTEGGIO
COMPLESSIVO 2023 |
VENETO |
288 |
TOSCANA |
286 |
EMILIA ROMAGNA |
278 |
P.A. TRENTO |
278 |
PIEMONTE |
270 |
LOMBARDIA |
257 |
UMBRIA |
257 |
MARCHE |
248 |
FRIULI VENEZIA GIULIA |
235 |
PUGLIA |
228 |
LIGURIA |
219 |
LAZIO |
216 |
CAMPANIA |
205 |
P.A. BOLZANO |
200 |
MOLISE |
193 |
SARDEGNA |
192 |
BASILICATA |
189 |
ABRUZZO |
182 |
SICILIA |
173 |
VALLE D'AOSTA |
162 |
CALABRIA |
150 |
Dai risultati complessivi emerge l'ennesima
'spaccatura' nel Paese. I risultati migliori si registrano infatti al Centro-Nord, nonostante
la Lombardia esca dalla 'top five': Veneto (288), Toscana (286), Emilia Romagna
(278), P.A. Trento (278) e Piemonte (270). Di contro, tra le ultime cinque
Regioni ne troviamo ben quattro del Centro-Sud: Basilicata (189), Abruzzo
(182), Sicilia (173), Valle d'Aosta (162) e, fanalino di coda, la Calabria
(150).
Globalmente il Servizio sanitario nazionale mostra un
trend di miglioramento nell’area ospedaliera, mentre è in peggioramento
continuo nell’area distrettuale e in quella della prevenzione ancorché con un
trend meno “robusto”. Particolare attenzione va posta al trend dell’assistenza
distrettuale. Infatti nel 2023 si aspettava di osservare i primi effetti
dell’adozione degli standard di cui al DM 77/2022, cosa che non si è
manifestata. Quel Decreto prevedeva la messa a terra di quanto previsto e
finanziato dal Pnrr per il rilancio del territorio, a partire dalle Case della
Comunità, Ospedali di Comunità, Cot e assistenza domiciliare integrata. Questi
dati sembrano invece profilarsi come un nuovo campanello d'allarme visto che il
problema principale del Ssn sembra sia dunque rimasto proprio quel territorio
che aveva rivelato tutte le sue fragilità durante il periodo emergenziale
Covid, soprattutto in alcuni territori, nonostante gli interventi e gli
investimenti messi in campo negli ultimi anni.